I due connazionali, un ragazzo di 21 anni ed un uomo di 51, non sono in gravi condizioni. Prese di mira nella notte le principali località costiere nell'area meridionale del paese, da tempo contesa da gruppi separatisti. Il governo militare, però, non parla espressamente di "terrorismo".
Ci sono anche due italiani tra i 22 feriti nella doppia esplosione avvenuta a Hua Hin, in un resort turistico della località a sud di Bangkok, in Thailandia. La polizia ha fatto sapere che, nel corso di una notte di sangue e terrore, in tutto sono state 11 le esplosioni che hanno colpito 5 province meridionali. Nella maggior parte dei casi si è trattato di duplici deflagrazioni: 4 i morti. La polizia non ha, però, definito questi atti come terrorismo, parlando, di fronte ai giornalisti, di "sabotaggio locale".
Nelle prime ore di oggi, la Farnesina ha confermato il coinvolgimento di due italiani, feriti ma entrambi al momento fuori pericolo: uno dimesso già ieri sera ed uno sotto osservazione, raccomandando a chiunque si trovi nei paraggi di comunicare la propria presenza all'Ambasciata a Bangkok.
I due connazionali coinvolti, sono un ragazzo di 21 anni, Lorenzo Minuti, e un uomo di 51 anni, Andrea Tazzioli. Il primo è stato curato in pronto soccorso per ferite minori e dimesso già in serata, mentre il secondo, trovandosi ad appena 2 metri da un ordigno, è stato colpito alla schiena da una scheggia; operato d'urgenza e sta ora riposando nella sua camera d'ospedale.
In tutto si parla di 22 persone ricoverate, tra cui almeno cinque turisti stranieri. Il primo ministro thailandese Prayuth Chan-ocha ha decretato lo stato d'allerta in tutto il Paese.
Manca ancora una rivendicazione. Il leader della giunta militare ha puntato il dito contro l'opposizione dell'ex premier Thaksin Shinawatra. L'attentato, infatti, cadrebbe ad una settimana dall'approvazione della nuova Costituzione d'ispirazione militare. D'altro canto, secondo gli analisti risulterebbe difficile incolpare i gruppi separatisti musulmani, sarebbe infatti la prima volta che agiscono aldilà delle 3 provincie a Sud che reclamano (vicino alla Malaysia).
L’attentato di Hua Hin ha seguito di poche ore un altro, compiuto con tecnica simile nella provincia meridionale di Trang, nel quale sarebbero state coinvolte 6 persone del luogo, tutte ferite, ma che la polizia tende ad attribuire a vicende locali. Poco dopo le 8 (l'1 di notte in Italia) a Surat Thani, altre 2 bombe sono esplose vicino a due stazioni di polizia, uccidendo una persona poco dopo una cerimonia in onore del compleanno della regina Sirikit. Di nuovo a Hua Hin un'esplosione si è verificata vicino alla torre dell'orologio, in pieno centro turistico: almeno 3 i feriti. Altre due esplosioni sono state riportate, infine, vicino a un chiosco della polizia a Phuket, nella popolare spiaggia di Patong, con almeno un ferito.
Nonostante quella che ha tutta l'aria di essere un'ondata di attentati strategicamente coordinati, i militari hanno accuratamente evitato di parlare di terrorismo, tenendo conto che nel paese sono attesi oltre 30 milioni di stranieri, ed il settore turistico contribuisce al 10% del Pil.
Ci sono anche due italiani tra i 22 feriti nella doppia esplosione avvenuta a Hua Hin, in un resort turistico della località a sud di Bangkok, in Thailandia. La polizia ha fatto sapere che, nel corso di una notte di sangue e terrore, in tutto sono state 11 le esplosioni che hanno colpito 5 province meridionali. Nella maggior parte dei casi si è trattato di duplici deflagrazioni: 4 i morti. La polizia non ha, però, definito questi atti come terrorismo, parlando, di fronte ai giornalisti, di "sabotaggio locale".
Nelle prime ore di oggi, la Farnesina ha confermato il coinvolgimento di due italiani, feriti ma entrambi al momento fuori pericolo: uno dimesso già ieri sera ed uno sotto osservazione, raccomandando a chiunque si trovi nei paraggi di comunicare la propria presenza all'Ambasciata a Bangkok.
I due connazionali coinvolti, sono un ragazzo di 21 anni, Lorenzo Minuti, e un uomo di 51 anni, Andrea Tazzioli. Il primo è stato curato in pronto soccorso per ferite minori e dimesso già in serata, mentre il secondo, trovandosi ad appena 2 metri da un ordigno, è stato colpito alla schiena da una scheggia; operato d'urgenza e sta ora riposando nella sua camera d'ospedale.
In tutto si parla di 22 persone ricoverate, tra cui almeno cinque turisti stranieri. Il primo ministro thailandese Prayuth Chan-ocha ha decretato lo stato d'allerta in tutto il Paese.
Manca ancora una rivendicazione. Il leader della giunta militare ha puntato il dito contro l'opposizione dell'ex premier Thaksin Shinawatra. L'attentato, infatti, cadrebbe ad una settimana dall'approvazione della nuova Costituzione d'ispirazione militare. D'altro canto, secondo gli analisti risulterebbe difficile incolpare i gruppi separatisti musulmani, sarebbe infatti la prima volta che agiscono aldilà delle 3 provincie a Sud che reclamano (vicino alla Malaysia).
L’attentato di Hua Hin ha seguito di poche ore un altro, compiuto con tecnica simile nella provincia meridionale di Trang, nel quale sarebbero state coinvolte 6 persone del luogo, tutte ferite, ma che la polizia tende ad attribuire a vicende locali. Poco dopo le 8 (l'1 di notte in Italia) a Surat Thani, altre 2 bombe sono esplose vicino a due stazioni di polizia, uccidendo una persona poco dopo una cerimonia in onore del compleanno della regina Sirikit. Di nuovo a Hua Hin un'esplosione si è verificata vicino alla torre dell'orologio, in pieno centro turistico: almeno 3 i feriti. Altre due esplosioni sono state riportate, infine, vicino a un chiosco della polizia a Phuket, nella popolare spiaggia di Patong, con almeno un ferito.
Nonostante quella che ha tutta l'aria di essere un'ondata di attentati strategicamente coordinati, i militari hanno accuratamente evitato di parlare di terrorismo, tenendo conto che nel paese sono attesi oltre 30 milioni di stranieri, ed il settore turistico contribuisce al 10% del Pil.
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