mercoledì, marzo 29, 2017
Il tribunale del popolo non rende pubblica la sentenza per p. Fei Jisheng, sacerdote della diocesi di Shenyang. I cattolici locali: “I giudici riconoscono la sua innocenza, ma il tribunale lo vuole condannato”. L’arresto è avvenuto il 18 ottobre scorso con l’accusa di appropriazione indebita di una somma di denaro che però apparteneva al sacerdote. Dietro i capi d’imputazione l’intenzione delle autorità di fermare l’opera evangelizzatrice del religioso.

Pechino (AsiaNews) - Nel sistema giuridico cinese, in genere le persone accusate di un crimine conoscono in maniera molto rapida la loro sentenza, una volta che sono andate a processo. Nel caso di p. Fei Jisheng, un prete cattolico del Liaoning, il cui capo d'accusa è di “appropriazione indebita”, il tribunale del popolo incaricato di giudicare ha deliberato il 21 marzo scorso, ma nessuna sentenza è stata ancora pronunciata in via ufficiale, segno di un certo imbarazzo delle autorità locali.

Il 21 marzo, p. Fei Jisheng, sacerdote della diocesi di Shenyang, è stato processato a porte chiuse dal tribunale popolare di Gaizhou, distretto della città portuale di Yingkou, nella provincia del Liaoning. La polizia si era schierata davanti al tribunale per impedire l'accesso e solo l’avvocato di p. Fei e quattro testimoni sono stati ammessi in aula, mentre decine di cattolici erano ammassati davanti all’edificio a pregare e intonare canti. Una fonte anonima della Chiesa del Liaoning spiega ad Ucanews: “Ci è stato comunicato che il verdetto sarebbe stato emesso il 23 marzo, ma che la corte non lo avrebbe reso pubblico prima di una quindicina di giorni, senza ulteriori spiegazioni”.

I giudici riconoscono la sua innocenza

Secondo i cattolici locali, questo ritardo nel verdetto e nel renderlo pubblico testimonia l’imbarazzo delle autorità locali verso p. Fei. “Credo che i giudici sappiano che p. Fei è innocente, ma il tribunale vuole condannarlo. Dal momento che molti cattolici in tutta la Cina stanno seguendo il caso da vicino, le autorità sono in imbarazzo a rendere pubblico il verdetto” – è la spiegazione della stessa fonte.

P. Fei Jisheng, 40 anni, è uno di quei giovani sacerdoti della Chiesa in Cina che hanno a cuore l’annuncio del Vangelo alla società cinese di oggi. Egli è stato ordinato sacerdote della Chiesa “ufficiale” nel 2000, per la diocesi di Shenyang, che le autorità hanno poi aggregato alle diocesi vicine per formare la “diocesi di Liaoning”. Questo prete manciù ha trovato ispirazione dal dinamismo dei pastori protestanti e dalle iniziative del movimento carismatico cattolico cinese per dar vita ad un nuovo cammino di scoperta della fede cristiana. Intitolato “Classi apostoliche”, questo percorso, lanciato nel 2007, ha presto riscosso successo, sia con le popolazioni del nord-est cinese, escluse dalla crescita economica, che con quelle che si sono adattate con esito positivo alle nuove condizioni di un'economia e di una società in piena ristrutturazione. Le “Classi apostoliche” si sono diffuse in tutto il Liaoning e nelle province limitrofe di Jilin e Heilongjiang, così come in altre regioni del Paese.

Un sacerdote nel mirino delle autorità

Tale successo non è sfuggito alle autorità, che hanno iniziato a sorvegliare p. Fei da vicino. Nel mese di novembre 2015, il sacerdote è stato brevemente trattenuto dalle autorità. Nel giugno del 2016, lui e quattro persone vicine sono stati “detenuti in segreto” dalla polizia per un mese. Le autorità lo accusavano di aver esercitato il suo ministero sacerdotale al di fuori dei confini della sua diocesi, senza autorizzazione. Il 18 ottobre scorso, p. Fei era a Fushun, città vicina a Shenyang, dove ha visitato una comunità di suore, quando è stato nuovamente arrestato dalla polizia.

Venuta a conoscenza dell’arresto di p. Fei, la diocesi di Shenyang ha dato mandato ad un avvocato di difenderlo. “Questo ci ha permesso di sapere che padre Fei è stato incriminato per furto di una somma di denaro in una casa di riposo”, dice P. Dong Hongchang, vicario generale di Shenyang, mentre aggiunge che, secondo lui, la vera ragione per il suo arresto è il successo delle “Classi apostoliche”, un'iniziativa che il governo considera come opera di "organizzazioni illegali".

Sui social network, i cattolici cinesi stanno facendo circolare un documento di trenta pagine che spiega, secondo loro, il vero motivo per il rinvio a giudizio di padre Fei. Il documento è senza dubbio scritto da membri delle classi apostoliche. Esso spiega che l'arresto del sacerdote è da attribuire a Han Weixing, ex vice direttore della casa per anziani menzionata nell'atto di accusa. P. Fei, spiega il documento, stava contribuendo al buon funzionamento di questa casa di riposo, quando ha sospettato Han Weixing di corruzione e lo ha licenziato, nel maggio 2016. Desideroso di vendetta, Han Weixing ha poi denunciato il sacerdote presso l'Ufficio affari religiosi locali per “attività illegale di predicazione”, ma le autorità non hanno dato seguito alla denuncia. Han Weixing ha poi ha portato il caso ai piani più alti ed è stato allora, nel giugno 2016, che è stata avviata un’indagine nei confronti del sacerdote e delle Classi apostoliche. Nel frattempo, i membri delle Classi apostoliche avevano trasferito una cassetta di sicurezza appartenente a p. Fei dalla casa di riposo alla diocesi di Shenyang, e hanno utilizzato, in accordo con il prete, una somma di 10mila yuan (1.300 euro) per regolare i costi associati al loro programma d’evangelizzazione. La polizia si sarebbe basata sul ritiro di quel denaro per sostenere l'accusa di appropriazione indebita, ma ciò sarebbe in contraddizione con il fatto che la cassetta di sicurezza ed il suo contenuto in realtà appartengono al sacerdote e che la giustizia non può rimproverargli di essersi appropriato del denaro che gli appartiene. Secondo alcuni cattolici locali, è molto probabile che le autorità cinesi cerchino di reprimere il movimento Classi apostoliche, di cui temono il dinamismo missionario. È anche possibile che p. Fei abbia attratto l'ostilità di alcuni dei suoi fratelli sacerdoti che non avrebbero apprezzato le attività delle Classi apostoliche nel territorio delle loro parrocchie.


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