Nel suo ultimo libro, dal titolo “Maria di Nazareth. I luoghi, i tempi, le persone della sua vita”, edito in lingua italiana dalle Paoline, Michael Hesemann ci propone una ricca e aggiornata biografia di Maria, attraverso il confronto tra le fonti bibliche ed extracanoniche, e con l’ausilio di tradizioni e antiche leggende e testimonianze, continuamente sottoposte al vaglio della ricerca storica e archeologica.
recensione di Bartolo Salone
Quello che Michael Hesemann (storico, documentarista e giornalista tedesco di fama internazionale specializzato nella divulgazione storica e scientifica) ci propone nel suo ultimo libro, da poco edito dalle Paoline, è un itinerario sulla vita di Maria, attraverso i luoghi che secondo i Vangeli e la tradizione sono stati al centro della sua stessa esistenza, da Gerusalemme all’Egitto, all’attuale Turchia. Luoghi che l’autore non si è limitato a studiare, ma che ha visitato personalmente alla ricerca delle “tracce” lasciate da Maria nel corso della sua singolare esperienza umana. Come un mosaico che si arricchisce progressivamente delle sue tessere, così prende forma nella mente del lettore l’ “icona” della Santa Vergine, che l’ecumene cristiana da tempi immemorabili venera con il titolo di Madre di Dio. Le vicende di Maria si intrecciano così con quelle del Figlio, a cui l’autore aveva già dedicato un importante lavoro, “Jesus von Nazareth”, pubblicato nel 2009 in lingua tedesca, di cui il libro qui presentato riprende in parte contenuti e ricerche.
Il metodo seguito in questo imponente sforzo di recupero della memoria storica di Maria (memoria che l’autore ritiene del tutto compatibile con la visione di fede quale si è venuta delineando nel tempo e quale si è infine cristallizzata nei dogmi “mariani” dei Concilii ecumenici dei primi secoli e del Magistero pontificio degli ultimi due secoli) è quello della comparazione delle fonti eterogenee. Accanto ai Vangeli canonici, l’autore attinge anche agli apocrifi (in particolare al Protovangelo di Giacomo), rifacendosi altresì ad antiche leggende, testimonianze e tradizioni, continuamente confrontate con i dati archeologici e con fonti storiche di varia natura (reperti archeologici come i Rotoli del Mar Morto, testimonianze degli antichi storiografi – in particolare Flavio Giuseppe, Eusebio di Cesarea, Erodoto –, diari di viaggio di antichi pellegrini in Terra Santa). Il tutto al fine di far emergere ciò che è storicamente attendibile, nella convinzione che anche dietro a ciò che agli occhi dei moderni appare come leggendario o inverosimile possa nascondersi un nucleo di storicità.
Particolare attenzione è infine riservata alle testimonianze lasciate dalla devozione mariana nel corso dei secoli (icone, dipinti, monasteri, santuari), dalle antichissime rappresentazioni mariane presenti a Roma nelle Catacombe di Priscilla (che testimoniano di una devozione speciale per Maria che precede significativamente di alcuni secoli la definizione del dogma della Maternità divina ad opera del Concilio di Efeso del 431) alla Santa Casa di Loreto. Un’opera a tutto tondo, dunque, che, rifuggendo da qualsiasi preconcetto razionalistico e riduzionismo teologico, intende sondare il mistero della Madre e ad un tempo del Figlio, facendo ricorso a tutte le risorse della scienza storica e dell’archeologia, biblica e non. Una lettura sicuramente impegnativa, che riserva tuttavia parecchie sorprese a chi vuol davvero conoscere la storia di questa umile donna, posta da Dio al vertice dell’umanità.
recensione di Bartolo Salone Quello che Michael Hesemann (storico, documentarista e giornalista tedesco di fama internazionale specializzato nella divulgazione storica e scientifica) ci propone nel suo ultimo libro, da poco edito dalle Paoline, è un itinerario sulla vita di Maria, attraverso i luoghi che secondo i Vangeli e la tradizione sono stati al centro della sua stessa esistenza, da Gerusalemme all’Egitto, all’attuale Turchia. Luoghi che l’autore non si è limitato a studiare, ma che ha visitato personalmente alla ricerca delle “tracce” lasciate da Maria nel corso della sua singolare esperienza umana. Come un mosaico che si arricchisce progressivamente delle sue tessere, così prende forma nella mente del lettore l’ “icona” della Santa Vergine, che l’ecumene cristiana da tempi immemorabili venera con il titolo di Madre di Dio. Le vicende di Maria si intrecciano così con quelle del Figlio, a cui l’autore aveva già dedicato un importante lavoro, “Jesus von Nazareth”, pubblicato nel 2009 in lingua tedesca, di cui il libro qui presentato riprende in parte contenuti e ricerche.
Il metodo seguito in questo imponente sforzo di recupero della memoria storica di Maria (memoria che l’autore ritiene del tutto compatibile con la visione di fede quale si è venuta delineando nel tempo e quale si è infine cristallizzata nei dogmi “mariani” dei Concilii ecumenici dei primi secoli e del Magistero pontificio degli ultimi due secoli) è quello della comparazione delle fonti eterogenee. Accanto ai Vangeli canonici, l’autore attinge anche agli apocrifi (in particolare al Protovangelo di Giacomo), rifacendosi altresì ad antiche leggende, testimonianze e tradizioni, continuamente confrontate con i dati archeologici e con fonti storiche di varia natura (reperti archeologici come i Rotoli del Mar Morto, testimonianze degli antichi storiografi – in particolare Flavio Giuseppe, Eusebio di Cesarea, Erodoto –, diari di viaggio di antichi pellegrini in Terra Santa). Il tutto al fine di far emergere ciò che è storicamente attendibile, nella convinzione che anche dietro a ciò che agli occhi dei moderni appare come leggendario o inverosimile possa nascondersi un nucleo di storicità.
Particolare attenzione è infine riservata alle testimonianze lasciate dalla devozione mariana nel corso dei secoli (icone, dipinti, monasteri, santuari), dalle antichissime rappresentazioni mariane presenti a Roma nelle Catacombe di Priscilla (che testimoniano di una devozione speciale per Maria che precede significativamente di alcuni secoli la definizione del dogma della Maternità divina ad opera del Concilio di Efeso del 431) alla Santa Casa di Loreto. Un’opera a tutto tondo, dunque, che, rifuggendo da qualsiasi preconcetto razionalistico e riduzionismo teologico, intende sondare il mistero della Madre e ad un tempo del Figlio, facendo ricorso a tutte le risorse della scienza storica e dell’archeologia, biblica e non. Una lettura sicuramente impegnativa, che riserva tuttavia parecchie sorprese a chi vuol davvero conoscere la storia di questa umile donna, posta da Dio al vertice dell’umanità.
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