giovedì, maggio 25, 2017
Ieri, in occasione della Giornata europea delle aree protette, è stata organizzata nel parco romano di Villa Pamphili una passeggiata guidata per i giornalisti con gli esperti di Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), Legambiente e Regione Lazio che lavorano al progetto europeo Life Asap, e sono stati osservati numerosi animali e piante aliene invasive che vivono Roma.

Green Report - Secondo Life Asap, cofinanziato dalla Commissione europea, ministero dell’ambiente Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, Val d’Agri e Lagonegrese, il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, il Parco Nazionale dell’Aspromonte, il Parco Nazionale del Gran Paradiso, e promosso da Ispra in collaborazione con Legambiente, Federparchi, Regione Lazio, Università di Cagliari, Nemo e Unicity, «Roma e la sua provincia sono una delle aree più “invase” dalle specie aliene animali e vegetali dell’intero territorio nazionale. Le specie vegetali spontanee rilevate nell’area urbana di Roma sono ben 1649, tra le quali quelle che possono essere considerate specie aliene sono 243, pari al 14,7% delle specie totali».

I ricercatori di Life Spa spiegano che «Per quanto riguarda le specie animali, invece, non esiste un dato di sintesi relativo all’area urbana di Roma ma sappiamo che la provincia di Roma è quella con il maggior numero di specie di fauna aliena con 203 specie, pari al 87,5% delle 232 specie aliene rilevate in tutta la regione. Per l’area urbana di Roma è interessante far notare che sono oltre 100 le specie aliene occasionali, cioè di cui è stata segnalata la presenza a seguito del ritrovamento spesso di un singolo esemplare, probabilmente mantenuto in cattività e sfuggito o volontariamente rilasciato. Si tratta quasi esclusivamente di uccelli e rettili, molto comuni come animali d’affezione, tra cui si segnalano specie come pitone, serpente a sonagli, testuggine azzannatrice. La diffusione di alieni invasivi è in forte crescita ovunque e se in Europa il numero di specie aliene negli ultimi trent’anni è cresciuto del 76%, in Italia è aumentato addirittura del 96%. Attualmente, nel nostro Paese le specie aliene sono più di 3000, di cui oltre il 15% invasive. Di conseguenza, la stima dei costi sociali ed economici di questo fenomeno supera i 12 miliardi di Euro ogni anno nella sola Unione europea».

Durante la passeggiata a Villa Pamphili sono stati avvistati Parrocchetti monaco e Parrocchetti dal collare, molte piante aliene anche non invasive, gli effetti dell’impatto del Punteruolo rosso sulle palme storiche e la diffusione dell’Ailanto.  

«Nel laghetto Belvedere è stato possibile osservare numerose specie di fauna aliena, la sua interazione con l’ormai esigua fauna autoctona e gli effetti della distribuzione di cibo da parte dell’uomo – dicono i ricercatori – . Interessante anche la passeggiata lungo il canale del Lago Belvedere, dove nuotano indisturbati esemplari di Persico sole e Carpa erbivora e si riproducono le tartarughe acquatiche».

Piero Genovesi, project manager del Life Asap, responsabile Area conservazione e gestione della fauna di Ispra, sottolinea: «Occorre che tutti – privati cittadini, attività economiche e istituzioni – adottino comportamenti più responsabili e aiutino gli enti pubblici a identificare nuove specie aliene invasive e a intervenire quando necessario».

Andrea Monaco, della Direzione ambiente e sistemi naturali della Regione Lazio, ricorda che «Villa Pamphili è un bellissimo parco urbano il cui aspetto è dovuto alle trasformazioni fatte dall’uomo, ma non dimentichiamo che è anche un lembo residuo di natura e biodiversità. Lo dimostra il fatto che è un’area protetta dalla normativa europea che la considera una “zona speciale di conservazione” per la presenza di due specie di rari insetti e della testuggine palustre europea. Queste specie sono oggi fortemente minacciate dalle tante specie aliene introdotte e continuamente alimentate dall’uomo».

La presidente di Legambiente, Rossella Muroni, ha concluso: «La diffusione di specie aliene invasive e i cambiamenti climatici non sono necessariamente parte della stessa equazione ma certo, la presenza di specie esotiche originarie di luoghi lontani e spesso più caldi dovrebbe farci riflettere su quanto il clima sia effettivamente cambiato per permettere a pochi esemplari rilasciati, volontariamente o meno, in natura, di colonizzare il nostro Paese minacciandone l’enorme patrimonio di biodiversità».


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