Eurogruppo riunito a Bruxelles dopo il piano di riforme approvato nella notte dal Parlamento ellenico.
Radio Vaticana - Commissione Ue, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale avevano espresso cauto ottimismo parlando di “buona base” per negoziare un programma al Fondo Salva Stati, ma ora le posizioni si dividono con la Germania che alza il muro e dice no al taglio del debito. Cecilia Seppia
“Proposte non credibili. Atene ha minato la nostra fiducia” Berlino gela così il piano da 12 miliardi presentato dal governo greco all’ex Troika e l’ottimismo dei ministri arrivati a Bruxelles certi di trovare la quadra. Per i tecnici il pacchetto presentato da Tsipras è “una buona base di partenza”, ma non sarà sufficiente a sbloccare il terzo giro di aiuti internazionali da 74 miliardi di euro per evitare il fallimento del Paese. Insomma, serviranno “misure supplementari”, perché l’aumento delle tasse, la marcia indietro sull’Iva, i tagli alla Difesa e l’abrogazione delle baby pensioni, sembrano non bastare. Di più, il fatto che il piano Tsipras abbia ottenuto il via libera del Parlamento con i voti dell’opposizione e spaccando la maggioranza preoccupa molti governi.
Dunque con ogni probabilità, l’incontro di oggi non basterà a raggiungere un’intesa e il destino di Atene verrà rimandato alla riunione di domani del Consiglio europeo. Il nodo delle trattative riguarda soprattutto la ristrutturazione del debito: Berlino ha detto no alla proposta dell’Fmi di estendere la scadenza dei finanziamenti alla Grecia da 30 a 60 anni e il ministro delle Finanze tedesco Schaeuble ha avanzato l’ipotesi di una Grexit per 5 anni, così da dare il tempo ad Atene di pareggiare i suoi conti, notizia questa smentita da fonti elleniche. E mentre falchi e colombe vagliano i presupposti per nuovi aiuti la vita nel Paese ellenico è durissima: la chiusura delle banche e le limitazioni ai prelievi del bancomat hanno portato ad un boom dell’uso di carte di credito, sempre più numerosi i greci in fila all’ufficio passaporti.
Radio Vaticana - Commissione Ue, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale avevano espresso cauto ottimismo parlando di “buona base” per negoziare un programma al Fondo Salva Stati, ma ora le posizioni si dividono con la Germania che alza il muro e dice no al taglio del debito. Cecilia Seppia
“Proposte non credibili. Atene ha minato la nostra fiducia” Berlino gela così il piano da 12 miliardi presentato dal governo greco all’ex Troika e l’ottimismo dei ministri arrivati a Bruxelles certi di trovare la quadra. Per i tecnici il pacchetto presentato da Tsipras è “una buona base di partenza”, ma non sarà sufficiente a sbloccare il terzo giro di aiuti internazionali da 74 miliardi di euro per evitare il fallimento del Paese. Insomma, serviranno “misure supplementari”, perché l’aumento delle tasse, la marcia indietro sull’Iva, i tagli alla Difesa e l’abrogazione delle baby pensioni, sembrano non bastare. Di più, il fatto che il piano Tsipras abbia ottenuto il via libera del Parlamento con i voti dell’opposizione e spaccando la maggioranza preoccupa molti governi.
Dunque con ogni probabilità, l’incontro di oggi non basterà a raggiungere un’intesa e il destino di Atene verrà rimandato alla riunione di domani del Consiglio europeo. Il nodo delle trattative riguarda soprattutto la ristrutturazione del debito: Berlino ha detto no alla proposta dell’Fmi di estendere la scadenza dei finanziamenti alla Grecia da 30 a 60 anni e il ministro delle Finanze tedesco Schaeuble ha avanzato l’ipotesi di una Grexit per 5 anni, così da dare il tempo ad Atene di pareggiare i suoi conti, notizia questa smentita da fonti elleniche. E mentre falchi e colombe vagliano i presupposti per nuovi aiuti la vita nel Paese ellenico è durissima: la chiusura delle banche e le limitazioni ai prelievi del bancomat hanno portato ad un boom dell’uso di carte di credito, sempre più numerosi i greci in fila all’ufficio passaporti.
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