venerdì, febbraio 13, 2015
Le riforme “vanno avanti”, tra risse e promesse di sorci verdi a Renzi. E la Giustizia, madre e fondamento di ogni libertà, aspetta e fa aspettare come sempre. Tranne in certi casi. 

 "De Docta Ignorantia" di Danilo Stefani

Tanti “casi” non sono più tali. Ogni evidenza lo dimostra. Lacune nelle indagini, e sentenze contraddittorie in svariati eventi drammatici: Pantani, Stasi, Franzoni, Meredith, Cucchi e si potrebbe continuare fino a riempire il web. E sullo sfondo, il vecchio adagio, la frase ricorrente dei puristi del diritto, che risuona: “Le sentenze vanno rispettate, non commentate o criticate”. Però vorremmo che non fosse offeso neanche il senso di giustizia che si richiama al buon senso. Anche la saggezza e la logica non andrebbero bistrattate. Per i casi più lievi, per i peccati veniali, la Giustizia (sì, con la “G” maiuscola, please) è puntuale, e severa come condanna dimostra: un uomo, un ucraino trentenne, è stato condannato ieri a 6 mesi di carcere, con la condizionale, e a 160 euro di multa per aver rubato wurstel e formaggio (totale della refurtiva 4 euro) in un supermercato. Qualcuno si chiede pure: ma la condizionale perché? non si poteva sbatterlo dentro direttamente e gettare le chiavi? (Sì, sì! qualcuno se lo chiede e rimane altresì scombussolato).

Ma in attesa che Renzi, dopo il patto del Nazzareno, faccia finanche la moltiplicazione dei pani e dei pesci, confidiamo nella quarta beatitudine: “Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati”. Anche se dovranno forse aspettare un’altra vita, avranno poi cibo gratis. E ferie eterne.


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