mercoledì, ottobre 12, 2016
Parlano Quagliariello e l'ex premier: "la vittoria del No aprirebbe una fase con vero spirito costituente", l'attacco al fronte del Sì: "Uno schieramento minaccioso, da cui capita di subire insulti".

Nel giorno in cui Bersani e Cuperlo aprono alla partecipazione alla commissione Dem per la modifica dell'Italicum, sebbene "scettici", ecco le proposte lanciate oggi da Gaetano Quagliariello e Massimo D'Alema dal fronte del No in vista del referendum. Bocciare a Dicembre la riforma costituzionale, per "aprire subito dopo una nuova stagione di riforme", con l'approvazione del taglio del numero dei deputati e dei senatori, ma lasciando l'attuale bicameralismo perfetto.

La ricetta è quindi quella di votare No al referendum del 4 dicembre e aprire una nuova fase di cambiamento. Secondo Quagliariello: "è stata tradita l'idea iniziale di questa legislatura, quella di fissare regole comuni e dividersi sui principi e sulle soluzioni dei problemi del Paese. Oggi il Paese è diviso sulle regole e i principi e le soluzioni sono stati cacciati dalla porta". Ma la bocciatura non significherà, appunto, interrompere il processo di cambiamento, ma approvare il taglio del numero dei deputati da 630 a 400 e quello dei senatori da 315 a 200.

Una riforma "sbagliata, non utile, non risolve i problemi ma li aggrava". Non va per il leggero Massimo D'Alema, che definisce la vittoria del No tutt'altro che "una catastrofe", bensì "una garanzia assai maggiore rispetto agli impegni presi": ovvero la modifica dell'Italicum. Il No, dunque, "aprirebbe una fase con vero spirito costituente", lontana da quando si è pensato "di imporre delle riforme in una logica di maggioranza", rischiando di stravolgere il testo costituzionale.

Infine, l'ex premier ha rivolto un appello a tutti i parlamentari a firmare la proposta di legge di Quagliariello per il taglio dei deputati, a partire da quelli del Pd. Un'iniziativa volta a dimostrare come, ad oggi, "non esiste uno schieramento politico del No, mentre esiste un blocco politico governativo del Sì, sostenuto dai poteri forti. Uno schieramento minaccioso, da cui capita di subire insulti".


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