giovedì, ottobre 06, 2016
Una fotografia disarmante per una società sempre più egoista, in cui i più ricchi si adoperano per accrescere il proprio conto in banca e i più poveri aumentano in modo esponenziale. I bambini? Le vittime di un gioco perverso.

di Dario Cataldo

Quanto si legge dal rapporto presentato dall'Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia e dalla Banca mondiale deve far riflettere su quanto la deriva societaria scriva una pagina sconfortante della Storia dell'uomo. Sarebbero circa 400 milioni i bambini che nel mondo vivono in condizioni di estremo disagio. Su una stima di circa 770 milioni di persone che vivono con meno di 2 dollari al giorno, la metà fa parte del bacino dei minorenni.

L'Africa subsahariana, l'Asia meridionale con un occhio particolare in India, sono le zone più colpite dal disagio. Quattro bambini su Cinque appartenenti a tale statistica vivono in zone rurali, in cui i beni di prima necessità sono di difficile reperimento.

Il direttore generale dell'Unicef, Anthony Lake, dichiara che: "I bambini non solo hanno più probabilità di vivere in condizioni di povertà estrema, ma gli effetti della povertà su di essa sono più dannosi. Inoltre - continua Lake - è scioccante constatare che metà di tutti i bambini dell’Africa subsahariana e un bambino su cinque nei paesi in via di sviluppo crescano in condizioni di povertà estrema. Non è solo un limite per il loro futuro, ma anche per le loro società".

Il direttore del programma povertà e eguaglianza della Banca mondiale, Ana Revenga, avverte che: "Migliorare questi servizi e assicurare che i bambini di oggi possano avere un accesso a opportunità lavorative di qualità, è l’unica strada per rompere il ciclo di povertà intergenerazionale".

Una politica che produca sistemi di protezione sociale per i bambini e per le famiglie in estrema povertà, sarebbe un inizio. Dei programmi finanziari che mirino a sostenere i nuclei familiari per pagare il cibo, accedere alle strutture sanitarie, all'istruzione è la priorità su cui puntare per il rilancio.


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