Quando domenica scorsa il Generale libico Khalifa Haftar è arrivato a Mosca, su pressione degli Emirati Arabi Uniti, sapeva che avrebbe ricevuto una proposta di collaborazione in campo militare. Ma la richiesta che gli ha fatto l’esercito russo deve averlo, almeno di prima battuta, sorpreso: il Cremlino vuole costruire una base militare in Libia, vicina alle coste della Sicilia. Si tratterebbe della prima base militare russa nel Nord Africa.
di Daniele Chicca
WSI - Secondo le fonti di intelligence citate da DEBKAfile, il presidente Vladimir Putin potrebbe costruire una seconda base nel Mar Mediterraneo, sulle coste di Bengasi, dopo quella permanente dell’aeronautica militare russa presente a Laodicea, in Siria (la base Hmeymim). Sempre in Siria il porto della logistica a Tartus diventerà una base navale completa a disposizione della Russia. La nuova base russa in Libia ospiterà invece unità sia navali sia aeree, che si troveranno dunque a soli 700 chilometri dall’Europa.
Il generale Haftar, nato negli Stati Uniti ed ex comandante delle forze militari del colonnello Gheddafi, è il comandante supremo dell’esercito libico. La Libia è tuttavia un paese politicamente molto instabile, diviso in tre e impelagato in una guerra civile in cui è coinvolto anche il gruppo di ribelli jihadisti dell’ISIS.
A Bengasi Haftar è al comando di un gruppo molto potente di militari che un tempo erano appoggiati dagli Stati Uniti. Da quando si è rifiutato di riconoscere il governo istituito dalle Nazioni Unite a Tripoli, il suo gruppo può contare sul sostegno dell’Egitto e ad alcuni stati degli Emirati nel Golfo. Sono proprio gli Emirati Arabi Uniti ad aver convinto Haftar ad accettare l’invito a Mosca.
È la seconda visita di Haftar nella capitale della Russia. A giugno il generale libico ha visto il ministro russo della Difesa, Sergei Shoigu, e il consulente per la sicurezza nazionale Nikolai Patrushev, per parlare delle future mosse strategiche del Cremlino in Libia.
In quel periodo le forze speciali degli Stati Uniti, dell’Italia e del Regno Unito stavano facendo pressioni per lanciare un’offensiva coordinata contro l’ISIS per cacciare il gruppo di terroristi internazionali dalla città portuale libica di Sirte, a circa 450 chilometri dalla capitale Tripoli.
Tuttavia l’operazione militare non ha ancora completato la sua missione e Sirte non è stata liberata dalle forze libiche del generale al Sarraj. Meglio stanno andando le offensive contro l’ISIS a Bengasi: a metà novembre le forze armate navali guidate da Haftar hanno annunciato una “grande vittoria” contro i combattenti jihadisti nella seconda città della Libia.
di Daniele Chicca
WSI - Secondo le fonti di intelligence citate da DEBKAfile, il presidente Vladimir Putin potrebbe costruire una seconda base nel Mar Mediterraneo, sulle coste di Bengasi, dopo quella permanente dell’aeronautica militare russa presente a Laodicea, in Siria (la base Hmeymim). Sempre in Siria il porto della logistica a Tartus diventerà una base navale completa a disposizione della Russia. La nuova base russa in Libia ospiterà invece unità sia navali sia aeree, che si troveranno dunque a soli 700 chilometri dall’Europa.
Il generale Haftar, nato negli Stati Uniti ed ex comandante delle forze militari del colonnello Gheddafi, è il comandante supremo dell’esercito libico. La Libia è tuttavia un paese politicamente molto instabile, diviso in tre e impelagato in una guerra civile in cui è coinvolto anche il gruppo di ribelli jihadisti dell’ISIS.
A Bengasi Haftar è al comando di un gruppo molto potente di militari che un tempo erano appoggiati dagli Stati Uniti. Da quando si è rifiutato di riconoscere il governo istituito dalle Nazioni Unite a Tripoli, il suo gruppo può contare sul sostegno dell’Egitto e ad alcuni stati degli Emirati nel Golfo. Sono proprio gli Emirati Arabi Uniti ad aver convinto Haftar ad accettare l’invito a Mosca.
È la seconda visita di Haftar nella capitale della Russia. A giugno il generale libico ha visto il ministro russo della Difesa, Sergei Shoigu, e il consulente per la sicurezza nazionale Nikolai Patrushev, per parlare delle future mosse strategiche del Cremlino in Libia.
In quel periodo le forze speciali degli Stati Uniti, dell’Italia e del Regno Unito stavano facendo pressioni per lanciare un’offensiva coordinata contro l’ISIS per cacciare il gruppo di terroristi internazionali dalla città portuale libica di Sirte, a circa 450 chilometri dalla capitale Tripoli.
Tuttavia l’operazione militare non ha ancora completato la sua missione e Sirte non è stata liberata dalle forze libiche del generale al Sarraj. Meglio stanno andando le offensive contro l’ISIS a Bengasi: a metà novembre le forze armate navali guidate da Haftar hanno annunciato una “grande vittoria” contro i combattenti jihadisti nella seconda città della Libia.
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