Prime consultazioni, oggi a Palazzo Chigi, tra il presidente del Consiglio Renzi ed i rappresentanti di enti locali e regione, oltre che sindacati e imprenditori, convocati al tavolo di Casa Italia, allestito per la ricostruzione nelle zone colpite dal sisma. Il servizio di Roberta Gisott: ascolta
Radio Vaticana - Servirà “una regia d’insieme” e “linee guida chiare” per un “lavoro decennale” che sia “un’opera di vera prevenzione e serietà”, così il capo del governo Renzi - dopo aver incontrato il commissario alla ricostruzione Errani - rivolto a sindaci ed amministratori locali, chiedendo di evitare battaglie politiche e di partecipare al progetto di Casa Italia, con proprie valutazioni, ruoli e contributi per un insieme d’interventi su edifici e terreni, progettando “con criteri nuovi e tecnicamente all’avanguardia” cron.
A fine settembre, ha aggiunto Renzi - incontrando sindacati e imprenditori - si procederà alla verifica tecnica e tireremo le somme, ribadendo - alle parti sociali - la necessità di procedere condividendo obiettivi. Riguardo l’ipotesi di un’assicurazione obbligatoria per le abitazione dei terremotati, il presidente del Consiglio ha detto che il provvedimento “nel breve termine, non è all’ordine del giorno”. Lo stesso Renzi, rispondendo nel programma Tv Porta a Porta - in onda questa sera - alla domanda, se è veritiera la somma di 2 miliardi l’anno per la prevenzione sismica, ha risposto: “il problema non sono i soldi, ci sono, bisogna spenderli bene ed evitare che la gente ci mangi sopra”.
Ad oggi - ha riferito la Protezione civile - le persone ospitate nei campi e altre strutture allestiti nelle zone terremotate, sono 4637. Oltre 5 mila sono gli operatori impegnati nell’assistenza sul territorio, oltre al personale delle amministrazioni statali e delle aree colpite dal sisma. Circa 2 mila i volontari di varie organizzazioni. Oltre 13 milioni 370 mila euro i fondi raccolti tramite il numero solidale 45500, che saranno senza alcun ricarico interamente trasferiti alle regione colpite dal sisma. ascolta
Roberto Piermarini si è recato sul versante marchigiano e nel paese di Pescara del Tronto, uno dei centri più colpiti, ha intervistato l'ing. Dino Poggiali, Comandante dei Vigili del Fuoco nell'area del sisma.
R. – Stiamo operando nel complesso del territorio colpito con tre comandi operativi avanzati. Ne abbiamo posizionato uno nelle Marche, ad Arquata del Tronto, dove ci troviamo in questo momento; un altro a Cittàreale, dove si occupa di prestare le operazioni di soccorso su tutta l’area laziale e un altro a Norcia che ha la competenza sul territorio della regione Umbria colpita dal sisma.
D. - In questo momento come state intervenendo visto che la prima fase dell’emergenza, del recupero delle salme e dei feriti è terminata?
R. - C’è stata questa fase ovviamente concitata nella speranza di trovare ancora persone in vita. Terminata questa prima fase almeno nella zona delle Marche – l’ultima persona che ci dicevano essere dispersa è stata recuperata venerdì scorso - abbiamo iniziato subito la seconda fase che prevede un’assistenza stretta alla popolazione. Molta gente è scappata di casa, quasi tutti sono scappati di casa senza potersi portare via niente; quindi giustamente cerchiamo di recuperare tutto il possibile e cerchiamo prima di tutto di mettere in sicurezza la viabilità principale, quindi puntellamenti, cerchiaggi, piccole demolizioni di tutto ciò che può essere di ostacolo al libero movimento delle persone e dei mezzi di soccorso. In una fase successiva garantiremo anche i puntellamenti delle strutture che non sono proprio direttamente sulla viabilità principale, ma che comunque ancora possano essere recuperate.
