giovedì, giugno 09, 2016
Dopo un mese dall’Omelia per la chiusura del corso di studi sulla famiglia, dell’Istituto Giovanni Paolo II, per la quale il Presule ha ribadito un concetto: la famiglia al primo posto, non si placano le polemiche. Coinvolte 53 Associazioni Lgbt – la sigla che unifica Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender – e addirittura il Parlamento regionale della comunità di Valencia. L’Organo istituzionale si appresta a votare una mozione di condanna per l’Arcivescovo valenciano, reo di “incitare all’odio sessuale, di non essere cristiano e di essere omofobo, razzista e sessista”.

di Dario Cataldo

Non sembra calare l’onda mediatica che ha investito il Card. Antonio Cañizares Llovera. Era il 13 Maggio, giorno in cui si celebra la Madonna di Fatima quando fu pronunciato un discorso sui valori della Famiglia, come punto di partenza per la società. Da lì, il finimondo. L’analisi del documento però non lascia dubbi: il Presule ha ribadito un dato oggettivo: l’istituto familiare è messo in discussione.

Dichiara il Cardinale: “Nella famiglia si gioca il futuro dell’uomo e di tutta la società. Sicuramente viviamo tempi non facili per la famiglia. L’istituto familiare – continua Cañizares Llovera – è diventato oggetto di contraddizione: da una parte è l’istituzione sociale più apprezzata, almeno secondo i sondaggi, anche tra i giovani, dall’altra è scossa nelle sue fondamenta da gravi minacce. Esplicite o subdole. La famiglia oggi patisce nella nostra cultura innumerevoli gravi difficoltà e allo stesso tempo subisce attacchi importanti che nessuno può nascondersi. Ci sono leggi contrarie alla famiglia, l’azione ostile di forze politiche e sociali, alle quali aderiscono i movimenti dell’impero gay, di ideologie come il femminismo radicale o la più insidiosa di tutte, l’ideologia di genere. Questa situazione è così grave, e ha conseguenze tali per il futuro della società, che si può senza dubbio considerare la stabilità del matrimonio e della famiglia, insieme al suo sostegno e al riconoscimento pubblico, come il primo problema sociale, di attenzione ai più deboli e alle periferie esistenziali. Quando si attacca e si danneggia la famiglia, le relazioni umane più sacre vengono pervertite, si riempie di sofferenza e disperazione la vita di molti uomini e donne, e si proietta una tenebra di solitudine e indifferenza sulla storia e su tutta la vita sociale. Ecco perché c’è un grande bisogno di misericordia e di vivere la misericordia”.

La lunga Omelia è completamente legata all’idea di famiglia come nucleo imprescindibile dal quale partire per costruire le fondamenta sociali. Come aggiunge il Religioso: “La promozione e la difesa della famiglia, fondata sul matrimonio indissolubile, è la base di una nuova cultura dell’amore. Ciò che è contrario alla civiltà dell’amore, e pertanto alla famiglia, è contrario a tutta la verità sull’uomo e costituisce per lui una minaccia. Solo la difesa della famiglia aprirà il cammino alla civiltà dell’amore, all’affermazione dell’uomo e della sua dignità inviolabile, alla cultura della solidarietà e della vita. Solo la famiglia è la speranza dell’umanità”.

Nulla di nuovo sotto il cielo, o quantomeno cosa potrebbe dire un sacerdote? Aprire all’ideologia gender? Magari come sta accadendo in Spagna, introducendola nelle scuole per un’educazione sessuale che già in tenera età contempla il riconoscimento della propria sessualità e al conseguente cambiamento chirurgico di sesso, senza il consenso dei genitori?

Ciò che nella “democratica” Spagna sta accadendo ai danni di Cañizares, rimanda a quelle intimidazioni dei “poteri forti” vera piaga dello Novecento. Il bavaglio che si cerca di mettere a chi è in dissenso rimanda alla cultura della censura, alla dittatura del pensiero unico.

La Gogna pubblica per il Cardinale è una realtà con cui l’Occidente deve fare i conti. La famiglia e i figli nati al suo interno sono una tra le tante opzioni contemplate dal panorama contemporaneo. La rivoluzione antropologica dell’ideologia gender ha soppiantato radicate concezioni condivise a favore dell’individuo, delle sue suggestioni, delle sue impressioni. Ciò che più conta adesso è l’aspetto edonistico.

Il senso della vita è “godersi la vita”, nella sfera dell’effimero, dell’immediato e dell’appagamento immediato. La costruzione, il lascito della tradizione da lasciare ai posteri è una pratica obsoleta in nome di un presente godereccio e veniale.

Le più grandi civiltà della storia, hanno raggiunto la loro fase entropica – cioè il grado di disordine che precede il crollo – dopo il calo demografico. Il mancato investimento nella famiglia, nell’aumento della natalità e in politiche sociali, comporta dei rischi con cui fare i conti.


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