martedì, marzo 08, 2016
“Mai creduto al suicidio di mio marito. E’ evidente che dietro ci sia ben altro” 

“Non ho mai creduto al suicidio di mio marito. Nell’immediato, appena fui convocata dai magistrati e mi posero davanti questa realtà, presi per buono quello che mi dissero. Poi realizzando una serie di cose incominciai a dubitare di questa versione”. Così Antonella Tognazzi, vedova di David Rossi, il capo della comunicazione di Mps che il 6 marzo 2013 cadde dalla finestra del suo ufficio, ospite di “24 Mattino” su Radio 24. Dopo avere archiviato le indagini per suicidio, la procura di Siena ha ora riaperto l’inchiesta, non escludendo altre ipotesi. “Le indagini sono state riaperte - ha aggiunto Tognazzi -, di elementi nuovi c’è solo la perizia calligrafica sui biglietti scritti da mio marito, ma gli elementi su cui è stata basata la riapertura sono gli stessi che noi avevamo già prodotto precedentemente. E’ singolare che venga riaperta con gli stessi elementi? Io un punto di domanda ce l’ho”.

Tognazzi continua: “I biglietti che David mi lasciò riportavano determinati termini che lui non usava mai, e iniziai ad avere dei dubbi di quanto mi lasciava scritto. Immediatamente dopo iniziammo a controllare tutti gli apparecchi informatici che avevano dissequestrato e verificammo che una serie di cose che ci avevano dette non corrispondevano alla verità o non erano complete. Uno di questi elementi è l’oggetto che cade dall’alto e viene lanciato vicino al corpo a terra. Secondo la nostra ricostruzione si tratta dell’orologio di David. Secondo la procura invece quello non è l’orologio. Ma la procura non dà argomentazioni e non dice cos’è”.

Antonella Tognazzi
Continua la Tognazzi: “Risultano sedici persone presenti nella sede Mps e non sono state interrogate. Nessuno ha chiesto loro cosa ci facevano a quell’ora in banca e a che titolo. Non sono state prese in considerazione e non sono stati fatti i rilievi necessari per capire in quel momento quale fosse la situazione. Che dietro ci sia ben altro è evidente da tutti gli elementi che sono emersi: da ultima la perizia calligrafica del prof. Sofia che evidenzia una costrizione di mio marito nella scrittura. Inoltre, la perizia medico legale, mostra segni di afferramento e contusioni nel corpo di mio marito, come se ci fosse stata inizialmente una colluttazione e poi una costrizione ad inscenare un suicidio che però David mi ha comunicato con l’uso di termini che lui volutamente non usava mai”.

La vedova del responsabile comunicazione di Mps conclude: “Gli ultimi giorni David era sotto pressione per la situazione lavorativa. Aveva vissuto molto male la perquisizione da parte della magistratura nei suoi confronti, lo avevano destabilizzato a livello emotivo. Lui non si capacitava del fatto che la magistratura, invece di chiamarlo per chiedergli quello che volevano sapere e che non avrebbe avuto problemi a dire, aveva ordinato due persecuzioni in ufficio e una a casa. Lui era una persona corretta e trasparente, si occupava di comunicazione, ma lui comunicava quello che gli veniva detto e certe cose non le sapeva e il fatto di essere messo in discussione lo disturbava”.

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