sabato, giugno 11, 2016
 L'agenzia Stratford riferisce che ''la Francia ha appena iniziato a costruire una base militare in una zona controllata dai curdi del nord della Siria nei pressi di Kobanê''.

di Patrizio Ricci
 
Fino ad oggi, la presenza di Parigi era nota nella sola regione di del Kurdistan iracheno
ed  era conosciuta come limitata a soli 150 soldati francesi. Invece, venerdì scorso, funzionari del ministero della difesa francese hanno rivelato la presenza di unità delle forze speciali francesi anche in territorio siriano . La loro funzione sarebbe quella di fornire consulenza alle Forze Democratiche Siriane (SDF) appoggiate dagli USA nelle operazioni di combattimento in corso per la liberazione di Raqqa (roccaforte di Isis  situata nella Siria del nord). Le forze di Parigi si aggiungono così agli altri 300 consulenti dell'esercito USA già presenti in loco.

Venerdì scorso il ministro della Difesa francese Jean-Yves Le Drian ha dichiarato al canale pubblico del Senato che le Forze Armate francesi stanno aiutando le forze SDF nell'avanzata a 
Manbij tramite presenza aerea, forniture di armi e consulenza (Middle East Eye)I francesi in particolare si sono impegnati nell'addestramento dei Peshmerga, nell'individuazione di ordigni improvvisati (IED). Prevista questo mese una fornitura di cannoni da 20mm alle forze curde.
Quindi i francesi saranno presenti negli scontri con le forze di Daesh che si svolgono attualmente
nella parte settentrionale di Manbij, punto di passaggio obbligato tra il confine turco e la roccaforte ISIS di Raqqa. Jean-Yves Le Drian ha tenuto a precisare  "che la Francia sta facendo nient'altro che quello che un certo numero di nazioni sta facendo".  Ma non ha definito cosa gli altri stanno facendo.

Se tutto questo è vero, sarà anche utile considerare che l' essere 'in buona compagnia' non cambia il diritto internazionale: è evidente che qualunque forza straniera presente sul territorio siriano  sta commettendo una sorta di atto di banditismo.
Ogni intervento non richiesto (tra l'altro effettuato da soggetti che concorrono attivamente ad alimentare la guerriglia jihadista) rappresenta una palese violazione del principio di sovranità dello Stato e dell'inviolabilità del territorio della Siria, paese membro delle Nazioni Unite.

E se i fatti dicono più delle parole, la presenza dell'Armée  de Terre a Kobane, è la prova di un cambiamento di strategia e di un coinvolgimento ancora più diretto e visibile di Parigi.
In questo contesto, sarà interessante ricordare che solo pochi giorni fa i curdi hanno lamentato i tiri dell'artiglieria turca sulle postazioni YPG a Kobane: ovvio che sicuramente la notizia non sarà accolta positivamente dalla Turchia.
Ma è probabile che la mossa francese (che ha già ricevuto tempo fa un rappresentante del PKK all'Eliseo), non è casuale.

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