Ad Harvard ritengono che gli alieni stiano inviando segnali radio nello spazio.
di Paolo Antonio Magrì
Fantascienza.com - Da un bel po’ di tempo sembra che siamo tutti d’accordo sul fatto che è statisticamente poco probabile l’ipotesi di essere soli nell’Universo, ma la tanto agognata prova di vita extraterrestre è rimasta sostanzialmente relegata alle pagine di narrativa fantascientifica, programmi scientifici di ricerca, ipotesi, falsi allarmi, film. Adesso sembra che le prove ci siano e che addirittura le avevamo sotto il naso. Un team di scienziati del prestigioso Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics, uno tra i principali e più autorevoli istituti al mondo che si occupano di astrofisica, ha affermato che i fast radio burst ("lampi radio veloci") provenienti dallo spazio potrebbero essere “artificiali” e quindi opera di un'avanzata civiltà extraterrestre.
I lampi radio veloci sono fenomeni astrofisici di alta energia che si manifestano come fortissimi impulsi radio transitori della durata di pochi millisecondi e provenienti da regioni esterne alla Via Lattea. La loro scoperta è relativamente recente. Il primo lampo radio veloce (FRB 010724) è stato scoperto nel 2007 in dati di archivio raccolti il 24 luglio 2001 dall'osservatorio di Parkes (ad oggi, con la strumentazione a nostra disposizione, siamo riusciti a individuarne poco più di venti). Da allora è nata una nuova scienza dedicata al loro studio e sono state condotte numerose analisi allo scopo di escludere interferenze di origine terrestre: il responso univoco è stato che questi “lampi” arrivano davvero dallo spazio, ma la loro origine è rimasta sempre un mistero alimentando soltanto speculazioni come, per esempio, l’associazione con stelle di neutroni, magnetar o buchi neri supermassicci.
I ricercatori dell'Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics sono, invece, fermamente convinti dell'origine artificiale. "I fast radio burst sono troppo luminosi rispetto alla loro durata così breve", ha sottolineato il direttore Avi Loeb. "Gli impulsi radio veloci sono estremamente luminosi a causa della loro breve durata […] È auspicabile contemplare un'origine artificiale di questi segnali", ha aggiunto.
Secondo Loeb e il coautore della ricerca Manasvi Lingam , questi “strani segnali” potrebbero essere emessi dai trasmettitori di un “moderno” sistema di propulsione a uso e consumo di civiltà notevolmente più evolute della nostra, in grado di far spostare nello spazio intergalattico astronavi equipaggiate con enormi vele fotoniche.
Detta così sembra il plot di un romanzo di fantascienza di successo, ma questa ipotesi contiene alcuni elementi “reali” come le vele fotoniche, conosciute anche come “vele solari” in quanto sospinte dall’energia del nostro Sole. Queste vele sui generis sono un meccanismo già equipaggiato su alcuni satelliti e sonde e rappresenteranno sicuramente il futuro dell'esplorazione spaziale. Secondo la suggestiva teoria degli scienziati di Harvard lo avrebbero già capito e ci sarebbero già arrivati altri inquilini dell’Universo. Ma, chi? E dove stanno nascosti?
Paolo Antonio Magrì
Ama le sfide e beve adrenalina a colazione.
www.paoloantoniomagri.com
di Paolo Antonio Magrì
Fantascienza.com - Da un bel po’ di tempo sembra che siamo tutti d’accordo sul fatto che è statisticamente poco probabile l’ipotesi di essere soli nell’Universo, ma la tanto agognata prova di vita extraterrestre è rimasta sostanzialmente relegata alle pagine di narrativa fantascientifica, programmi scientifici di ricerca, ipotesi, falsi allarmi, film. Adesso sembra che le prove ci siano e che addirittura le avevamo sotto il naso. Un team di scienziati del prestigioso Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics, uno tra i principali e più autorevoli istituti al mondo che si occupano di astrofisica, ha affermato che i fast radio burst ("lampi radio veloci") provenienti dallo spazio potrebbero essere “artificiali” e quindi opera di un'avanzata civiltà extraterrestre.
I lampi radio veloci sono fenomeni astrofisici di alta energia che si manifestano come fortissimi impulsi radio transitori della durata di pochi millisecondi e provenienti da regioni esterne alla Via Lattea. La loro scoperta è relativamente recente. Il primo lampo radio veloce (FRB 010724) è stato scoperto nel 2007 in dati di archivio raccolti il 24 luglio 2001 dall'osservatorio di Parkes (ad oggi, con la strumentazione a nostra disposizione, siamo riusciti a individuarne poco più di venti). Da allora è nata una nuova scienza dedicata al loro studio e sono state condotte numerose analisi allo scopo di escludere interferenze di origine terrestre: il responso univoco è stato che questi “lampi” arrivano davvero dallo spazio, ma la loro origine è rimasta sempre un mistero alimentando soltanto speculazioni come, per esempio, l’associazione con stelle di neutroni, magnetar o buchi neri supermassicci.
I ricercatori dell'Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics sono, invece, fermamente convinti dell'origine artificiale. "I fast radio burst sono troppo luminosi rispetto alla loro durata così breve", ha sottolineato il direttore Avi Loeb. "Gli impulsi radio veloci sono estremamente luminosi a causa della loro breve durata […] È auspicabile contemplare un'origine artificiale di questi segnali", ha aggiunto.
Secondo Loeb e il coautore della ricerca Manasvi Lingam , questi “strani segnali” potrebbero essere emessi dai trasmettitori di un “moderno” sistema di propulsione a uso e consumo di civiltà notevolmente più evolute della nostra, in grado di far spostare nello spazio intergalattico astronavi equipaggiate con enormi vele fotoniche.Detta così sembra il plot di un romanzo di fantascienza di successo, ma questa ipotesi contiene alcuni elementi “reali” come le vele fotoniche, conosciute anche come “vele solari” in quanto sospinte dall’energia del nostro Sole. Queste vele sui generis sono un meccanismo già equipaggiato su alcuni satelliti e sonde e rappresenteranno sicuramente il futuro dell'esplorazione spaziale. Secondo la suggestiva teoria degli scienziati di Harvard lo avrebbero già capito e ci sarebbero già arrivati altri inquilini dell’Universo. Ma, chi? E dove stanno nascosti?
Paolo Antonio Magrì
Ama le sfide e beve adrenalina a colazione.
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