mercoledì, marzo 01, 2017
La creatività di un artista scaturisce dall’assemblare elementi di cui se ne ha la padronanza e si è in grado di poter mescolare per creare soggetti diversi, e con lo stesso Dna degli elementi mischiati.

intervista a cura di Virgilio Violo

Questo è, in sintesi, l’obiettivo che si pone l’Istituto Culturale Coreano che ha aperto i battenti un anno fa a Roma, primo in Italia. L’istituto è stato creato, infatti, non solo per far conoscere la cultura coreana al nostro Paese che sin’ora ha conosciuto e apprezzato quella cinese o giapponese, per parlare di estremo oriente, ma poco sa di quella coreana, ben distinta dalle altre due, ma anche per dare la possibilità agli artisti italiani di interagire con quelli coreani, perché possano nascere  nuove opere d’arte, figlie delle due culture.

In un mondo che va sempre più globalizzandosi la mescolanza di culture è capace di creare opere di cultura non più appartenenti a singoli paesi ma all’umanità, sempre più consapevole della propria unicità. Ne chiediamo conferma al direttore del nuovo istituto, il dottor Soo Myoung LEE.

In quali campi l’istituto promuoverà le sue prossime iniziative in Italia? E'previsto anche che all’interno dell’istituto possano incontrarsi artisti dei nostri due Paesi per conoscersi e per ulteriori interscambi culturali?

Innanzitutto vogliamo essere presenti sia nel tradizionale che nel moderno. Il nostro primo obiettivo è quello di presentare la cultura del nostro Paese che comprende, oltre lo spettacolo in generale, sia la tradizione che l’arte moderna. Oltre, quindi, gli eventi culturali e gli spettacoli che organizzeremo, vorremmo presentare al pubblico italiano la quotidianetà in Corea, cioè far vedere cosa mangiano, come si vestono, come vivono a casa i coreani, cioè presentare la vita quotidiana dei coreani. Questo per noi è di grande importanza, ha quasi la stessa importanza degli altri eventi culturali. Per quanto riguarda l’incontro tra artisti italiani e artisti coreani posso anticiparvi che abbiamo in programma una mostra che ha come tema la carta coreana (hanji) che si ricava dalla corteccia del gelso. Ne saranno protagonisti gli studenti italiani che presenteranno le loro opere come espressione di arte moderna e, a fianco, ci sarà un’altra mostra che permetterà di vedere come viene prodotta la carta. E'un ottimo esempio di collaborazione tra artisti italiani e coreani per creare l’arte in se, se possiamo dire. Questo obiettivo si può raggiungere in tre modi: far lavorare gli artisti italiani con elementi coreani, far lavorare artisti coreani con elementi italiani per aversi, infine, un incontro culturale tra gli artisti dei due paesi. Un altro nostro importante obiettivo è quello di promuovere le Olimpiadi invernali che si terranno in Corea, a Pyung Chang, nel febbraio del 2018, alle quali parteciperanno ovviamente anche gli atleti italiani. Sembrerà strano, ma per noi è importante anche che nel mondo si riesca a distinguere la lingua della Corea del Sud da quella del Nord. A volte le persone non distinguono la Corea del Nord da quella del Sud.

Dopo la “Korea week” aperta al pubblico italiano, e alla quale sono intervenuti anche molti giovani, avete in programma altri appuntamenti?

Lo scorso anno abbiamo organizzato a Roma la “Korea week”, quest’anno esporteremo il pacchetto delle manifestazioni in altre città italiane: Firenze, Palermo e così via. Ci saranno mostre, performance di arti marziali coreane, il Taekwondo, si avrà la possibilità di vedere la cultura coreana tramite laboratori, anche di cucina etc. A Roma, in occasione del primo anniversario dell’inaugurazione del nostro istituto, inaugureremo il festival della Corea, sarà il prossimo 26 ottobre, nel mentre continueremo a presentare la nostra cultura con spettacoli, mostre tradizionali, mostrando eccellenze di gastronomia coreana, organizzando manifestazioni di arti marziali e tutto ciò che concerne la cultura coreana. Inoltre, come ultima risposta alla sua domanda, ci sarà una giornata della cultura: il Ministero della Cultura coreano dedica alla cultura l’ultimo mercoledì di ogni mese e quindi anche presso l’istituto c’è stato un evento,  lo scorso 22 febbraio c’è stato un concerto di musica classica, e così via, di mese in mese.

Ci sono mostre in corso da poter visitare nel Centro culturale aperte al pubblico?
Certamente, l’istituto è aperto tutti i mesi dell’anno, eccetto luglio e agosto. C’è quella dei dipinti coreani e, a seguire, una mostra di artisti coreani che lavorano in Italia. Per quanto riguarda la gastronomia l’istituto organizza dei corsi, purtroppo ancora limitati per l’orario in quanto gli Scef professionisti per l’ora di pranzo e cena non possono essere presenti in istituto. Seguirà una mostra con tema la carta coreana, poi ancora una mostra sull’arte della calligrafia coreana, ancora una mostra di artigianato molto pregiato, arte creata con le conchiglie, una mostra di artigianato casalingo e, per finire, una mostra di stoffe molto colorate. Inoltre sono stati organizzati anche dei laboratori, di modo che gli italiani possano vivere lla nostra arte.

Molto apprezzati sono stati i corsi di cucina e gastronomia coreana, lei pensa che nel 2017 ci potranno essere altri laboratori di gastronomia?
Per quanto riguarda la gastronomia l’istituto organizza dei corsi, purtroppo ancora limitati per l’orario in quanto gli cheff professionisti, per l’ora di pranzo e cena, non possono essere presenti in istituto in quanto impegnati nei ristoranti, in aprile comunque l’orario sarà più vicino alle esigenze dei tirocinanti e corsi si potranno tenere anche nella pausa pranzo. Attualmente abbiamo intenzione di proporre la cucina coreana anche nei ristoranti di istituzioni internazionali, come per esempio la FAO. Sono in previsione anche delle manifestazioni di cucina vegetariana, tipica dei templi buddisti coreani. In questi viene consumato cibo biologico e viene usato il principio dello Slow food. Vorremmo presentare anche ai preti cattolici la cucina dei templi buddisti. Siamo in contatto con l’associazione dei buddisti coreani in Italia per presentare questo programma il prossimo anno e, non solo per questo, ma anche per presentare i vari aspetti della filosofia buddista, inclusa la cultura del SHANSUSEY, che concerne la permanenza nei templi buddisti , come vacanza per un determinato periodo, che adesso va tanto di moda.


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