venerdì, gennaio 27, 2017
La donna denunciata per furto, i titolari di una rete di negozi di commercio di metalli preziosi indagati per ricettazione.

Al giorno d'oggi, la colf in casa, è diventata una figura famigliare per molte famiglie che hanno genitori o nonni particolarmente anziani o non autonomi. Una figura che richiede grande fiducia e, talvolta, un bagaglio di buone raccomandazioni. A Torino, però, è andato in scena un clamoroso furto di monete antiche, per un valore di 300mila euro, che ha portato la polizia del commissariato San Paolo a sequestrare otto negozi di "Compro Oro", riconducibili alla società Metalli Preziosi Piemonte.

I titolari sono indagati per ricettazione: secondo le accuse, mosse dal pm Andrea Padalino che coordina le indagini della polizia, avrebbero acquistato le monete facendo finta di ignorare la loro provenienza illecita.

Un furto, quello della colf, andato avanti sin dallo scorso anno. L'inchiesta, infatti, nasce dalla denuncia, lo scorso Settembre, di un collezionista derubato a più riprese. Grazie ad una telecamera nascosta ha scoperto che la donna faceva razzia poco alla volta, saccheggiando i cofanetti, confidando nel fatto che il proprietario non si sarebbe accorto dei furti.

Tentata dall'immensa collezione, composta da monete d’oro di varie epoche, la collaboratrice domestica ha prelevato alcuni pezzi e li ha rivenduti in un negozio di Compro Oro. Messa alle strette dalla polizia, ha confessato di aver venduto alcune monete al Compro Oro più vicino, ricevendo la somma di mille-duemila euro. Così sono scattate le indagini della sezione investigativa del commissariato San Paolo: gli agenti hanno perquisito i negozi, ricostruito la rete di affari della società e il percorso seguito da alcune monete, rivendute all'estero.

Il titolare del negozio ha dichiarato alla polizia di aver ceduto le monete a un uomo che viveva in Svizzera, ignorandone la provenienza. L’acquirente, rintracciato dagli investigatori, ha ammesso di aver comprato 26 monete per 15.000 euro. Dell’acquisto delle monete però non c’era traccia nei registri dei metalli preziosi. In compenso dall'archivio dei contatti del cellulare di un dipendente della società, figura centrale della Metalli Preziosi Piemonte, è emerso una scambio di messaggi con il cittadino elvetico.

In uno di questi messaggi, era stata inviata una foto di una delle monete incriminate. A casa del dipendente, già noto alle forze dell’ordine per precedenti guai con la giustizia, sono stati trovati rinvenuti una serie di orologi Rolex, oggetti preziosi e una somma di denaro intorno ai 6000 euro. A seguito di accertamenti, emergeva che uno di questi orologi era stato rubato da un’altra colf (anche lei accusata di furto) in un altro alloggio. La donna, per l’oggetto, aveva ricevuto dal compro oro 1000 euro a fronte di un valore dell’orologio di 6000 euro. Da qui il provvedimento di sequestro, emesso dal tribunale di Torino su richiesta del pm, dei punti vendita della società: tre a Torino e cinque in provincia, a Vinovo, Rivarolo, Ciriè, Cuorgnè, Chieri.


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