Nel dramma umanitario siriano, oltre alle vittime del conflitto civile, i milioni di profughi e di rifugiati, c'è da fare i conti con un patrimonio culturale da salvaguardare dalla distruzione. Sono i volontari a evitare l'irreparabile ma occorre una "Coalizione di civiltà" contro l'Isis per fermare lo scempio.
di Dario Cataldo
L'incredibile ricchezza culturale siriana sarebbe distrutta se non fosse per volontari, studenti, attivisti e storici che ogni giorno tentano di mettere in sicurezza quanto più possibile. In una spirale che coinvolge le forze governative di Bashar al Assad, i gruppi ribelli e i jihadisti dello Stato islamico, il Paese è in costante declino ormai da diversi anni. Nei mesi scorsi, la Commissione Europea si è impegnata a diffondere presso gli Stati membri la lista dei beni culturali a rischio, chiedendo la massima collaborazione.
Senza dubbio, nel notevole patrimonio artistico e storico, in pericolo c'è il Maarat Mosaic Museum, che si trova nella provincia controllata dai ribelli di Idlib. Le ultime notizie informano di persone del luogo che aiutate dall’organizzazione The Day After – Heritage Protection Initiative, hanno utilizzato centinaia di sacchi di sabbia per proteggere i preziosi mosaici di epoca romana e bizantina dai bombardamenti e dagli scontri a fuoco.
Il luogo purtroppo è oggetto di attacchi gratuiti e spietati. Il regime siriano qualche mese fa ha lanciato un barile bomba nel cortile del museo, il quale grazie ai sacchi di sabbia, non ha sortito l'effetto distruttivo sperato. Oltre al potere devastante della guerra, un ulteriore problema è rappresentato dal saccheggio e lo sciacallaggio dei beni culturali. Sempre più spesso il fenomeno è regolarmente praticato in tutte le aree della Siria.
Affermare che se ancora qualcosa resiste all'efferatezza del conflitto bellico è solo grazie ai volontari che lottano ogni giorno per proteggere l’inestimabile patrimonio culturale siriano, per non cancellare la memoria e la bellezze di un paese martoriato, non è qualcosa campato in aria bensì un dato di fatto, una certezza che rende ancora di più l'idea di una "Siria dimenticata", territorio di nessuno e in balia di un destino che molti danno ormai per scontato.
di Dario Cataldo
L'incredibile ricchezza culturale siriana sarebbe distrutta se non fosse per volontari, studenti, attivisti e storici che ogni giorno tentano di mettere in sicurezza quanto più possibile. In una spirale che coinvolge le forze governative di Bashar al Assad, i gruppi ribelli e i jihadisti dello Stato islamico, il Paese è in costante declino ormai da diversi anni. Nei mesi scorsi, la Commissione Europea si è impegnata a diffondere presso gli Stati membri la lista dei beni culturali a rischio, chiedendo la massima collaborazione.
Senza dubbio, nel notevole patrimonio artistico e storico, in pericolo c'è il Maarat Mosaic Museum, che si trova nella provincia controllata dai ribelli di Idlib. Le ultime notizie informano di persone del luogo che aiutate dall’organizzazione The Day After – Heritage Protection Initiative, hanno utilizzato centinaia di sacchi di sabbia per proteggere i preziosi mosaici di epoca romana e bizantina dai bombardamenti e dagli scontri a fuoco.
Il luogo purtroppo è oggetto di attacchi gratuiti e spietati. Il regime siriano qualche mese fa ha lanciato un barile bomba nel cortile del museo, il quale grazie ai sacchi di sabbia, non ha sortito l'effetto distruttivo sperato. Oltre al potere devastante della guerra, un ulteriore problema è rappresentato dal saccheggio e lo sciacallaggio dei beni culturali. Sempre più spesso il fenomeno è regolarmente praticato in tutte le aree della Siria.
Affermare che se ancora qualcosa resiste all'efferatezza del conflitto bellico è solo grazie ai volontari che lottano ogni giorno per proteggere l’inestimabile patrimonio culturale siriano, per non cancellare la memoria e la bellezze di un paese martoriato, non è qualcosa campato in aria bensì un dato di fatto, una certezza che rende ancora di più l'idea di una "Siria dimenticata", territorio di nessuno e in balia di un destino che molti danno ormai per scontato.
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