Grande amore per il lavoro in ospedale… o per la truffa?
di Silvio Foini
Nella manzoniana città di Lecco che si affaccia sul celebre lago era esplosa una gran voglia di lavorare. Ma non tanto per battere la crisi feroce che sta mandando alla rovina l’italico popolo quanto per raddoppiarsi truffaldinamente lo stipendio. Quattordici camici bianchi con annesso stetoscopio al collo, come riferisce la Digos di Lecco, fra gli anni 2009 e 2011 hanno truffato lo stato producendo un danno che si aggira intorno ai 500 mila euro. Come? I seguaci di Ippocrate, invero non molto intelligenti tanto da non sapere che un giorno è composto da 24 ore, ne facevano risultare 26 di duro lavoro in soccorso ai sofferenti ed in più, pare avessero il dono di San Pio da Pietralcina: l’ubiquità! Risultavano presenti in due plessi ospedalieri distanti fra di loro diversi chilometri nel medesimo istante e percepivano elevatissimi stipendi, il doppio di quelli dei colleghi. Risultava che i 14 medici non usufruivano mai nemmeno dei turni di riposo previsti dalla legge.
Truffa aggravata ai danni dello stato e falso ideologico per tre dirigenti del pronto soccorso, undici medici dell’Azienda ospedaliera di Lecco ed un dipendente dell’ASL. Il commissario della Digos di Lecco, dottor Domenico Nera ha rilasciato la seguente dichiarazione sull’indagine: “C’erano medici che, raggirando ad arte questo sistema di incentivi sui turni di sostituzione, arrivavano a percepire quasi il doppio dello stipendio”. Il commissario ha anche spiegato che per scoprire il raggiro ci sono voluti tre anni di indagini ed ha precisato che: “Vorrei comunque rimarcare che le indagini hanno evidenziato casi specifici - aggiunge Nera - Per 14 persone indagate ci sono centinaia di medici che lavorano col massimo della correttezza e sacrificando con onestà buona parte del proprio tempo e delle proprie risorse”. In un tempo lontano quello delle “Grida”, sulle sponde di questo lago si aggiravano dei personaggi detti “Bravi”. Ricordate? Bene, tanto per rinverdire la tradizione, oggi vi si aggirano dei “Bravi” medici. Degni discendenti.
di Silvio Foini
Nella manzoniana città di Lecco che si affaccia sul celebre lago era esplosa una gran voglia di lavorare. Ma non tanto per battere la crisi feroce che sta mandando alla rovina l’italico popolo quanto per raddoppiarsi truffaldinamente lo stipendio. Quattordici camici bianchi con annesso stetoscopio al collo, come riferisce la Digos di Lecco, fra gli anni 2009 e 2011 hanno truffato lo stato producendo un danno che si aggira intorno ai 500 mila euro. Come? I seguaci di Ippocrate, invero non molto intelligenti tanto da non sapere che un giorno è composto da 24 ore, ne facevano risultare 26 di duro lavoro in soccorso ai sofferenti ed in più, pare avessero il dono di San Pio da Pietralcina: l’ubiquità! Risultavano presenti in due plessi ospedalieri distanti fra di loro diversi chilometri nel medesimo istante e percepivano elevatissimi stipendi, il doppio di quelli dei colleghi. Risultava che i 14 medici non usufruivano mai nemmeno dei turni di riposo previsti dalla legge.
Truffa aggravata ai danni dello stato e falso ideologico per tre dirigenti del pronto soccorso, undici medici dell’Azienda ospedaliera di Lecco ed un dipendente dell’ASL. Il commissario della Digos di Lecco, dottor Domenico Nera ha rilasciato la seguente dichiarazione sull’indagine: “C’erano medici che, raggirando ad arte questo sistema di incentivi sui turni di sostituzione, arrivavano a percepire quasi il doppio dello stipendio”. Il commissario ha anche spiegato che per scoprire il raggiro ci sono voluti tre anni di indagini ed ha precisato che: “Vorrei comunque rimarcare che le indagini hanno evidenziato casi specifici - aggiunge Nera - Per 14 persone indagate ci sono centinaia di medici che lavorano col massimo della correttezza e sacrificando con onestà buona parte del proprio tempo e delle proprie risorse”. In un tempo lontano quello delle “Grida”, sulle sponde di questo lago si aggiravano dei personaggi detti “Bravi”. Ricordate? Bene, tanto per rinverdire la tradizione, oggi vi si aggirano dei “Bravi” medici. Degni discendenti.
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