lunedì, ottobre 05, 2015
Celebrazioni per la festa di San Francesco, patrono d'Italia 

Sanfrancescopatronoditalia“Possa questa Giornata portare ad un rinnovato riconoscimento del fatto che il diritto alla vita è il fondamento dello sviluppo umano integrale e la misura di una società davvero compassionevole”: è questo l’auspicio di Papa Francesco per la Giornata della vita che si celebra oggi, 4 ottobre, in Irlanda
. Nel messaggio inviato alla Chiesa di Dublino per l’occasione, il papa ricorda gli insegnamenti di San Francesco d’Assisi
, di cui ricorre la memoria liturgica, colui che “dimostra come ogni vita sia un dono di Dio”. “Imitiamo Dio – conclude il Papa – e proteggiamo, tuteliamo, difendiamo ogni vita umana, in particolare quelle dei più deboli e più vulnerabili: malti, anziani, nascituri, poveri ed emarginati”.


Coltivare la vita, accettare la morte

La Giornata della vita si celebra in Irlanda, Scozia e Regno Unito in date differenti. Unico, però, è il messaggio che le rispettive Conferenze episcopali diffondono per l’occasione. Quest’anno il tema scelto è “Coltivare la vita, accettare la morte”, dedicato alla questione del fine-vita. Il documento dei vescovi si apre con apre con una citazione di Papa Francesco, tratta dal messaggio per la Giornata mondiale del malato 2015: “Quale grande menzogna invece si nasconde dietro certe espressioni che insistono tanto sulla ‘qualità della vita’, per indurre a credere che le vite gravemente affette da malattia non sarebbero degne di essere vissute!”.

Ogni vita è dono prezioso da non distruggere


Quindi, i vescovi evidenziano i “notevoli progressi medici e tecnologici” che oggi permettono ai malati cronici di ricevere trattamenti salva-vita, dei quali bisogna “essere grati”. Allo stesso tempo, però, il documento ricorda che “tutti, prima o poi, dovremo morire” e che tali progressi “hanno portato a decisioni complesse sui trattamenti medici adeguati” nelle persone in fin di vita. Per questo, la Chiesa locale suggerisce due atteggiamenti: il primo è quello di ricordare che “noi amiamo la vita”, perché “ogni persona è amata da Dio ed ogni vita è un dono prezioso che non va mai distrutto o trascurato”. È “sbagliato”, infatti, “accelerare o provocare la morte”, perché “Dio ci chiamerà a tempo debito”. In secondo luogo, i presuli ribadiscono che bisogna “accettare la morte” e questo significa che è necessario evitare l’accanimento terapeutico “quando i trattamenti non hanno effetto o, addirittura, danneggiano i pazienti”.

Famiglia, luogo privilegiato della comprensione e del sostegno reciproco


Di fronte a queste decisioni “difficili ed importanti”, i presuli sottolineano che è necessario un confronto non solo con esperti del settore, ma anche con la famiglia del paziente, “luogo privilegiato del sostegno e della comprensione reciproca”. L’importante è che “in queste situazioni ci lasciamo guidare da due domande: “Questa decisione ama la vita? Ed accetta l’inevitabilità della morte?”. “Bisogna cercare di rispondere sì ad entrambe – conclude il documento episcopale – perché la vita è un dono di Dio e la morte è una porta di accesso ad una nuova vita con Lui”. (I.P. News.Va)


Sono presenti 0 commenti

Inserisci un commento

Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.



___________________________________________________________________________________________
Testata giornalistica iscritta al n. 5/11 del Registro della Stampa del Tribunale di Pisa
Proprietario ed Editore: Fabio Gioffrè
Sede della Direzione: via Socci 15, Pisa