Arrivata l'ufficialità in conferenza stampa: "Lascio da uomo libero". Le accuse: "Mancata la coscienza critica. Io, visto come disturbatore. Siamo diventati quelli delle stanze chiuse".
L'uscita del sindaco di Parma Federico Pizzarotti dal Movimento 5 Stelle era attesa ed è arrivata con una conferenza stampa, ad una settimana dall'incontro pentastellato di Palermo: "Non è facile ma è un passo che devo fare, è quello che non hanno fatto il garante e il direttorio. Abbiamo sperato che qualcosa cambiasse ma non è arrivata neppure una telefonata. Il direttorio si è messo dietro il garante e dopo Palermo, col nuovo ruolo del capo politico, la decisione non era più rinviabile".
Il ringraziamento a Grillo, ma immediato l'affondo: "E' mancata la coscienza critica, l'ho esercitata solo io, e quindi vengo visto come disturbatore". L'accusa è a tutto il Movimento: "Non siamo cambiati noi è cambiato il M5s. Non è quello di quando è nato, era libero e adesso siamo quelli dei direttori praticamente nominati, siamo diventati quelli delle stanza chiuse".
Accuse anche alla sindaca di Roma Virginia Raggi: "Cosa sarebbe successo se avessi nominato un ex tesserato del Pd o una ex consulente di Ama? Altro che dare la colpa ai giornalai...non esiste più una coscienza critica e mi sono stufato". Sale sulle ferite del Movimento romano, dopo lo strascico di polemiche rinnovatosi in questi giorni sulla vicenda dell'assessore Muraro.
Pizzarotti, quindi, ha deciso di chiudere la sua esperienza con i 5 Stelle, di cui era stato il primo sindaco eletto, ma ormai da tempo ai ferri corti: "Abbiamo vissuto tre anni di isolamento". Eppure l'esperienza di Parma, non sembra sia stata del tutto negativa secondo il Primo Cittadino: "L'effetto Parma lo cita il Pd ma non il Movimento: da una città in default siamo passati a investire e a città Unesco per la gastronomia. Tutto si fa meno che parlare della nostra esperienza". E il futuro? "Noi andiamo avanti", ma al momento, "nessuna decisione, nessun accordo col Pd e la storia lo dimostrerà".
Pizzarotti era stato sospeso dal M5s cinque mesi fa per non avere comunicato di essere indagato nell'inchiesta sulle nomine alla guida del teatro Regio; inchiesta da cui è stato di recente prosciolto. Condizione che, secondo quando spiegato dal sindaco stesso, non gli è mai stato concesso di chiarire né al Direttorio né allo stesso Grillo. La notizia, arrivata dalla festa di Palermo da cui era stato escluso, di un regolamento interno per cui esisterebbe una vera e propria "clausola Pizzarotti" che potrebbe prolungarne la sospensione di un anno, di fatto inficerebbe ogni sua possibilità di ricandidarsi alle elezioni comunali del 2017.
L'uscita del sindaco di Parma Federico Pizzarotti dal Movimento 5 Stelle era attesa ed è arrivata con una conferenza stampa, ad una settimana dall'incontro pentastellato di Palermo: "Non è facile ma è un passo che devo fare, è quello che non hanno fatto il garante e il direttorio. Abbiamo sperato che qualcosa cambiasse ma non è arrivata neppure una telefonata. Il direttorio si è messo dietro il garante e dopo Palermo, col nuovo ruolo del capo politico, la decisione non era più rinviabile".
Il ringraziamento a Grillo, ma immediato l'affondo: "E' mancata la coscienza critica, l'ho esercitata solo io, e quindi vengo visto come disturbatore". L'accusa è a tutto il Movimento: "Non siamo cambiati noi è cambiato il M5s. Non è quello di quando è nato, era libero e adesso siamo quelli dei direttori praticamente nominati, siamo diventati quelli delle stanza chiuse".
Accuse anche alla sindaca di Roma Virginia Raggi: "Cosa sarebbe successo se avessi nominato un ex tesserato del Pd o una ex consulente di Ama? Altro che dare la colpa ai giornalai...non esiste più una coscienza critica e mi sono stufato". Sale sulle ferite del Movimento romano, dopo lo strascico di polemiche rinnovatosi in questi giorni sulla vicenda dell'assessore Muraro.
Pizzarotti, quindi, ha deciso di chiudere la sua esperienza con i 5 Stelle, di cui era stato il primo sindaco eletto, ma ormai da tempo ai ferri corti: "Abbiamo vissuto tre anni di isolamento". Eppure l'esperienza di Parma, non sembra sia stata del tutto negativa secondo il Primo Cittadino: "L'effetto Parma lo cita il Pd ma non il Movimento: da una città in default siamo passati a investire e a città Unesco per la gastronomia. Tutto si fa meno che parlare della nostra esperienza". E il futuro? "Noi andiamo avanti", ma al momento, "nessuna decisione, nessun accordo col Pd e la storia lo dimostrerà".
Pizzarotti era stato sospeso dal M5s cinque mesi fa per non avere comunicato di essere indagato nell'inchiesta sulle nomine alla guida del teatro Regio; inchiesta da cui è stato di recente prosciolto. Condizione che, secondo quando spiegato dal sindaco stesso, non gli è mai stato concesso di chiarire né al Direttorio né allo stesso Grillo. La notizia, arrivata dalla festa di Palermo da cui era stato escluso, di un regolamento interno per cui esisterebbe una vera e propria "clausola Pizzarotti" che potrebbe prolungarne la sospensione di un anno, di fatto inficerebbe ogni sua possibilità di ricandidarsi alle elezioni comunali del 2017.
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