Una fra le campagne elettorali dai toni più aspri si è conclusa con il voto: Il partito democratico, con l’exploit del suo giovane e carismatico leader, il nemmeno quarantenne Matteo Renzi, asfalta tutti gli altri.
A nulla sono valse le adunate oceaniche sotto i vari palchi del pur simpatico Grillo improvvisatosi politico che ha comunque profuso un impegno personale ragguardevole nel condurre questa campagna ma che forse ha dimenticato di presentare un programma guida anteponendogli insulti più o meno gratuiti agli altri suoi competitori che, dal canto loro gli hanno poi risposto per le rime alzando i toni all’esasperazione. Gli italiani, vuoi per il “fare” prorompente del Matteo ormai nazionale, vuoi perché davvero, oltre alle promesse, qualcosa questo ragazzo ha messo nel piatto, hanno dato a lui la preferenza.
L’elettorato comunque ha dimostrato una forte mobilità senza i consueti arroccamenti sugli zoccoli duri delle varie formazioni politiche dimostrando un alto gradimento per colui che ha dato vigorosi scossoni al traballante carrozzone italico dannandosi l’anima per farlo ripartire una volta per tutte. Ora ci attende il semestre di presidenza europea: Renzi potrà parlare col la Merkel guardandola diritta negli occhi. Dietro di lui ora c’è l’Italia, quella vera che ha saputo darsi un vero e credibile leader, uno che smorzerà quegli idioti sorrisetti aleggianti sulle bocche di qualcuno che si crede superiore. Questa potrebbe definirsi la “primavera italiana”. Non c’è stato bisogno di rivoluzioni armate con mitra spianati, processi più o meno mediatici e compagnia cantando.
E’ bastata solo la genialità italiana per dare una sistematina al degrado imperante. C’è verso ora che per i corrotti ed i corruttori sia suonata l’ultima campana: qualcosa si è mosso, qualcosa che già covava sotto la cenere. Gli elettori hanno fatto sentire il loro dissenso verso le incredibili e indicibili politiche degli ultimi anni e non solo quelli del ventennio berlusconiano ma anche di quelli precedenti. Forse pare stia finendo un’epoca che ha visto la disonestà farla da padrona. Forse anche sull’ Expo milanese oltre che su tutto il resto tornerà a splendere il sole. Non certo il sol dell’avvenire ma quello della correttezza e dell’onestà nel bene di tutti noi. Auguri Matteo…
A nulla sono valse le adunate oceaniche sotto i vari palchi del pur simpatico Grillo improvvisatosi politico che ha comunque profuso un impegno personale ragguardevole nel condurre questa campagna ma che forse ha dimenticato di presentare un programma guida anteponendogli insulti più o meno gratuiti agli altri suoi competitori che, dal canto loro gli hanno poi risposto per le rime alzando i toni all’esasperazione. Gli italiani, vuoi per il “fare” prorompente del Matteo ormai nazionale, vuoi perché davvero, oltre alle promesse, qualcosa questo ragazzo ha messo nel piatto, hanno dato a lui la preferenza.
L’elettorato comunque ha dimostrato una forte mobilità senza i consueti arroccamenti sugli zoccoli duri delle varie formazioni politiche dimostrando un alto gradimento per colui che ha dato vigorosi scossoni al traballante carrozzone italico dannandosi l’anima per farlo ripartire una volta per tutte. Ora ci attende il semestre di presidenza europea: Renzi potrà parlare col la Merkel guardandola diritta negli occhi. Dietro di lui ora c’è l’Italia, quella vera che ha saputo darsi un vero e credibile leader, uno che smorzerà quegli idioti sorrisetti aleggianti sulle bocche di qualcuno che si crede superiore. Questa potrebbe definirsi la “primavera italiana”. Non c’è stato bisogno di rivoluzioni armate con mitra spianati, processi più o meno mediatici e compagnia cantando.
E’ bastata solo la genialità italiana per dare una sistematina al degrado imperante. C’è verso ora che per i corrotti ed i corruttori sia suonata l’ultima campana: qualcosa si è mosso, qualcosa che già covava sotto la cenere. Gli elettori hanno fatto sentire il loro dissenso verso le incredibili e indicibili politiche degli ultimi anni e non solo quelli del ventennio berlusconiano ma anche di quelli precedenti. Forse pare stia finendo un’epoca che ha visto la disonestà farla da padrona. Forse anche sull’ Expo milanese oltre che su tutto il resto tornerà a splendere il sole. Non certo il sol dell’avvenire ma quello della correttezza e dell’onestà nel bene di tutti noi. Auguri Matteo…
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