Un ringraziamento dai fedeli locali per la vicinanza mostrata dal Pontefice dopo il Regina Coeli, in cui in mondovisione si è condannato il barbaro attentato contro la comunità cristiana a Lahore.
di Dario Cataldo
Consolazione e rabbia. Questi sembrano essere gli stati d'animo dei pakistani che hanno perso i propri cari nel terribile attentato del giorno di Pasqua. I responsabili, un gruppo di talebani che non hanno risparmiato neanche donne e i bambini, sono il volto di una mentalità distorta, frutto di indottrinamenti volti al contrasto piuttosto che al bene comune.
Gli “esecrabili fatti di Lahore” e l'immediata replica del Santo Padre, hanno fatto il giro del mondo, arrivando anche tra i superstiti del Pakistan centrale. Nel frattempo, tra le vittime, il numero dei bambini deceduti è salito a 31 mentre 8 sarebbero le donne.
Il bollettino dei deceduti è in continua aggiornamento e sembra destinato a crescere. Il Professore Mobeen Shahid, presidente dell'Associazione dei Pakistani Cristiani in Italia, dichiara che “è arrivato il momento che il Presidente e il Primo ministro, Nawaz Sharif, ristabiliscano il Ministero federale per le minoranze, perché senza un ministero federale non solo non si possono proteggere le minoranze, ma neanche permettere a queste ultime di svilupparsi e contribuire allo sviluppo della nazione”.
Si ricorda a tal proposito quanto dei meriti per la costituzione del Pakistan intesa come una Nazione siano dovuti alle minoranze etniche e religiose, motivo in più per tutelarle e preservarle.
Le parole del Successore di Pietro, scandalizzano i più belligeranti perché volte alla misericordia invece che alla vendetta, al dialogo piuttosto che allo scontro.
Come afferma il Vicario di Cristo in terra, tale comportamento prevede “un percorso lungo, forse difficile, ma l’unico possibile, di educazione al dialogo, alla convivenza, per togliere quell’acqua avvelenata dove poi nuotano i pesci dell’integralismo, che uccidono alla fine tutti coloro che sono contro di loro: cristiani, musulmani, non c’è distinzione, come è successo a Lahore”.
Nelle ultime ore, a garanzia di quanto sperato da Papa Bergoglio, centinaia di cristiani e musulmani, accomunati dal sentimento di sdegno per quanto successo, si sono radunati all'entrata del parco giochi teatro del macabro eccidio, per una veglia di preghiera in nome del buon senso.
Consolazione e rabbia. Questi sembrano essere gli stati d'animo dei pakistani che hanno perso i propri cari nel terribile attentato del giorno di Pasqua. I responsabili, un gruppo di talebani che non hanno risparmiato neanche donne e i bambini, sono il volto di una mentalità distorta, frutto di indottrinamenti volti al contrasto piuttosto che al bene comune.
Gli “esecrabili fatti di Lahore” e l'immediata replica del Santo Padre, hanno fatto il giro del mondo, arrivando anche tra i superstiti del Pakistan centrale. Nel frattempo, tra le vittime, il numero dei bambini deceduti è salito a 31 mentre 8 sarebbero le donne.
Il bollettino dei deceduti è in continua aggiornamento e sembra destinato a crescere. Il Professore Mobeen Shahid, presidente dell'Associazione dei Pakistani Cristiani in Italia, dichiara che “è arrivato il momento che il Presidente e il Primo ministro, Nawaz Sharif, ristabiliscano il Ministero federale per le minoranze, perché senza un ministero federale non solo non si possono proteggere le minoranze, ma neanche permettere a queste ultime di svilupparsi e contribuire allo sviluppo della nazione”.
Si ricorda a tal proposito quanto dei meriti per la costituzione del Pakistan intesa come una Nazione siano dovuti alle minoranze etniche e religiose, motivo in più per tutelarle e preservarle.
Le parole del Successore di Pietro, scandalizzano i più belligeranti perché volte alla misericordia invece che alla vendetta, al dialogo piuttosto che allo scontro.
Come afferma il Vicario di Cristo in terra, tale comportamento prevede “un percorso lungo, forse difficile, ma l’unico possibile, di educazione al dialogo, alla convivenza, per togliere quell’acqua avvelenata dove poi nuotano i pesci dell’integralismo, che uccidono alla fine tutti coloro che sono contro di loro: cristiani, musulmani, non c’è distinzione, come è successo a Lahore”.
Nelle ultime ore, a garanzia di quanto sperato da Papa Bergoglio, centinaia di cristiani e musulmani, accomunati dal sentimento di sdegno per quanto successo, si sono radunati all'entrata del parco giochi teatro del macabro eccidio, per una veglia di preghiera in nome del buon senso.
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