giovedì, gennaio 21, 2016
Ci scrive Federcontribuenti: “ Le banche coinvolte nel crac hanno fatto vendere le azioni ai propri amici proibendo la vendita ai piccoli risparmiatori. Tutto sotto gli occhi degli organi di Stato. 

di Silvio Foini 

Inutile girarci intorno, le procure son piene di denunce ed è tempo di veder cadere qualche testa” Federcontribuenti punta il dito sui vertici di Stato perché “ l'impunità crea traditori”. Truffati e derisi dal proprio Stato Marco Paccagnella di Federcontribuenti ci spiega di come avere la furbizia o il fiuto di vendere le proprie azioni prima di un crac non è reato, ma se quasi all'unisono i partecipanti di uno stesso salotto vendono in toto le proprie azioni e guarda caso proprio delle banche cadute, allora si crea un sospetto che è dovere approfondire. Continua poi: “Andando a ritroso negli eventi che precedono il tracollo delle banche coinvolte troviamo svendite improvvise e tutte facenti capo a persone che, per vari motivi, si legano tra loro: giornalisti, imprenditori, avvocati, manager, politici, medici di famiglia...come se un sussurro li avesse raggiunti misteriosamente e convinti che fosse tempo di vendere. A noi è proibito sviscerare le carte patrimoniali di ognuno, quindi, non potendo delegare la nostra classe politica perché troppo inquinata, un pool di magistrati si dovrebbe costituire per ricostruire la scena del crimine.

” Fa qualche nome molto noto per rendere chiaro ciò che asserisce: “Bruno Vespa ha venduto le sue azioni in Veneto Banca incassando 8 milioni. Tra gli azionisti illustri c'è anche il presidente del Veneto Luca Zaia. Anche il dentista padovano, Chauvenet, ha riavuto 2 milioni, quando le azioni erano sui 39-40 euro, pur essendo consigliere d’amministrazione. (Mattino di Padova del 18 dicembre 2015). Tre anni prima la stessa banca prestò 7,5 milioni di euro a Denis Verdini per salvarlo dalla bancarotta del Credito Fiorentino. Sempre sul Mattino di Padova, “Banca d’Italia ha avuto non poco peso nel suggerire a Consoli di comprare a suo tempo Carifabriano, Banca Apulia e Intra, tre istituti pieni di debiti”. Per non parlare dell’ordine di confluire nella Popolare di Vicenza, inguaiata tanto quanto Veneto Banca”.

Ci sono poi i caso di La Diesel di Renzo Rosso che ha venduto nel 2014 per 3,2 milioni un pacchetto di azioni Popolare Vicenza comprate anni prima per poco più di 2,8 milioni. Giuseppe Stefanel: la sua holding Finpiave ha fatto retromarcia nel dicembre 2014 e le azioni comprate a un prezzo medio di 53,4 euro sono state cedute a 62,5 euro ciascuna. Considerati i fatti riportati e non sono tutti, Federconsumatori, a voce del Paccagnella, chiede di estendere il controllo alle fondazioni bancarie, e che non se ne occupi il Tesoro. Le fondazioni vengono usate come incubatrici, lo scopo finale sono i consigli di amministrazione delle banche''. Il silenzio politico è imbarazzante quanto eloquente, infatti molti partiti hanno uomini chiave nelle poltrone delle fondazioni bancarie. In casa Federcontribuenti continuano a giungere segnalazioni sul sintema bancario: “ In banca mi hanno chiesto di sottoscrivere obbligazioni e/o azioni per un fido o rinnovo”.

Nelle banche ti propinano di tutto, dal noleggio auto, alla RCA, alle polizze più svariate. Perché vendono obbligazioni subordinate? Per chiedere liquidità in prestito ai propri clienti e la società gli firma delle cambiali (obbligazioni). Non serve una riunione del Consiglio dei Ministri per valutare chi rimborsare, sono anni che i correntisti vengono truffati e derubati in tutti i modi in cui è possibile: “Vogliamo una veloce riforma del sistema condivisa e vogliamo vedere espropriare dei beni chi ha goduto di certi intrallazzi e così ridare denaro agli aventi diritto, i cittadini interessati dal fenomeno direttamente o indirettamente.”

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