mercoledì, giugno 01, 2016
L'Alto rappresentante dell'Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza Mogherini è arrivata lunedì a Jeddah (Arabia Saudita) per una visita di due giorni. Dalle dichiarazioni rilasciate alla conferenza finale, emergono contraddizioni con la politica della Russia e degli Stati Uniti sulla modalità di risolvere la crisi siriana.

di Patrizio Ricci

 Nel corso della sua visita a Jeddah compiuta dal 30 al 31 maggio, la responsabile della politica estera europea ha intrattenuto colloqui con alti funzionari sauditi tra cui il segretario generale del Consiglio di Cooperazione del Golfo (GCC) Abdullatif Al-Zayani e il ministro degli esteri saudita Jubeir.
I colloqui sono stati concentrati sopratutto sul progetto "Saudi Visio 2030" , un piano che nei prossimi 14 anni dovrebbe puntare alla diversificazione economica così da ridurre al minimo la dipendenza del regno dal petrolio. Ovviamente è una opportunità per i paesi europei perchè i sauditi investiranno in Europa comprando 'a destra e manca'. Naturalmente non sono mancati colloqui sulle crisi in corso in diversi paesi dell'area mediorientale.

Mogherini arrivo a Jeddah
Su quest'ultimo argomento, il sito della CNN in lingua araba riporta che il ministro degli esteri saudita, Adel al - Jubeir ha detto durante la conferenza stampa congiunta con la ministra Mogherini che tra l'Unione Europea e l'Arabia Saudita "c'è consenso affinchè il sostegno militare attuale verso  l'opposizione siriana moderata, venga  mantenuto".
Il ministro saudita  ha aggiunto che  la convergenza di vedute c'è anche "per quanto riguarda la Siria, Iraq, Yemen, Libia" - in particolare egli ha affermato che - "c'è intesa internazionale per  una soluzione politica in Siria che si basi sui principi della risoluzione 2254 della Dichiarazione di Ginevra I e del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite" (la Conferenza di Ginevra del giugno 2012 fu subito sabotata dalla Segretaria di Stato Hillary Clinton e dai 'neocon'. La Francia circa due settimane dopo vanificò i colloqui di pace promuovendo la conferenza di Parigi degli "Amici della Siria" che mise le basi per una nuova escalation del conflitto tramite l’operazione "Vulcano di Damasco e terremoto della Siria").

Jubeir durante il suo intervento, ha  accusato Assad di avere gravi responsabilità sulla mancata cessazione delle ostilità e nell'ostacolare l'accesso degli aiuti umanitari. Ha ribadito inoltre che è necessario mantenere una posizione forte verso il Presidente siriano e "fargliela pagare" se non risponde alle richieste internazionali. Infine ha auspicato  che "le speranze e le aspirazioni dei fratelli siriani nella costruzione di una nuova nazione che non comprenda al-Assad sia raggiunto, se Dio vuole".

Lama al-Sulaimanha
Durante la visita è stata data particolare enfasi ai progressi fatti nel Regno per quando riguarda l'emancipazione femminile nella società. A tale scopo la Mogherini ha incontrato diverse donne saudite impiegate in diversi settori lavorativi. In particolare, la vice presidente della Camera di Commercio di Jeddah, Lama al-Sulaimanha ha auspicato che i cittadini europei siano informati più correttamente sulla società saudita e ha accusato i media stranieri di fare una cattiva informazione contribuendo  nel creare  stereotipi della società saudita e, in particolare, sulla condizione delle donne saudite. Una delle donne incontrate dalla Mogherini Rasha Hifzi, un membro del consiglio comunale, ha raccontato con soddisfazione delle lotte intraprese per ottenere l'autorizzazione a far sedere le donne a fianco a fianco agli uomini nei consigli comunali.

Queste ed altre timide esperienze che cercano di farsi strada nella società saudita, sono state raccontate al rappresentante della politica estera della UE. Tuttavia, benchè tali progressi siano positivi e vadano valorizzati, è sconcertante che  Mogherini non noti il paradosso che esiste tra l'ostile atteggiamento che la UE riserva alla SIRIA e il clima di festosa amicizia e connivenza che la stessa intrattiene  con l'Arabia Saudita paese di gran lunga meno libero e democratico della Siria.


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