L’abbraccio prolungato del Papa con i disabili del Don Gnocchi per la Messa in Coena Domini, ha colpito e commosso quanti hanno potuto seguire l’evento. Tra questi, la parlamentare italiana Ileana Argentin, disabile, che lo scorso gennaio ha incontrato in Vaticano Papa Francesco. Sergio Centofanti l’ha intervistata:
Radio Vaticana - R. - Glielo dico non come deputata, ma come donna disabile che da anni si occupa di questo mondo. Francamente devo dire che per la prima volta abbiamo avuto un Papa che ha reso i disabili non spettatori ma protagonisti. Questa è la prima barriera culturale che viene buttata giù; un grande Papa che riesce non solo a dimostrare carità e fede, ma anche a fare cultura sul disagio. E mi creda, non è una cosa piccola; è una grande cosa, perché finché la diversità – e quindi anche la disabilità - viene vista come un limite e non come un patrimonio, questo penalizzerà moltissimo chi vive il disagio. Papa Francesco ancora una volta ci ha stupito. Volevo avere modo di dirlo.
D. - Il Papa è molto vicino ai disabili, ai malati. I suoi saluti sono particolarmente lunghi durante l’udienza generale. Quale messaggio arriva al mondo di oggi?
R. - Il messaggio che arriva è che le pari opportunità sono dovute, i diritti sono rivendicati, ma soprattutto che la solidarietà non può venire a mancare. Se il Papa si ferma e non vive il disagio di fronte al limite di altre persone, questo non può che essere un messaggio avanzato a livello culturale. C’è una gran paura verso la disabilità, perché ci sono moltissime proiezioni negative da parte della gente. Non è così. La nostra è una vita meravigliosa, piena di felicità! È assolutamente folle l’idea che i disabili soffrano soltanto. Noi viviamo le nostre 24 ore con il sole e con la pioggia e siamo comunque felici come tante altre persone. Papa Francesco ha preso consapevolezza di questo e, secondo me, ci dà una grande mano a dimostrare che i nostri limiti – ripeto – sono un patrimonio.
D. – Lei, come credente, è aiutata dalla fede a vivere una situazione comunque difficile…
R. - Assolutamente! Più che una situazione difficile, è una situazione – mi conceda – privilegiata. Io sono abituata a vedere il mondo su quattro ruote. Proprio perché ho fede, dal basso guardo verso l’alto, e sono assolutamente carica di una forza per aiutare gli altri. La fede è una cosa importante che rivendicherò sempre non come “dotazione di vitamine”, ma come un confronto, un modo di essere vicini a Dio.
D. - Lei ha incontrato il Papa nel gennaio scorso. Un ricordo ancora vivo…
R. – Assolutamente meraviglioso! La mezz’ora più bella degli ultimi anni della mia vita: vedere Papa Francesco guardare i libri che ho scritto e dirmi che ero una lezione di vita!
Radio Vaticana - R. - Glielo dico non come deputata, ma come donna disabile che da anni si occupa di questo mondo. Francamente devo dire che per la prima volta abbiamo avuto un Papa che ha reso i disabili non spettatori ma protagonisti. Questa è la prima barriera culturale che viene buttata giù; un grande Papa che riesce non solo a dimostrare carità e fede, ma anche a fare cultura sul disagio. E mi creda, non è una cosa piccola; è una grande cosa, perché finché la diversità – e quindi anche la disabilità - viene vista come un limite e non come un patrimonio, questo penalizzerà moltissimo chi vive il disagio. Papa Francesco ancora una volta ci ha stupito. Volevo avere modo di dirlo.
D. - Il Papa è molto vicino ai disabili, ai malati. I suoi saluti sono particolarmente lunghi durante l’udienza generale. Quale messaggio arriva al mondo di oggi?
R. - Il messaggio che arriva è che le pari opportunità sono dovute, i diritti sono rivendicati, ma soprattutto che la solidarietà non può venire a mancare. Se il Papa si ferma e non vive il disagio di fronte al limite di altre persone, questo non può che essere un messaggio avanzato a livello culturale. C’è una gran paura verso la disabilità, perché ci sono moltissime proiezioni negative da parte della gente. Non è così. La nostra è una vita meravigliosa, piena di felicità! È assolutamente folle l’idea che i disabili soffrano soltanto. Noi viviamo le nostre 24 ore con il sole e con la pioggia e siamo comunque felici come tante altre persone. Papa Francesco ha preso consapevolezza di questo e, secondo me, ci dà una grande mano a dimostrare che i nostri limiti – ripeto – sono un patrimonio.
D. – Lei, come credente, è aiutata dalla fede a vivere una situazione comunque difficile…
R. - Assolutamente! Più che una situazione difficile, è una situazione – mi conceda – privilegiata. Io sono abituata a vedere il mondo su quattro ruote. Proprio perché ho fede, dal basso guardo verso l’alto, e sono assolutamente carica di una forza per aiutare gli altri. La fede è una cosa importante che rivendicherò sempre non come “dotazione di vitamine”, ma come un confronto, un modo di essere vicini a Dio.
D. - Lei ha incontrato il Papa nel gennaio scorso. Un ricordo ancora vivo…
R. – Assolutamente meraviglioso! La mezz’ora più bella degli ultimi anni della mia vita: vedere Papa Francesco guardare i libri che ho scritto e dirmi che ero una lezione di vita!
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