Un settore fonte di cibo e lavoro ma «allo stesso tempo anche di oppressione per i più vulnerabili»
Green Report - Dalla pesca arriva il 17% di tutte le proteine animali consumate nel mondo, lavoro per circa il 10% della popolazione globale e un export che vale 135 miliardi di dollari annui. Numeri che non combaciano sempre con la sostenibilità, sia dal punto di vista ambientale – la sovrapesca rappresenta ormai un problema dalle dimensioni critiche anche nelle nostre acque, quelle del Mediterraneo – sia da quello sociale. In occasione della Giornata mondiale della pesca, intervenendo all’ evento organizzato dalla Fao e dal Vaticano, il direttore generale dell’organizzazione Onu Graziano da Silva ha affermato che – anche se il settore ittico è fonte di cibo, sostentamento e opportunità per milioni di persone – esso è «allo stesso tempo anche fonte di oppressione per i più vulnerabili».
Il settore è infatti afflitto dal non rispetto dei diritti umani, come la pesca pirata, i conflitti per le zone di pesca, il lavoro minorile e forzato e il traffico di esseri umani. Le vittime raccontano di aver subito ogni sorta di vessazione lavorando a bordo di imbarcazioni in aree remote per mesi o perfino per anni alla volta. Vessazioni – sottolineano dalla Fao – che includono lavoro forzato e servitù per debito, violenza e abusi psicologici, cibo scadente e condizioni di vita non-igieniche. Lunghe ore di duro lavoro, per resistere alle quali i pescatori vengono talvolta costretti ad assumere anfetamine. I lavoratori vengono spesso attratti in situazioni del genere con l’inganno o con la forza. Una volta a bordo, possono rimanere intrappolati per mesi se non per anni.
Etichettando la situazione degli abusi nella pesca come un esempio di “schiavitù moderna”, Gianni
Rosas, direttore dell’Ufficio Ilo (l’Organizzazione internazionale del lavoro) per l’Italia e San Marino, ha portato l’attenzione sui recenti sviluppi positivi citando gli sviluppi a livello internazionale per la creazione di efficaci meccanismi istituzionali come il Protocollo 2014 della Convenzione Ilo sul lavoro forzato e la Convenzione 188 dell’Ilo sull’Impiego nel settore ittico: sia la Fao che la Santa Sede hanno salutato con favore il fatto che un numero sufficiente di paesi abbia sottoscritto la Convenzione 188 permettendone l’entrata in vigore tra un anno, nel novembre 2017, ma ancora non basta.
Nonostante i progressi a livello nazionale e internazionale per promuovere la sostenibilità della pesca e combattere tali problemi, le misure di protezione del lavoro rimangono spesso inadeguate o inapplicate. La necessità di controlli (e sanzioni) a livello internazionale è stringente, ma una forma di controllo importante quanto necessaria può e deve partire anche dal basso, dal singolo consumatore: senza la maggiore consapevolezza sulla necessità di acquistare solo pesce prodotto in modo equo e sostenibile le catene degli schiavi in alto mare non si spezzeranno.
Green Report - Dalla pesca arriva il 17% di tutte le proteine animali consumate nel mondo, lavoro per circa il 10% della popolazione globale e un export che vale 135 miliardi di dollari annui. Numeri che non combaciano sempre con la sostenibilità, sia dal punto di vista ambientale – la sovrapesca rappresenta ormai un problema dalle dimensioni critiche anche nelle nostre acque, quelle del Mediterraneo – sia da quello sociale. In occasione della Giornata mondiale della pesca, intervenendo all’ evento organizzato dalla Fao e dal Vaticano, il direttore generale dell’organizzazione Onu Graziano da Silva ha affermato che – anche se il settore ittico è fonte di cibo, sostentamento e opportunità per milioni di persone – esso è «allo stesso tempo anche fonte di oppressione per i più vulnerabili».
Il settore è infatti afflitto dal non rispetto dei diritti umani, come la pesca pirata, i conflitti per le zone di pesca, il lavoro minorile e forzato e il traffico di esseri umani. Le vittime raccontano di aver subito ogni sorta di vessazione lavorando a bordo di imbarcazioni in aree remote per mesi o perfino per anni alla volta. Vessazioni – sottolineano dalla Fao – che includono lavoro forzato e servitù per debito, violenza e abusi psicologici, cibo scadente e condizioni di vita non-igieniche. Lunghe ore di duro lavoro, per resistere alle quali i pescatori vengono talvolta costretti ad assumere anfetamine. I lavoratori vengono spesso attratti in situazioni del genere con l’inganno o con la forza. Una volta a bordo, possono rimanere intrappolati per mesi se non per anni.
Etichettando la situazione degli abusi nella pesca come un esempio di “schiavitù moderna”, Gianni Rosas, direttore dell’Ufficio Ilo (l’Organizzazione internazionale del lavoro) per l’Italia e San Marino, ha portato l’attenzione sui recenti sviluppi positivi citando gli sviluppi a livello internazionale per la creazione di efficaci meccanismi istituzionali come il Protocollo 2014 della Convenzione Ilo sul lavoro forzato e la Convenzione 188 dell’Ilo sull’Impiego nel settore ittico: sia la Fao che la Santa Sede hanno salutato con favore il fatto che un numero sufficiente di paesi abbia sottoscritto la Convenzione 188 permettendone l’entrata in vigore tra un anno, nel novembre 2017, ma ancora non basta.
Nonostante i progressi a livello nazionale e internazionale per promuovere la sostenibilità della pesca e combattere tali problemi, le misure di protezione del lavoro rimangono spesso inadeguate o inapplicate. La necessità di controlli (e sanzioni) a livello internazionale è stringente, ma una forma di controllo importante quanto necessaria può e deve partire anche dal basso, dal singolo consumatore: senza la maggiore consapevolezza sulla necessità di acquistare solo pesce prodotto in modo equo e sostenibile le catene degli schiavi in alto mare non si spezzeranno.
| Tweet |
Nicolò Renna, chitarrista palermitano, sbanca il web con il suo singolo Breathing. Lo abbiamo incontrato a Palermo. L'intervista di Paolo A.Magrì
Domenico Fioravanti, la Leggenda di Sydney 2000. Una vita da rincorrere a bracciate.Il ranista, prima medaglia d’oro azzurra alle Olimpiadi di Sydney 2000, intervistato da Emanuela Biancardi.
"L'intelligenza umana è la nostra principale risorsa". Parla Ermete Realacci, tra attivismo e sfide economiche
mons. Luigi Negri, Arcivescovo di Ferrara, intervistato per LPL News 24 da Patrizio Ricci su politica europea ed immigrazione.
Max Cavallari della coppia 'I Fichi d'India', intervistato per LPL News 24 da Emanuela Biancardi.
Laura Efrikian, Attrice, scrittrice, promotrice di 'Laura For Afrika', intervistata per LPL News 24 da Emanuela Biancardi.
Patty Pravo festeggia cinquant’anni di successi intramotabili nel mondo della musica, tirando fuori ancora una volta pezzi da ‘90. Intervista di S. Santullo
Sergio Caputo celebra i trent’anni di “ Un Sabato Italiano”, con un nuovo omonimo album. Intervista a Sergio Caputo, di Simona Santullo
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.