Come sta cambiando il contrabbando
di Silvio Foini
Sulla linea del confine tra Svizzera e Italia sembra che qualcosa stia cambiando. Un'inversione di tendenza starebbe spingendo il traffico di valuta non più dalla penisola verso la Confederazione, ma viceversa. Negli ultimi tre mesi pare si sia verificato un traffico medio di 50mila euro ( circa 61mila franchi) al giorno. La Guardia di Finanza di Como comunica dati che la dicono lunga sul fenomeno. Da gennaio a marzo sono infatti stati intercettati quasi 4,5 milioni di euro (5,5 milioni di franchi) in entrata, tra flussi leciti ed illeciti. Un dato che risulta essere 15 volte superiore a quello registrato in uscita con circa 300 mila euro. I numeri, di solito, tendono invece ad equivalersi, come spiega il colonnello Marco Pelliccia, comandante provinciale della guardia di finanza di Como. “Se tale andamento dovesse essere confermato anche sul lungo periodo si potrebbe certamente parlare di inversione di tendenza”. Ancora più eclatante il dato riguardante il denaro sequestrato: “Quasi 324mila euro (400 mila franchi) in entrata e poco più di 15 mila euro (18 mila franchi) in uscita”. Cambia anche la figura, romantica per certi versi se volete, del classico “spallone” con la bricolla delle “bionde” in spalla. Dalla coppia di pensionati intercettati sul treno di ritorno da Lugano con oltre 83mila euro (101 mila franchi), all'ottantenne che nascondeva 54mila euro (66 mila franchi) nella borsetta, all’ingegnere che a bordo di un costoso suv alla dogana di Brogeda, nascondeva 110.000 euro. ( metà della somma sequestrata come prevede la legge).
“Sempre meno di frequente si incappa nella figura del classico spallone.” Spiega il comandante. “La tendenza è di intercettare semplici cittadini o imprenditori che si muovono in proprio trasportando denaro”. I trucchi per eludere i controlli? “Ci siamo imbattuti in gente che teneva il denaro negli indumenti intimi o di chi lo aveva occultato in mezzo a prodotti dolciari. Ma anche chi li ha nascosti nei sedili dell'auto o in altri posti in apparenza inaccessibili.
di Silvio Foini
Sulla linea del confine tra Svizzera e Italia sembra che qualcosa stia cambiando. Un'inversione di tendenza starebbe spingendo il traffico di valuta non più dalla penisola verso la Confederazione, ma viceversa. Negli ultimi tre mesi pare si sia verificato un traffico medio di 50mila euro ( circa 61mila franchi) al giorno. La Guardia di Finanza di Como comunica dati che la dicono lunga sul fenomeno. Da gennaio a marzo sono infatti stati intercettati quasi 4,5 milioni di euro (5,5 milioni di franchi) in entrata, tra flussi leciti ed illeciti. Un dato che risulta essere 15 volte superiore a quello registrato in uscita con circa 300 mila euro. I numeri, di solito, tendono invece ad equivalersi, come spiega il colonnello Marco Pelliccia, comandante provinciale della guardia di finanza di Como. “Se tale andamento dovesse essere confermato anche sul lungo periodo si potrebbe certamente parlare di inversione di tendenza”. Ancora più eclatante il dato riguardante il denaro sequestrato: “Quasi 324mila euro (400 mila franchi) in entrata e poco più di 15 mila euro (18 mila franchi) in uscita”. Cambia anche la figura, romantica per certi versi se volete, del classico “spallone” con la bricolla delle “bionde” in spalla. Dalla coppia di pensionati intercettati sul treno di ritorno da Lugano con oltre 83mila euro (101 mila franchi), all'ottantenne che nascondeva 54mila euro (66 mila franchi) nella borsetta, all’ingegnere che a bordo di un costoso suv alla dogana di Brogeda, nascondeva 110.000 euro. ( metà della somma sequestrata come prevede la legge).
“Sempre meno di frequente si incappa nella figura del classico spallone.” Spiega il comandante. “La tendenza è di intercettare semplici cittadini o imprenditori che si muovono in proprio trasportando denaro”. I trucchi per eludere i controlli? “Ci siamo imbattuti in gente che teneva il denaro negli indumenti intimi o di chi lo aveva occultato in mezzo a prodotti dolciari. Ma anche chi li ha nascosti nei sedili dell'auto o in altri posti in apparenza inaccessibili.
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