lunedì, dicembre 15, 2014
Il Natale era ormai alle porte e nella piccola casa che dava sul lago, quell’anno non si respirava la solita gioiosa atmosfera che crea l’attesa delle feste. 

di Silvio Foini, fiabe di Natale 

I due fratellini erano tristi ed i loro genitori più di loro. Il papà, operaio, erano mesi che non riceveva lo stipendio poiché la ditta dove lavorava da anni stava per chiudere. La crisi economica aveva distrutto ogni speranza ed il lavoro era divenuto un dolce e caro ricordo anche se amaro. Giuseppe guardava fuori della finestra: il lago era sempre lo stesso, gli alberi si erano spogliati delle loro foglie come tutti gli autunni e le folaghe stavano costruendosi il nido fra i canneti come avevano sempre fatto. Il cielo velato da nubi che promettevano pioggia acuiva quello spirito di tristezza che velava gli occhi dell’uomo. Cosa avrebbero ricevuto in dono a Natale i sui due piccoli? Sarebbe già stato tanto regalare loro un pasto decente. “Per me, - Pensava rassegnato Giuseppe, - Basterebbe un pezzo di pane, ma per loro...”

Maria, la mamma dei due piccini in quei giorni si stava arrovellando per cercare una soluzione per il giorno di Natale. Cosa avrebbe potuto portare in tavola per il pranzo? Le galline che aveva sempre tenuto nel pollaio dietro casa le aveva vendute tutte per poter pagare la bolletta della luce elettrica. Il gas metano era stato staccato poiché la povera famiglia non aveva più avuto i soldi necessari per pagarlo. I pochi risparmi che le erano venuti dall’eredità della madre, volata in cielo due anni prima si erano consumati rapidamente. Pensò che forse avrebbe potuto raccogliere le patate che avevano coltivato nel piccolo orto che Giuseppe curava con amore. Avrebbe potuto cucinare uno sformato di patate e magari avrebbe potuto domandare al signor curato un pezzo di formaggio donato dai fedeli più agiati. Chissà! Si risolse per quella soluzione e si diresse all’orto. Con suo grande disappunto vide che la terra era stata smossa... Le patate erano sparite. Qualche suo vicino di casa, spinto dalla fame le aveva rubate. Maria si asciugò due lacrimoni che scesero sulle guance e si riavviò verso casa pregando il Signore che quel piccolo furto dovuto al bisogno fosse almeno servito ad un’altra famiglia povera come la sua. Dopo qualche passo qualcosa di molto lucente che affiorava dal terreno attrasse la sua attenzione.

Maria si chinò, smosse il terriccio e un grande “Ohhh!!!” di stupore uscì dalle sue labbra: Una grossa patata tutta d’oro le brillò fra le mani. Si inginocchiò e ringraziò piangendo commossa Gesù che stava per nascere un’altra volta. Un altro Natale! Con quel tesoro fra le mani corse in casa chiamando a gran voce il suo Giuseppe che non credeva ai propri occhi. “E’ un dono del Signore mia cara sposa, un dono di Dio che ha ascoltato le nostre suppliche.” Il giorno dopo Giuseppe corse in città e vendette quel tesoro nemmeno mai sognato. Ora molti problemi per la sua famiglia non esistevano più! Tornato a casa con la forte somma la depositò sul tavolo e i due coniugi rimasero in silenzio ad ammirarla. Giuseppe, uomo onesto e generoso la rimirò a lungo, poi i suoi occhi incontrarono quelli della moglie. Non ci furono bisogno di parole. Insieme divisero quella somma in sette parti eguali. Sette famiglie vicine, strette nella morsa della povertà e delle fame, avrebbero avuto il necessario e anche di più per vivere in letizia la nascita del Figlio di Dio. La mattina di Natale nevicava abbondantemente sul paese in riva al lago e la neve scendeva lieve avvolgendo tutto di un magico silenzio rotto solo dalle grida di gioia dei bambini che stringevano al petto i doni ricevuti.

Il Signore aiuta sempre i Suoi figli mediante il dono della Provvidenza e, a volte, riesce anche a toccare il cuore di coloro che mai pensano agli altri ma solo a se stessi. Chi ha ricevuto il compito di governare dovrebbe pensare a farlo bene e per il bene comune accantonando la sete del solo denaro ma abbeverandosi alla fonte della giustizia sociale e fare in modo che ai padri come il Giuseppe della nostra fiaba non manchi mai e poi mai il lavoro!


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