I trafficanti spostano le donne con documenti falsi fra Nepal, India e Sri Lanka, per poi dirigerle verso il Medio Oriente. Le ragazze nepalesi dalla pelle chiara sono quelle vendute al prezzo più alto. Alle indagini ha contribuito l’arresto di Pooja-28, ragazza nepalese arrestata a New Delhi.
Kathmandu (AsiaNews) - La polizia nepalese ha scoperto un nuovo itinerario utilizzato dai trafficanti di donne per far viaggiare le schiave del sesso tra Nepal, India e Sri Lanka, per poi venderle nei Paesi del Medio Oriente e in Africa. A guidare gli inquirenti è stato l’arresto di una ragazza nepalese, Pooja-28 (nome “d’arte”), proveniente dal distretto di Banke e fermata a New Delhi l’11 gennaio con documenti falsi.
Al momento dell’arresto la ragazza si trovava all’aeroporto internazionale della città, in partenza per Colombo. Ora è stata portata al carcere di massima sicurezza Tihar Jail per ulteriori indagini. La corte Patiala di New Delhi l’ha destinata a custodia giudiziaria per almeno due mesi.
Nella sua deposizione, Pooja (madre di quattro figli) ha dichiarato di aver deciso di lavorare all’estero per pagare i trattamenti alla madre malata. Il Dipartimento per l’impiego estero le aveva concesso il visto lavorativo il 5 novembre 2015. Nel falso adesivo presente sul suo passaporto, Pooja-28 veniva definita come “domestica” in Oman.
Balkrishna Pandey, membro di Maiti India, un’organizzazione che combatte il traffico di donne, ha dichiarato di aver “iniziato il processo legale per assicurare il rilascio di Pooja”.
Negli ultimi tempi, la tratta Kathmandu-New Delhi-Colombo è diventata una delle più frequentate dai trafficanti di schiave del sesso, che attirano giovani ragazze con la promessa di un lavoro come governanti dei Paesi del Golfo. Gli schiavisti poi rubano i documenti alle donne, per immettere nel mercato di esseri umani. Le donne nepalesi dalla pelle chiara sono quelle vendute al prezzo più alto.
Una settimana fa altre cinque ragazze sono state fermate a Kathmandu: erano dirette a Colombo via New Delhi. Secondo l’ambasciatore nepalese in India, i trafficanti hanno escogitato più modi per portare le donne nei Paesi del Golfo con documenti falsi e spacciandole per lavoratrici migranti: “Siamo stati informati che mandano le donne a Dhaka o Colombo attraverso gli aeroporti indiani, prima di destinarle ad altri Paesi”.
di Christopher Sharma
Kathmandu (AsiaNews) - La polizia nepalese ha scoperto un nuovo itinerario utilizzato dai trafficanti di donne per far viaggiare le schiave del sesso tra Nepal, India e Sri Lanka, per poi venderle nei Paesi del Medio Oriente e in Africa. A guidare gli inquirenti è stato l’arresto di una ragazza nepalese, Pooja-28 (nome “d’arte”), proveniente dal distretto di Banke e fermata a New Delhi l’11 gennaio con documenti falsi.
Al momento dell’arresto la ragazza si trovava all’aeroporto internazionale della città, in partenza per Colombo. Ora è stata portata al carcere di massima sicurezza Tihar Jail per ulteriori indagini. La corte Patiala di New Delhi l’ha destinata a custodia giudiziaria per almeno due mesi.
Nella sua deposizione, Pooja (madre di quattro figli) ha dichiarato di aver deciso di lavorare all’estero per pagare i trattamenti alla madre malata. Il Dipartimento per l’impiego estero le aveva concesso il visto lavorativo il 5 novembre 2015. Nel falso adesivo presente sul suo passaporto, Pooja-28 veniva definita come “domestica” in Oman.
Balkrishna Pandey, membro di Maiti India, un’organizzazione che combatte il traffico di donne, ha dichiarato di aver “iniziato il processo legale per assicurare il rilascio di Pooja”.
Negli ultimi tempi, la tratta Kathmandu-New Delhi-Colombo è diventata una delle più frequentate dai trafficanti di schiave del sesso, che attirano giovani ragazze con la promessa di un lavoro come governanti dei Paesi del Golfo. Gli schiavisti poi rubano i documenti alle donne, per immettere nel mercato di esseri umani. Le donne nepalesi dalla pelle chiara sono quelle vendute al prezzo più alto.
Una settimana fa altre cinque ragazze sono state fermate a Kathmandu: erano dirette a Colombo via New Delhi. Secondo l’ambasciatore nepalese in India, i trafficanti hanno escogitato più modi per portare le donne nei Paesi del Golfo con documenti falsi e spacciandole per lavoratrici migranti: “Siamo stati informati che mandano le donne a Dhaka o Colombo attraverso gli aeroporti indiani, prima di destinarle ad altri Paesi”.
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