giovedì, giugno 09, 2016
Tensione alle stelle nella tendopoli. Un centinaio di migranti stanno inscenando, per le strade di San Frediano (RC),una manifestazione di protesta per l'uccisione avvenuta ieri di migrante da parte di un carabiniere. I migranti gridano slogan: "Carabinieri razzisti" e "Italia razzisti".

Manifestazione di un centinaio di migranti per le strade di San Frediano, in provincia di Reggio Calabria. Gli immigrati contestano l'uccisione da parte di un carabiniere di un ventisettenne malese che lo aveva aggredito nella giornata di mercoledì 8 giugno all'interno della tendopoli di Rosarno. Il clima è di rabbia e tensione, ma al momento non si registrano episodi di violenza.

In marcia verso il Comune, i migranti scandiscono slogan come "Italia razzista" e contro i carabinieri. Presenti agenti di polizia in borghese per controllare l'evolversi della protesta. Non si sono registrate reazioni o commenti da parte dei cittadini che stanno assistendo al corteo.

"Siamo qui per lavorare e mangiare. Non per fare la guerra", le parole, davanti al Municipio, di un connazionale del giovane morto ieri, "quello che è accaduto ieri non è giusto e vogliamo che tutta l'Italia e l'Europa lo sappiano". La protesta ha però come oggetto anche le condizioni in cui gli extracomunitari sono costretti a vivere dentro la tendopoli.

Ancora non si è fatta piena luce sul tragico episodio avvenuto ieri.

Secondo le prime ricostruzioni, tutto sarebbe accaduto all'interno dello spaccio abusivo della tendopoli, intorno a mezzogiorno. Il militare sarebbe intervenuto insieme ad un collega per sedare una lite tra due ospiti del campo, forse dovuta ad un furto. Alla vista degli uomini in divisa, uno dei due, Sekine Triore (26 anni, originario del Mali), prima avrebbe lanciato degli oggetti, ferendo alla fronte uno dei carabinieri, dopodiché avrebbe estratto un coltello e si sarebbe scagliato contro uno di loro, colpendolo vicino all'occhio. Uno dei carabinieri avrebbe, però, reagito esplodendo contro la vittima un colpo di pistola letale.

Secondo il Procuratore di Palmi "il quadro che si delinea sarebbe quello della legittima difesa"; la vittima si sarebbe trovata in un evidente stato d'agitazione, ma non ci è dato sapere se ciò fosse dovuto all'assunzione di alcol o di altre sostanze, ed avrebbe minacciato altri immigrati che vivono nella tendopoli.

Nella serata si è ipotizzato anche un possibile stato d'infermità mentale del giovane malese. Le condizioni in cui versano gli abitanti della tendopoli costituiscono, da tempo, motivo di discussione sia a livello locale che nazionale. La politica non avrebbe, infatti, le risorse per occuparsene e lo stato di abbandono in ruderi fatiscenti costituisce una situazione sempre più sull'orlo di una crisi di nervi, con un migliaio di stranieri che devono dividersi i pochi spiccioli che frutta il lavoro stagionale negli aranceti con caporali e criminali di turno.


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