lunedì, dicembre 15, 2014
LPL News24 ha avuto il piacere di intervistare Roberta Di Mario, una sorprendente musicista, cantautrice, pianista parmense. 


intervista di Simona Santullo

La sua è la storia di un grande amore per uno strumento e la sua musica. Il pianoforte, una passione coltivata fin da bambina con devozione, sacrificio e rigore, ma anche con entusiasmo creatività ed estro, tanto da vincere numerosi concorsi nazionali ed internazionali.
Roberta Di Mario si è diplomata in pianoforte al Conservatorio di Parma con il massimo dei voti, lode e menzione d’onore. Si è avvicinata alla musica e al pianoforte all’età di 5 anni e da allora non lo ha più lasciato. Oggi lo suona splendidamente, regalando a chi l’ascolta, emozioni infinite, libertà, felicità e passione.
Il pianoforte è da sempre lo strumento prediletto della musica del romanticismo, questo strumento magico composto da ottantotto tasti bianchi e neri, ottantotto tasti di musica infinita, perché è infinita la musica che si può fare.

D.- Ciao Roberta, partiamo subito da te, chi è Roberta Di Mario?

R.- Sono una donna molto passionale, molto intensa, sono una mamma e sono un’artista o mi reputo tale. Vivo di musica, per la musica e nella musica, vengo da una formazione classica, mi sono diplomata in pianoforte, quindi sono prima di tutto una musicista e una pianista e poi, con il tempo, sono anche diventata cantautrice.

D.- Quando è nata la tua passione per la musica, e nello specifico, per il pianoforte? 

R.- E’ nata tantissimo tempo fa, ero davvero piccolissima, avevo cinque anni e non andavo ancora a scuola, ed è stata una cosa molto naturale. È successo come tutte le cose che devono succedere, senza un perché e un per come. Fortunatamente la mia famiglia è stata molto attenta a quelle che potevano essere le mie predisposizioni e peculiarità e quindi la mia mamma ha scoperto questa mia capacità. Ero anche molto più grande della mia età, con una mano già abbastanza sviluppata. Mia mamma un giorno mi portò da una sua amica insegnante di pianoforte e iniziò quest’avventura con la musica, che ancora oggi vivo con tanta intensità e con tanta passione suonando, credo, il più bello degli strumenti.

D.- Ti sei diplomata in pianoforte al conservatorio di musica di Parma, con il massimo dei voti. Quali emozioni, ammesso che le parole siano in grado di descriverle, provi quando suoni? 

R.- Ecco dici bene, infatti, è un po’ complesso trasmettere quelli che sono gli stati d’animo che provo quando suono e soprattutto quando scrivo, anche perché scrivo suonando poiché i miei pezzi partono da lì, sulla tastiera con i tasti bianchi e neri. Posso dirti che c’è un’adrenalina fortissima, che mi resta soprattutto dopo aver suonato e poi è un momento di grande intimità di grande magia. Credo che tutti gli artisti che creano qualche cosa riescano a comprendere perfettamente lo stato d’animo del momento della creazione, è un momento magico, ma allo stesso tempo è anche un momento personale, molto intimo. A questo proposito ho scritto anche un brano poche settimane fa dal titolo Intimacy, proprio per raccontare la relazione d’amore che c’è con lo strumento, e nel mio caso uno strumento molto creativo. È davvero un momento d’intimità che si ha con se stessi nel momento preciso in cui si scava dentro e si cerca lo stato d’animo più profondo, quello più nascosto, che però quando emerge è quello più vero, quello che ti rappresenta davvero. 

D.- La tua esperienza dimostra come una formazione nella musica classica non releghi i giovani musicisti che così iniziano a una carriera "noiosa" o "tradizionale", ma anzi può portare a collaborazioni e percorsi più che attuali e coinvolgenti. Qual è il messaggio che ti senti di dare ai tuoi colleghi più giovani? 

R.- Si certo, grazie per il giovane… (ride). Il messaggio che voglio assolutamente dare è innanzi tutto quello di studiare perché la musica non si improvvisa, o meglio, c’è sicuramente una grandissima parte di improvvisazione, che poi è l’estro e la creatività che ogni artista ha, e su questo non si discute, però, per diventare bravi, bisogna studiare, al di là della gavetta. C’è bisogno dello studio profondo, continuo, costante e so che lo studio e l’impegno comportano fatica, però, come dice il mio papà, nella vita nessuno ti regala niente e per raggiungere uno scopo e certi obiettivi, bisogna veramente studiare. Non bisogna dimenticare però che, oltre lo studio, le regole, il rigore, bisogna unire tutta la parte di estro e di fantasia che richiede la creatività e che poi racconta chi sei agli altri. L’unione dello studio, della creatività e della fantasia, portano a quel giusto mix che ti fa diventare davvero artista a tutti gli effetti. 

D.- E’ recente la collaborazione con Nausica Opera International e l’assessorato alla Cultura di Parma per la realizzazione della colonna sonora del Video “Vivere il mondo di Botero” in occasione della Mostra Internazionale di Botero a Parma e poi in Giappone. Che cosa hai provato? Che esperienza è stata? 

