martedì, agosto 09, 2016
“Se Donald Trump venisse eletto presidente potrebbe realizzare quello che un centinaio di divisioni militari sovietiche non sono riuscite a fare lungo tutto il corso della Guerra Fredda: spaccare la Nato e porre fine all’alleanza di successo tra le democrazie transatlantiche”.

di Alberto Battaglia  

WSI - A dirlo è Jorge Benitez direttore della NatoSource ed esperto di sicurezza internazionale. Il commento di Benitez ragiona su quella che potrebbe essere la più pericolosa delle affermazioni del candidato repubblicano alla Casa Bianca: il fatto che non sarebbe scontato l’intervento americano in caso di aggressione mossa contro uno degli alleati Nato.

Il patto transatlantico lo stabilisce espressamente: un attacco a una delle sue componenti prevede l’intervento militare difensivo da parte di tutti gli alleati. Disattendere questa regola fondamentale, nota Benitez, minerebbe profondamente la sicurezza internazionale, anche perché, com’è ovvio, sono gli Stati Uniti la forza militare di gran lunga più significativa fra quelle in seno alla Nato.

“Che vinca o che perda, Trump ha già fatto un piacere al presidente russo Vladimir Putin danneggiando la credibilità dell’america come alleato e indebolendo la [sua] funzione deterrente in Europa”, scrive Benitez, avendo in mente, i crescenti timori del confine orientale dell’area dell’alleanza, ad esempio da parte delle repubbliche baltiche attente a possibili attacchi militari russi, od analoghi tentativi di destabilizzazione.

“Dichiarando che indebolirebbe gli impegni americani verso la Nato, Trump sta mettendo a rischi uno dei più importanti componenti della sicurezza nazionale ed aumentando la possibilità di una guerra in Europa”, afferma Benitez, prima di passare alla lapidaria conclusione: “Trump ha superato Putin come uomo più pericoloso del mondo”. Prima di Trump nessun presidente, ancorché repubblicano, si era mai sognato di sminuire il ruolo della Nato per gli Stati Uniti. “Ad esempio”, scrive Benitez, “Ronald Reagan aveva descritto la Nato come il cuore della politica estera americana e della propria sicurezza”.


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