mercoledì, gennaio 30, 2013
Sul palco del Teatro Signorelli di Cortona, a pochi giorni dalla morte del regista cortonese Massimo Castri a cui la compagnia ha dedicato lo spettacolo, è stato messo in scena “Così è (se vi pare)”, con Giuliana Lojodice, Pino Micol e Luciano Virgilio e la regia di Michele Placido

di Monica Cardarelli

Che Luigi Pirandello sia un grande autore lo sanno tutti. Che sia un grande drammaturgo pure, ma che i suoi testi possano anche far sorridere il pubblico e al contempo riflettere, ecco, questo forse è meno noto. Ma è uno dei meriti della messa in scena di Michele Placido di “Così è (se vi pare)”, opera teatrale definita dallo stesso Pirandello “una parabola in tre atti”, tratta da una sua novella “La signora Frola e il signor Ponza, suo genero”. La regia di Placido infatti è riuscita a rendere il testo comprensibile a tutti, ad avvicinarlo ai giovani e a chi ha già avuto modo di apprezzare i testi di Pirandello nei teatri italiani. Merito non da poco, considerata la ricchezza e la profondità dell’autore in questione; un lavoro sicuramente ben riuscito anche perché affidato alla recitazione di Giuliana Lojodice, Pino Micol e Luciano Virgilio, che non hanno certo isogno di presentazioni, affiancati da altrettanto bravi giovani attori come Alessio Di Clemente, Manuela Muni, Erika D'Ambrosio, Vittorio Ciorcalo, Marta Nuti, Franco Mirabella, Paola Sambo, Marco Trebian, Fabio Angeloni. Un lavoro corale a cui il pubblico partecipa divertito e attento, sentendosi “in finestra” a curiosare uno spicchio di vita vissuta, andando sempre più in là nella curiosità, nel pettegolezzo, ai limiti del morboso, cercando di capire la verità.

Nella regia di Michele Placido (alla sua prima regia teatrale) i protagonisti parlano con dialetti diversi tra loro, dal siciliano a dialetti settentrionali e dell’Italia centrale, proprio per sottolineare che ciò a cui stiamo assistendo potrebbe accadere in qualunque posto, in qualunque epoca, gli eventi possono ripetersi e le pieghe dell’animo umano sono sempre le stesse: stesse emozioni, paure, curiosità, solo la percezione della verità cambia.

Già, perché proprio questo è il nocciolo di tutta la storia: cosa è la verità e se esista una sola verità o piuttosto ognuno di noi ‘legge’ nella vita degli altri, in ciò che gli accade attorno, un determinato aspetto che per lui è verità e lo è realmente, ma parziale perché è solo la sua. Gli specchi posti sulla scena accentuano questa idea di moltiplicazione delle verità e frantumazione della realtà: di ogni personaggio si intravedono aspetti diversi a seconda delle angolature dello specchio. Anche i caratteri sono ricchi di sfumature proprio perché nessun uomo è totalmente bianco o nero ma ognuno porta in sé tutti i colori dell’arcobaleno: dall’amore all’odio, dalla generosità all’egoismo, dalla normalità alla follia il passo è breve, e il limite che li divide incomprensibile.

In questo gioco di specchi i protagonisti di “Così è (se vi pare)” si ritrovano, si incontrano e interrogano i nuovi arrivati per cercare di carpire loro il segreto che nascondono. Il tutto in un crescendo di ritmo e intensità che tiene il pubblico in tensione, come in un thriller in cui il colpevole, o presunto tale, appare improvvisamente sulla scena come un fantasma che esce dal buio invece che entrare, come annunciato, dalla porta principale.

Molto altro si potrebbe scrivere di questo bel lavoro teatrale e della sua intensità, ma non conviene svelare troppo, proprio come in ogni thriller che si rispetti. A noi piace qui suscitare la curiosità dello spettatore così che possa poi gustare, comodamente seduto “alla finestra”, quella miriade di sfumature dell’animo umano e conoscere, finalmente, la verità… ma quale?

Sono presenti 2 commenti

Anonimo ha detto...

Che bell'articolo! Tanti complimenti. Leggendolo mi è sembrato di vedere le scene ,a cui purtroppo non potrò assistere.Se il teatro si potesse vedere in televisione al posto di tante oscenità si potrebbe cambiare la società.

Unknown ha detto...

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