D. - Le continue scosse stanno aggravando la situazione?
R. - Devo dire che non abbiamo registrato ulteriori gravi crolli. Certamente qualche piccolo elemento che era già molto, molto critico di per sé è stato aiutato a cadere da questa scossa. Per fortuna non ci sono stati feriti, anzi a proposito voglio ricordare a tutti i residenti della zona che i vigili del fuoco accompagnano chi ha bisogno vicino alle proprie abitazioni fino al punto sicuro più raggiungibile; non cercate di eludere i controlli che sono al limite della zona rossa proprio, perché nessuno di noi sa quando possa verificarsi un eventuale sciame sismico e quindi può essere molto pericoloso cercare di avventurarsi da soli all’interno di una zona che ha degli elementi di rischio fortissimi.
D. - Che cosa vi chiede la popolazione in generale?
R. - La popolazione ci chiede di poter accedere alle proprie abitazioni; questa è la voglia anche di vedere .., poi ci chiede di aiutarli a recuperare gli effetti personali. Ci troviamo in una zona di piccole realtà, di piccoli paesi, molto vicini alla loro terra. Ci sono piccoli centri di allevamento in questa zona e quindi portare cibo e acqua agli animali è una particolarità che per esempio in altre realtà in altri terremoti più urbani non avevamo trovato.
D. - Lei ha un’esperienza ventennale di interventi nei sismi, nei terremoti. Che cosa l’ha colpita di più di questo sisma nelle Marche in questi giorni?
R. - La compostezza e la dignità delle persone. Gli effetti del terremoto sono stati devastanti; più devastanti di tanti, tanti altri terremoti che ho visto. L’area è molto piccola, almeno nella zona marchigiana, ma la distruzione ha una percentuale di danno elevatissima, molto più elevata che in altri terremoti precedenti a cui ho partecipato come soccorritore. La popolazione ha reagito con forza, con molta dignità, come dicevo prima, e questo sicuramente ti colpisce.
D. - State aspettando il Papa?
R. - Sì, sappiamo che verrà. Non sappiamo quando, non so se voi ci potete dare notizie più aggiornate, più fresche. Lo aspettiamo con trepidazione perché in pima battuta possa portare conforto a tutta questa gente che sta veramente soffrendo tantissimo.
D. - ...e anche perché ha riconosciuto il lavoro che state portando avanti …
R. - Certamente.
Radio Vaticana - Servirà “una regia d’insieme” e “linee guida chiare” per un “lavoro decennale” che sia “un’opera di vera prevenzione e serietà”, così il capo del governo Renzi - dopo aver incontrato il commissario alla ricostruzione Errani - rivolto a sindaci ed amministratori locali, chiedendo di evitare battaglie politiche e di partecipare al progetto di Casa Italia, con proprie valutazioni, ruoli e contributi per un insieme d’interventi su edifici e terreni, progettando “con criteri nuovi e tecnicamente all’avanguardia” cron.
A fine settembre, ha aggiunto Renzi - incontrando sindacati e imprenditori - si procederà alla verifica tecnica e tireremo le somme, ribadendo - alle parti sociali - la necessità di procedere condividendo obiettivi. Riguardo l’ipotesi di un’assicurazione obbligatoria per le abitazione dei terremotati, il presidente del Consiglio ha detto che il provvedimento “nel breve termine, non è all’ordine del giorno”. Lo stesso Renzi, rispondendo nel programma Tv Porta a Porta - in onda questa sera - alla domanda, se è veritiera la somma di 2 miliardi l’anno per la prevenzione sismica, ha risposto: “il problema non sono i soldi, ci sono, bisogna spenderli bene ed evitare che la gente ci mangi sopra”.
Ad oggi - ha riferito la Protezione civile - le persone ospitate nei campi e altre strutture allestiti nelle zone terremotate, sono 4637. Oltre 5 mila sono gli operatori impegnati nell’assistenza sul territorio, oltre al personale delle amministrazioni statali e delle aree colpite dal sisma. Circa 2 mila i volontari di varie organizzazioni. Oltre 13 milioni 370 mila euro i fondi raccolti tramite il numero solidale 45500, che saranno senza alcun ricarico interamente trasferiti alle regione colpite dal sisma. ascolta
Roberto Piermarini si è recato sul versante marchigiano e nel paese di Pescara del Tronto, uno dei centri più colpiti, ha intervistato l'ing. Dino Poggiali, Comandante dei Vigili del Fuoco nell'area del sisma.
