giovedì, febbraio 02, 2017
Un progetto costoso con l'obiettivo è di permettere ai cittadini di lasciare le auto a casa.

di Lorenzo Carchini

Oslo ha in testa un'idea talmente verde da aver cominciato, da ieri, ad offrire ai suoi residenti finanziamenti fino a 10 mila corone (poco più di mille euro) per comprare le e-bike, biciclette "cargo" elettriche. Una proposta indirizzata non solo ai cittadini a basso reddito, ma a tutti, scatenando anche qualche polemica. Troppo bello per essere vero, si penserà, ma le bici elettriche non si regalano.

Il finanziamento, infatti, coprirà il 25% del costo e dal momento che le bici costano dalle 20 mila alle 50 mila corone (da più di 2 mila euro a 5 mila e cinquecento), gli eventuali acquirenti dovrebbero aggiungere altre 10 mila o 40 mila corone di tasca propria. Ciò non toglie che si parla di una bella fetta di fondi municipali destinati ad un modello di trasporto quantomeno di nicchia. Il doppio, per la precisione, rispetto a quanto proposto lo scorso inverno, quando la cifra offerta arrivava ad un massimo di 5 mila corone, per il 20% del costo. Un'esperienza che deve essersi rivelata positiva, se il comune ha deciso di riproporla ed ampliarla.

Perché la capitale della Norvegia dovrebbe spendere tutti quei soldi? La risposta è semplice: Oslo, come molte capitali europee vive un serio problema d'inquinamento, acuitosi durante questo inverno al punto da essere arrivata a vietare la circolazione di veicoli a diesel per cercare di ridurre il livello delle polveri sottili. Da qui la scommessa, in tutto il paese, di puntare su modelli di trasporto alternativi alle auto, investendo più di un miliardo di nostri euro in infrastrutture per biciclette, cercando di offrire un servizio efficiente e di alta qualità.

Tuttavia, gli effetti del programma per quanto ammirevoli restano difficili da prevedere. Oslo non è Amsterdam né Copenhagen: è situata in parte un'area collinosa, è esposta a climi non certo miti ed a condizioni atmosferiche spesso impervie. Proprio per questo, però, il comune avrebbe deciso di scommettere sulle e-bike: il motore elettrico ridurrebbe le fatiche della pedalata e i cestini di cui sarebbero provviste, da un lato, si prevede che favoriranno il piccolo commercio del mercato settimanale, dall'altro permetteranno ai genitori di accompagnare i figli a scuola (l'esperimento in questo senso è stato attuato da tempo in Danimarca).

La città di Oslo ha irrorato nel progetto 5 milioni di corone, pari a 560 mila euro, 3 milioni destinati ai cittadini, gli altri 2 alle organizzazioni e alle imprese, mirando a portare nelle sue strade almeno un migliaio di e-bike. Certo, questo non cambierà dalla mattina alla sera le abitudini di trasporto della popolazione, ma permetterà di proporre e sperimentare un modello nuovo, alternativo, che sul medio-lungo periodo potrebbe rivelarsi popolare e vantaggioso.

Non tutti sono felici di questa decisione. Recentemente è emerso come alcuni dei cittadini più ricchi di Oslo abbiano usufruito dei fondi per la bici, portando altri a bollare l'operazione aperta a tutti come "assurda". Il quotidiano Dagbladet ha addirittura definito il piano come "la cosa più stupida dalle uova strapazzate in cartone", intanto indiscrezioni - non suffragate da fatti - parlano di persone in giro per il paese intente ad ottenere il sussidio utilizzando parenti residenti nella capitale.

Le critiche non sono, però, infondate. Anche con questa offerta, i cittadini più poveri difficilmente adotteranno una soluzione per loro comunque troppo costosa, cercando metodi meno costosi per ridurre le emissioni. Ciò che lascia maggiormente sorpreso un osservatore esterno è la quantità di fondi che l'intero paese ha reso disponibili per perseguire dei modelli di trasporto alternativi. Stiamo parlando, dopotutto, di un paese generalmente ricco e che ha finanziato il primo tunnel sottomarino per collegare i fiordi, dove le auto elettriche hanno già superato i veicoli convenzionali e che ha provveduto a fare una "bike highway" in prossimità del Polo Nord. Visti sotto questo punto di vista i sussidi per le e-bike sembrano un lusso, ma sono anche il segno di una città ed un paese fortemente determinati a pensare sempre più "green".


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