lunedì, luglio 25, 2016
Perquisita l'abitazione del rifugiato siriano, trovato materiale per altre bombe. Sul cellulare le prove dell'adesione al Califfato e minacce di un nuovo attentato. Arrivata la rivendicazione. Si cercano complici. A Monaco, intanto, spuntano nuove accuse contro l'amico di Sonboly: "Anche lui nella zona della strage".

Sono ore frenetiche per la polizia tedesca, costretta a far fronte alla crisi terroristica che si è improvvisamente abbattuta sul paese. Mohammed Delel, 27enne rifugiato siriano, che soffriva di disturbi psichici e sul cui corpo sono state trovate varie ferite di guerra, si è fatto saltare in aria durante un festival musicale ad Ansbach, in Baviera, provocando 12 feriti, nessuno dei quali in pericolo di vita.

Prove dell'adesione all'autoproclamato Stato Islamico sono arrivate dal suo telefonino, attraverso l'applicazione Whatsapp e 6 diversi profili Facebook. Secondo quanto spiegato in conferenza stampa dal ministro dell'Interno bavarese Joachim Herrmann: "Nel video l'uomo minaccia in arabo un nuovo attentato in Germania nel nome dell'Islam". Arrestato anche un presunto complice. Intanto l'Isis, attraverso l'agenzia Amaq, ha rivendicato l'atto: "Ha eseguito l'operazione rispondendo all'appello di colpire i Paesi della coalizione che combatte lo Stato Islamico".

Poco prima dell'attentato, alcuni testimoni lo avevano visto camminare avanti e indietro in maniera nervosa. E' possibile che stesse per abbandonare lo zaino in cui portava l'ordigno per azionarlo a distanza, ma poco dopo c'è stata l'esplosione.

La bomba, secondo gli artificieri, era stata fabbricata artigianalmente dallo stesso Delel. Nell'abitazione del siriano sono stati trovati altri materiali per la fabbricazione di ordigni, una tanica con liquido infiammabile, acido cloridrico, alcol puro, un saldatore, cavi e batterie.

L'uomo era arrivato in Germania il 3 luglio 2014 e aveva presentato domanda di asilo: la sua richiesta era stata negata l'anno scorso e doveva essere estradato. Tuttavia, Delel si trovava ancora in Germania grazie allo status di "tollerato", in quanto la legge tedesca vieta l'espulsione di persone verso Paesi dove è in corso una guerra.

Sempre in Baviera, si aggrava la posizione del 16enne amico di Ali Sonboly arrestato ieri a Monaco nell'ambito della indagini sulla strage al centro commerciale. Secondo la Procura di Monaco, poco prima dell'attentato il giovane aveva parlato via WhatsApp con l'amico e sapeva che aveva un'arma con sé. Il, inoltre, sedicenne era anche fisicamente vicino al luogo in cui il killer si trovava venerdì pomeriggio: "Si sono visti poco prima. Molto probabilmente sapeva quello che l'amico voleva fare".

I due ragazzi si erano conosciuti nel centro presso il quale Ali era seguito per una forma di depressione, coltivando insieme il mito della figura di Breivik, l'assassino norvegese che il 22 luglio 2011 a Oslo e Utoya uccise 77 persone.


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