Dalla Sala del Concistoro un messaggio ai seminaristi del Pontificio Collegio Scozzese, affinché dimostrino il coraggio dei martiri per tutelare la Buona Novella.
di Dario Cataldo
L’invito è promosso in occasione dell’incontro con i Superiori e i giovani dell’Istituto scozzese a 400 anni dalla sua trasformazione in Seminario per la formazione sacerdotale. Era il marzo del 1615 quando San John Ogilvie, gesuita scozzese, subiva le pene della tortura e successivamente la morte a seguito delle persecuzioni contro i cattolici in Scozia. L’accusa era lesa maestà, perché non disposto a ripudiare la Cattedra di Pietro.
In un clima ostile, celebrava i Sacramenti clandestinamente, donando anche sostegno spirituale e conforto ai carcerati. Il suo esempio è stato da traino per altri suoi connazionali – sedici in tutto – che nonostante il pericolo, decisero di seguire le orme di Ogilvie, un anno dopo la sua morte, nel 1616.
A 400 anni dagli eventi, il Santo Padre accoglie la nutrita rappresentanza scozzese per onorare il ricordo di una decisione nata dal sangue del martire gesuita, ma soprattutto per rinnovare i sentimenti che dovrebbero animare ogni sacerdote chiamato alla sequela di Cristo, ovvero annunciare il Vangelo.
Dichiara Papa Bergoglio: “Il martirio di san John Ogilvie, la cui condanna aveva lo scopo di ridurre al silenzio la fede cattolica, rappresentò invece un impulso per la sua promozione e per la difesa della libertà della Chiesa di rimanere in comunione con la Sede di Pietro.
Anche noi – continua il Pontefice – viviamo in tempi di martirio e in una cultura spesso ostile al Vangelo. Vi esorto ad avere il medesimo spirito di dedizione che ebbero i vostri predecessori. Amate Gesù sopra ogni cosa!”.
In modo speciale per le giovani generazioni, sempre più alla ricerca di punti di riferimento, dietro mode effimere e commerciali, l’esempio di sacerdoti che con l’ardore dei martiri sono testimoni dell’amore di Dio, può essere di notevole aiuto.
I frutti nati dal sangue di innocenti possono avvicinare chi è distante da Cristo, per comprendere la sua sconfinata misericordia.
di Dario Cataldo L’invito è promosso in occasione dell’incontro con i Superiori e i giovani dell’Istituto scozzese a 400 anni dalla sua trasformazione in Seminario per la formazione sacerdotale. Era il marzo del 1615 quando San John Ogilvie, gesuita scozzese, subiva le pene della tortura e successivamente la morte a seguito delle persecuzioni contro i cattolici in Scozia. L’accusa era lesa maestà, perché non disposto a ripudiare la Cattedra di Pietro.
In un clima ostile, celebrava i Sacramenti clandestinamente, donando anche sostegno spirituale e conforto ai carcerati. Il suo esempio è stato da traino per altri suoi connazionali – sedici in tutto – che nonostante il pericolo, decisero di seguire le orme di Ogilvie, un anno dopo la sua morte, nel 1616.
A 400 anni dagli eventi, il Santo Padre accoglie la nutrita rappresentanza scozzese per onorare il ricordo di una decisione nata dal sangue del martire gesuita, ma soprattutto per rinnovare i sentimenti che dovrebbero animare ogni sacerdote chiamato alla sequela di Cristo, ovvero annunciare il Vangelo.
Dichiara Papa Bergoglio: “Il martirio di san John Ogilvie, la cui condanna aveva lo scopo di ridurre al silenzio la fede cattolica, rappresentò invece un impulso per la sua promozione e per la difesa della libertà della Chiesa di rimanere in comunione con la Sede di Pietro.
Anche noi – continua il Pontefice – viviamo in tempi di martirio e in una cultura spesso ostile al Vangelo. Vi esorto ad avere il medesimo spirito di dedizione che ebbero i vostri predecessori. Amate Gesù sopra ogni cosa!”.
In modo speciale per le giovani generazioni, sempre più alla ricerca di punti di riferimento, dietro mode effimere e commerciali, l’esempio di sacerdoti che con l’ardore dei martiri sono testimoni dell’amore di Dio, può essere di notevole aiuto.
I frutti nati dal sangue di innocenti possono avvicinare chi è distante da Cristo, per comprendere la sua sconfinata misericordia.
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