R.- E’ stata un’esperienza intensa, fortissima e molto interessante perché questo brano, che s’intitola Hands, - e che poi ritroviamo come brano di apertura del cd Pezzi di Piano “Lo stato delle cose”, - rappresenta in qualche modo la mia prima colonna sonora che rientra nel mio progetto artistico, per poter arrivare a comporre colonne sonore per il mondo del cinema, del commerciale e della pubblicità. È stata una bellissima esperienza perché ho potuto unire per la prima volta la musica al mondo dell’arte, e poi perché quando ho scritto questo brano, non avevo ancora visto le immagini e conoscevo solo una parte della produzione del maestro Botero, cioè la parte delle donne sproporzionate. Poi ho scoperto che lui ha creato anche tantissime mani giganti, infatti il mio brano è intitolato Hands e si intitola così perché mi guardavo le mani e le vedevo un po’ più grandi. Ho pensato che era il brano giusto per rappresentare qualche cosa di creativo e così ho scoperto questa produzione di mani grandissime fatte da lui dopo un grave incidente dove perse la vita suo figlio e lui perse una falange. Per sfatare un po’ questo momento e per espiarlo ha iniziato questo tipo di produzione artistica. Ho anche pensato che questo fil Rouge della mano ha un po’ chiuso il cerchio e che forse era davvero un brano destinato ad accompagnare quelle immagini. 

D.- “Lo stato delle cose “ è il titolo del tuo nuovo album, un lavoro molto particolare, in collaborazione con il Maestro Pietro Cantarelli (produttore e direttore artistico di Ivano Fossati). Raccontaci un po’ questo disco, molto particolare. 

R.- E’ un doppio album, quindi un doppio progetto contenente due cd; un cd di canzoni dal titolo “Songs” contenente sette tracce cantate e poi un cd di tracce strumentali di pianoforte dal titolo “Walk on the Piano Side”. L’album si intitola appunto “ Lo stato delle cose”, il singolo che è uscito per rappresentare l’album e ha dato il titolo all’album stesso. Lo si ritrova anche nel cd di Pezzi di Piano, si trova anche su YouTube ed è, almeno secondo me, una produzione interessante e coraggiosa, perché in un momento in cui la musica soffre un po’, pensare di potersi proporre al pubblico con due progetti è anche qualche cosa di ambizioso. E’ stato però necessario, io sono così, queste due anime mi rappresentano e solo una non avrebbe potuto esistere senza l’altra. Sono quindi due progetti assolutamente paralleli uniti dal pianoforte. La produzione è del Maestro Pietro Cantarelli, produttore di Ivano Fossati ed è stata un’avventura molto bella e molto intensa, articolata e sono molto felice di ciò che si è realizzato.

D.- “Tasti bianchi tasti neri” è invece il titolo del nuovo singolo, davvero una bella canzone. 88 tasti che danno emozione e libertà, giusto?

R.- Verissimo. Ottantotto tasti di musica infinita, come dico io. Sì, “Tasti bianchi tasti neri” a questo straordinario strumento che è il pianoforte, è una canzone molto ironica che strizza un po’ l’occhiolino a Paolo Conte come mondo. C’è un po’ di swing, un po’ di jazz, virtuosismo pianistico e l’ironia del Kazoo. Racconto questa mia relazione con il pianoforte e racconto come, qualsiasi cosa succeda, se io mi mescolo nelle note e mi mescolo con i “tasti bianchi tasti neri” tutto si mette a posto.

D.- I tuoi prossimi progetti?

R.- Stiamo lavorando per il 2015. Questo mese sarà un mese di ricerca, di scrittura di nuovi testi poiché ho già in mente il mio prossimo progetto e stiamo lavorando per gli appuntamenti del 2015. A novembre sono stata in tour negli store Feltrinelli, è stato un bellissimo tour, mi è piaciuto molto unire la mia musica al mondo della cultura e al mondo dei libri.

D.- Roberta vogliamo ricordare i social: dove ti si può contattare, ascoltare, raggiungere?

R.- Il mio sito è www.robertadimario.it e poi ovviamente ci sono i social e quindi Facebook, dove mi trovate sia sulla pagina social, sia su quella personale. Sono anche su twitter ma non lo utilizzo mai perché ci vuole molto tempo per stare dietro a tutti questi social ed io non ho molto tempo. Comunque ci sono i mezzi per rimanere in contatto e per seguire con curiosità tutte le mie notizie, i miei appuntamenti, la mia musica nuova che arriverà. Grazie a te per avermi contattata e ospitata e avermi dato modo di farmi conoscere e spero che sia tu che il pubblico mi possiate conoscere live, artisticamente parlando.

Roberta ci saluta con un augurio speciale…

Tanti auguri di Buon Natale a tutti i lettori di LPLNEWS24, buona musica a tutti perché la musica può essere davvero complice della vostra vita e accompagnarvi nei momenti più forti, più importanti e più preziosi del vostro cammino. Roberta Di Mario.


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