giovedì, maggio 12, 2016
Tra giugno 2013 e dicembre 2015 allo Ior sono stati chiusi 4.935 conti. Notevole risultato in funzione dell'opera rinnovatrice voluta da Papa Francesco.

di Dario Cataldo

Una rivoluzione che taglia con quello che è stato,"a completamento effettivo del profondo processo di risanamento sui conti passati". Lo comunica la Banca vaticana con la pubblicazione del Rapporto annuale 2015. "Le procedure in vigore sono diligentemente applicate a tutti i nuovi clienti e relative attività".

L'Istituto comunica che, al 31 dicembre 2015, lo Ior ha servito 14.801 clienti. Un ottimo risultato discusso in occasione della pubblicazione del Rapporto Annuale 2015 dello IOR, al quale hanno partecipato il presidente dell’Istituto Jean-Baptiste Douville de Franssu e il direttore generale Gian Franco Mammì. Il confronto è stato l'occasione per una tavola rotonda con Giuseppe Fiorentino dell’Osservatore Romano e Alessandro Gisotti della Radio Vaticana, sui dati del rapporto.

"Dobbiamo ricordare che il Vaticano essendo uno Stato sovrano ha una sua economia - dichiara de Franssu - e come ogni Stato sovrano che ha un’economia ha bisogno di un’istituzione a cui ci riferiremmo tradizionalmente come un’istituzione finanziaria che consenta il trasferimento dei pagamenti e che permetta ai differenti agenti economici di operare. Questo è il ruolo primario dello IOR”.

Inoltre, ha aggiunto il direttore generale Gian Franco Mammì che: “Anche quest’anno l’Istituto ha destinato gli utili alla Commissione Cardinalizia e, attraverso questa, ne ha assicurato la disponibilità al Santo Padre, per la sua missione pastorale. La novità di quest'anno – e per me è un grande piacere dirlo e poterlo comunicare – è che la distribuzione ha interessato solo gli utili effettivi e non ha interessato il patrimonio. E questo ha un significato non soltanto in termini squisitamente di bilancio, ma è un grande segnale di forza dell’Istituto che ne garantisce la sua patrimonializzazione".

Conclude Il presidente de Franssu che il dato emerso è una “dimostrazione dell’evoluzione dello IOR e della sua professionalizzazione, il rigore che adesso esiste”. Chiosa Mammì sottolineando che il rapporto “dimostra il modo in cui ora lavoriamo allo IOR, nell’ambito del contesto degli Statuti. Riflette l’evoluzione della governance, della disciplina, dei controlli e certamente della cooperazione sempre più stretta e della relazione tra la Direzione dello IOR, il Consiglio di Sovrintendenza e la Commissione dei Cardinali”.

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