R. – Stiamo operando nel complesso del territorio colpito con tre comandi operativi avanzati. Ne abbiamo posizionato uno nelle Marche, ad Arquata del Tronto, dove ci troviamo in questo momento; un altro a Cittàreale, dove si occupa di prestare le operazioni di soccorso su tutta l’area laziale e un altro a Norcia che ha la competenza sul territorio della regione Umbria colpita dal sisma.
D. - In questo momento come state intervenendo visto che la prima fase dell’emergenza, del recupero delle salme e dei feriti è terminata?
R. - C’è stata questa fase ovviamente concitata nella speranza di trovare ancora persone in vita. Terminata questa prima fase almeno nella zona delle Marche – l’ultima persona che ci dicevano essere dispersa è stata recuperata venerdì scorso - abbiamo iniziato subito la seconda fase che prevede un’assistenza stretta alla popolazione. Molta gente è scappata di casa, quasi tutti sono scappati di casa senza potersi portare via niente; quindi giustamente cerchiamo di recuperare tutto il possibile e cerchiamo prima di tutto di mettere in sicurezza la viabilità principale, quindi puntellamenti, cerchiaggi, piccole demolizioni di tutto ciò che può essere di ostacolo al libero movimento delle persone e dei mezzi di soccorso. In una fase successiva garantiremo anche i puntellamenti delle strutture che non sono proprio direttamente sulla viabilità principale, ma che comunque ancora possano essere recuperate.
D. - Le continue scosse stanno aggravando la situazione?
R. - Devo dire che non abbiamo registrato ulteriori gravi crolli. Certamente qualche piccolo elemento che era già molto, molto critico di per sé è stato aiutato a cadere da questa scossa. Per fortuna non ci sono stati feriti, anzi a proposito voglio ricordare a tutti i residenti della zona che i vigili del fuoco accompagnano chi ha bisogno vicino alle proprie abitazioni fino al punto sicuro più raggiungibile; non cercate di eludere i controlli che sono al limite della zona rossa proprio, perché nessuno di noi sa quando possa verificarsi un eventuale sciame sismico e quindi può essere molto pericoloso cercare di avventurarsi da soli all’interno di una zona che ha degli elementi di rischio fortissimi.
D. - Che cosa vi chiede la popolazione in generale?
R. - La popolazione ci chiede di poter accedere alle proprie abitazioni; questa è la voglia anche di vedere .., poi ci chiede di aiutarli a recuperare gli effetti personali. Ci troviamo in una zona di piccole realtà, di piccoli paesi, molto vicini alla loro terra. Ci sono piccoli centri di allevamento in questa zona e quindi portare cibo e acqua agli animali è una particolarità che per esempio in altre realtà in altri terremoti più urbani non avevamo trovato.
D. - Lei ha un’esperienza ventennale di interventi nei sismi, nei terremoti. Che cosa l’ha colpita di più di questo sisma nelle Marche in questi giorni?
R. - La compostezza e la dignità delle persone. Gli effetti del terremoto sono stati devastanti; più devastanti di tanti, tanti altri terremoti che ho visto. L’area è molto piccola, almeno nella zona marchigiana, ma la distruzione ha una percentuale di danno elevatissima, molto più elevata che in altri terremoti precedenti a cui ho partecipato come soccorritore. La popolazione ha reagito con forza, con molta dignità, come dicevo prima, e questo sicuramente ti colpisce.
D. - State aspettando il Papa?
R. - Sì, sappiamo che verrà. Non sappiamo quando, non so se voi ci potete dare notizie più aggiornate, più fresche. Lo aspettiamo con trepidazione perché in pima battuta possa portare conforto a tutta questa gente che sta veramente soffrendo tantissimo.
D. - ...e anche perché ha riconosciuto il lavoro che state portando avanti …
R. - Certamente.
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