martedì, marzo 21, 2017
Nella prolusione in occasione della riunione del Consiglio Episcopale Permanente in programma a Roma dal 20 al 22 marzo 2017, tanti i temi di riflessione offerti dal Porporato. Famiglia, lavoro, bambino migranti e fine vita, gli argomenti più gettonati. Pensiero speciale a Papa Francesco: "Siamo una Chiesa che si sente costantemente accompagnata dal magistero del Santo Padre".

di Dario Cataldo

"Al Papa rinnoviamo, la nostra disponibilità e il nostro affetto". Con queste parole il Card. Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova e Presidente della CEI, tiene a ribadire quanto la linea di pensiero dell'Istituzione che presiede, sia conforme a quella di Papa Francesco. Piena solidarietà alle famiglie e ai bambini: "Non di rado accade, in alcuni Paesi europei, che, con motivazioni condivisibili, si trasmettano visioni e categorie che riguardano la cultura del gender, e si banalizza la sessualità umana ridotta ad un vestito da cambiare a piacimento.

Piena solidarietà a coloro che attraversano difficoltà lavorative. Dichiara Bagnasco: "La prima e assoluta urgenza resta ancora il lavoro: sono ormai lunghi anni che il problema taglia la carne viva di persone – adulti e giovani – e di famiglie". Un grave disagio esistenziale, perché ricorda il Presule: "Senza lavoro non c’è dignità personale, non c’è sicurezza sociale, non c’è possibilità di fare famiglia, non c’è futuro".

Analoga solidarietà è rivola anche a chi tiene in vita la cellula naturale della famiglia, magari ricorrendo alle adozioni, laddove non è possibile il concepimento. Purtroppo, le pratiche burocratiche non incentivano a perseguire la strada delle adozioni. A braccio, afferma Bagnasco: "Bisogna prendere atto che le famiglie, che chiedono e attendono l’adozione in Italia sono una moltitudine, mentre l’inefficienza del sistema causa percorsi estremamente lunghi e difficoltosi, tali da mettere a dura prova quello slancio solidale dei genitori che è un altro segno dell’anima del nostro popolo".

Di contro, si percorre quella che il Cardinale chiama "una violenza discriminatoria esercitata verso le donne con la pratica della maternità surrogata, comunemente chiamata utero in affitto”. Una tragica realtà, "si commissiona un bambino - continua Bagnasco - potendosi servire anche di elenchi, di cataloghi che indicano paesi, categorie di donne, opzioni e garanzie di riuscita del prodotto che – se non corrisponde – viene scartato. È questa la civiltà, è questo il progresso che si desidera raggiungere?

Al contrario di quanto vuol far credere una certa cultura che riempie i salotti intellettuali, i talk show televisivi e gli ambienti radical chic delle metropoli: "Oggi, sembra che la Chiesa debba tornare a ricordare e testimoniare che la persona è sì individuo unico, ma non sciolto dagli altri; è in relazione con il mondo, in primo luogo con i suoi simili". Il riferimento è alla legge sul fine vita, di cui è in atto l'iter parlamentare. "La morte non deve essere dilazionata tramite l’accanimento - sottolinea l'Arcivescovo - ma neppure anticipata con l’eutanasia: il malato deve essere accompagnato con le cure, la costante vicinanza e l’amore".

Infine un pensiero sui migranti, alla luce dell'Unione Europea vista come "un percorso necessario per il bene del Continente". Premesso ciò, il card. Bagnasco tiene a precisare come "la presenza operosa della Chiesa, in collaborazione con le Autorità locali competenti" sia fondamentale per l'accoglienza del flusso migratorio.

Nello specifico: "Parrocchie, Istituti religiosi, associazioni e gruppi, Caritas diocesane e Uffici Migrantes: ogni risorsa - conclude il Prelato - è in campo nell’ottica dell’accoglienza sempre necessaria, ma anche nell’intento di integrare coloro che mostrano nei fatti di volerlo, di partecipare attivamente ai percorsi previsti, di imparare la lingua, di conoscere il nostro Paese e la sua cultura, di cominciare ad amarlo come il proprio, operando per il bene comune".


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