Prevista oggi una prima relazione degli investigatori. La vittima uno degli avvocati del vicesindaco Daniele Frongia. Si indaga per capire se l'avvertimento era diretto alla sua attività, politica e lavorativa, oppure in maniera indiretta all'azione della amministrazione capitolina. Grillo: "Diamo fastidio a qualcuno".
Un piccolo involucro da cui fuoriuscivano fili e con dentro tre batterie chiuse, ma senza polvere esplosiva. E' quanto sarebbe stato trovato ieri sera sotto l'abitazione di un collaboratore dello staff del vicesindaco di Roma Daniele Frongia nel quartiere Salario. Sulla vicenda, sulla Procura di Roma ha aperto un'inchiesta e per oggi è prevista una prima relazione da parte degli investigatori. Il collaboratore del vicesindaco è un avvocato e si occupa anche di concessioni per impianti sportivi.
Ancora si ignora la natura dell'atto: se si sia trattato di un avvertimento diretto alla sua attività politica e lavorativa, oppure di una minaccia indiretta verso l'intera amministrazione capitolina. Nella serata di ieri, la Questura ha tenuto a precisare: "Mai parlato di atto intimidatorio". Quanto all'innesco, si tratterebbe di "tre pile avvolte tra di loro con un filo, una specie di giocattolo, una sorta di simulacro lasciato sul davanzale della finestra".
"Un ordigno non ci fermerà". L'intervento sul blog di Beppe Grillo era arrivato immediato: "Si tratta di un messaggio che le forze dell'ordine, alle quali va un ringraziamento per il lavoro svolto con serietà e discrezione, hanno valutato come un atto intimidatorio. Diamo fastidio a qualcuno".
"Nessuno deve restare indietro, nessuno deve rimanere solo" hanno annunciato il comico e la sindaca Raggi. "Lo abbiamo detto sempre e lo diciamo con più forza oggi perché uno di noi, un cittadino, un collaboratore della giunta M5S di Roma, è stato oggetto di una minaccia inaccettabile in un Paese civile".
"Siamo pronti a collaborare con le forze dell'ordine e chiediamo al ministero dell'Interno di intervenire quanto prima", concludeva il post, "dobbiamo fare quadrato attorno a chi di noi viene attaccato,perché siamo una comunità unita che affronta i problemi insieme. Nessuno deve essere lasciato solo".
Un piccolo involucro da cui fuoriuscivano fili e con dentro tre batterie chiuse, ma senza polvere esplosiva. E' quanto sarebbe stato trovato ieri sera sotto l'abitazione di un collaboratore dello staff del vicesindaco di Roma Daniele Frongia nel quartiere Salario. Sulla vicenda, sulla Procura di Roma ha aperto un'inchiesta e per oggi è prevista una prima relazione da parte degli investigatori. Il collaboratore del vicesindaco è un avvocato e si occupa anche di concessioni per impianti sportivi.
Ancora si ignora la natura dell'atto: se si sia trattato di un avvertimento diretto alla sua attività politica e lavorativa, oppure di una minaccia indiretta verso l'intera amministrazione capitolina. Nella serata di ieri, la Questura ha tenuto a precisare: "Mai parlato di atto intimidatorio". Quanto all'innesco, si tratterebbe di "tre pile avvolte tra di loro con un filo, una specie di giocattolo, una sorta di simulacro lasciato sul davanzale della finestra".
"Un ordigno non ci fermerà". L'intervento sul blog di Beppe Grillo era arrivato immediato: "Si tratta di un messaggio che le forze dell'ordine, alle quali va un ringraziamento per il lavoro svolto con serietà e discrezione, hanno valutato come un atto intimidatorio. Diamo fastidio a qualcuno".
"Nessuno deve restare indietro, nessuno deve rimanere solo" hanno annunciato il comico e la sindaca Raggi. "Lo abbiamo detto sempre e lo diciamo con più forza oggi perché uno di noi, un cittadino, un collaboratore della giunta M5S di Roma, è stato oggetto di una minaccia inaccettabile in un Paese civile".
"Siamo pronti a collaborare con le forze dell'ordine e chiediamo al ministero dell'Interno di intervenire quanto prima", concludeva il post, "dobbiamo fare quadrato attorno a chi di noi viene attaccato,perché siamo una comunità unita che affronta i problemi insieme. Nessuno deve essere lasciato solo".
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