martedì, maggio 24, 2016
Shuki Allam apprezza la visita di ieri al Papa da parte dello sceicco dell'università islamica di Al Azhar, Ahmed al Tayyeb.

di Dario Cataldo

Incontro propizio nel nome della pace e della misericordia. "Questa visita arriva in un momento molto importante perché è necessario il riavvicinamento e la collaborazione tra tutti per la pace e la tolleranza in tutto il mondo", scrive il muftì. Papa Francesco ha incontrato lo sceicco di Al Azhar a 5 anni dalla sospensione dei rapporti tra Santa Sede e l'università islamica sunnita.

L'incontro è durato circa 25 minuti ed è stato preceduto da un lungo abbraccio tra il Sommo Pontefice e lo Sceicco. Un segnale di forte impatto, interpretato come un cambio di passo per la prosecuzione dei rapporti tra le due istituzioni. I fraintesi e le tensioni del passato sono state spazzate da un gesto distensivo tra il Vaticano e le autorità di Al Azhar.

Si ricorda fra tutti lo screzio del 2006, quando Benedetto XVI pronunciò il discorso all’Università di Ratisbona, ritenuto offensivo dal mondo islamico. L'attuale Papa emerito, in realtà, suggeriva ai fratelli musulmani di rivedere il nesso religione-violenza, definito “irrazionale”. Altro caso utilizzato a pretesto per la frattura è stato quello del 2011, quando in seguito all’attacco ad alcune chiese cristiane ad Alessandria, Benedetto XVI domandò più protezione per i cristiani e maggior pace per l’Egitto. La risposta di Al Azhar non tardò, accusando pubblicamente il Vicario di Cristo di intromettersi negli affari interni di un altra Nazione.

Di certo, tali segnali di svolta e tregua fanno ben sperare per il futuro; è comunque indubbio che, mentre i Vertici della comunità ecclesiale hanno fatto un mea culpa, chiedendo scusa per gli errori del passato, lo stesso non si può dire di altre realtà religiose, la cui storia è ricca di luci e ombre, tanto quanto quella cristiana.


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