lunedì, novembre 28, 2016
Ecco di seguito la recensione dell’ultimo libro di Michele Capitani, edito da Paoline.

 di Angelica Lo Duca @alod83

Questo libro è un vero e proprio compagno di viaggio, che ti accompagna nelle serate in cui ti senti più presente a te stesso, in cui sei spinto a riflettere sul senso della tua vita e su cosa sia davvero importante. L’autore di questo libro, Michele Capitani, professore di lettere e membro della comunità di Sant’Egidio, racconta la sua esperienza nell’incontrare gli ultimi del mondo. Con un occhio sempre attento alla persona nascosta dietro il mendicante, l’autore descrive la realtà vissuta da questa povera gente: alloggi di fortuna, spesso sottoposti a smantellamenti, condizioni di estremo bisogno - come la necessità di una coperta per coprirsi dal freddo - e soprattutto desiderio di non essere soli.

Le storie narrate in questo libro toccano le corde dell’anima e ravvivano il desiderio di ogni uomo a compiere il bene. Mostrano come sia abbastanza semplice finire in mezzo ad una strada e diventare un barbone. “Diventare barboni - afferma l’autore - è alla portata di tutti, ognuno può farcela, è sufficiente lasciar sussistere almeno due delle seguenti condizioni: separazione dal coniuge; spaccature nella famiglia d’origine; perdita del lavoro; malattia; termine della detenzione (non necessariamente lunga); dipendenze: alcol, droghe, ludopatie… problemi con la casa (sfratto, sgombero, crollo…). Non ne basta una sola per renderti privo di tutto”.

Il messaggio ultimo che trapela da questo libro sembra essere quasi un paradosso: il vero mendicante non è sempre colui che chiede uno spicciolo, ma spesso siamo noi, uomini e donne perbene, con i nostri comportamenti superficiali e spesso sprezzanti del prossimo e del mondo che ci circonda. Ne è l’esempio lampante quell’ombra che appare in una mattina d’agosto. “Osserva nei cestini dell’immondizia sul lungomare, da uno trae una bottiglia di birra che era stata buttata e...se la finisce, e io provo uno sgomento, uno schifo, una pena. [...] Poi fa per muoversi verso la stazione, però, ritrovandosi con una cartaccia in mano da buttare, mi lascia del tutto strabiliato poiché vedo che si mette a cercare un cestino invece di gettarla per terra! Questa è la poesia della strada. Lo schifo che provo si trasforma in ammirazione. Un residuo di umanità, eppure superiore a quella di molti civili.

Oppure il caso di una signora che fa le pulizie: “Non avrei mai immaginato di ammutolire di fronte a tanto entusiasmo per un’attività ordinaria e poco retribuita, ma che questa donna abbraccia con uno sguardo tutto suo, completamente entusiasta e poetico: <<Le mie preferite sono le scale dei condomini: le fai la mattina presto, quando l’aria è fresca, non passa nessuno, e poi alla fine te le vedi tutte davanti, belle lucide e profumate. Anche i bagni mi piacciono, lo so che lei mi prenderà per matta, ma è così. Mi dà una sensazione bellissima quando alla fine vedi che sono tutti lindi e profumati. Ma le scale...le scale sono le più belle. Eh...se potessi non farei altro>>. Signori, giù il cappello”.

Consiglio vivamente la lettura di questo libro perché ti arricchisce il cuore e l’anima e ti fa rendere conto di cosa sia veramente importante nella vita. Complimenti a Michele Capitani, che ha fatto del bene due volte: da un lato aiutando i poveri di strada e dall’altra aiutando me e tutti i lettori a riflettere sulle cose importanti della vita.

Sono presenti 0 commenti

Inserisci un commento

Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.



___________________________________________________________________________________________
Testata giornalistica iscritta al n. 5/11 del Registro della Stampa del Tribunale di Pisa
Proprietario ed Editore: Fabio Gioffrè
Sede della Direzione: via Socci 15, Pisa