venerdì, febbraio 28, 2014
Nuova giornata di tensione in Ucraina. Dopo gli attacchi di gruppi armati russi ai palazzi del potere in Crimea e, stanotte, agli aeroporti di Simferopoli e Sebastopoli, Kiev accusa apertamente Mosca di aggressione. Intanto, c'è attesa per quanto dirà oggi in conferenza stampa il presidente destituito Yanukovich, che ha ricevuto protezione da Mosca. Sentiamo Giancarlo La Vella: ascolta 

Radio Vaticana - E’ il ministro degli Interni di Kiev, Avakov, in persona ad accusare direttamente la Russia di voler mettere in atto una vera e propria invasione armata in Crimea. L'accusa giunge all'indomani delle occupazioni del parlamento, del governo e, la notte scorsa, degli aeroporti di Simferopoli e Sebastopoli, ma anche della richiesta del parlamento regionale di votare, attraverso un referendum previsto per il 25 maggio, la secessione della penisola da Kiev. La Crimea è fortemente ancorata alla cultura russa e strategicamente importante per Mosca, che mantiene a Sebastopoli, in territorio ucraino, la sede della sua flotta nel Mar Nero. Dopo la destituzione di Yanukovich, quindi, appare tutt’altro che archiviata la pratica relativa alla nascita della nuova Ucraina, un Paese che vorrebbe avvicinarsi di più all’Europa e allentare i legami con la Russia.

Dagli Stati Uniti pieno appoggio al nuovo corso ucraino, mentre la cancelliera tedesca, Angela Merkel, chiede a Mosca di rispettare l'integrità territoriale dell'Ucraina. Intanto, Kiev ha spiccato dieci ordini d’arresto nei confronti di esponenti del vecchio regime. Chiesta a Mosca, inoltre l’estradizione di Yanukovich. In questa situazione, c’è attesa per quanto dirà in conferenza stampa l’ex capo dello Stato, che rivendica il suo ruolo di presidente legittimo, una convinzione condivisa anche al Cremlino. “Una provocazione bella e buona”, tuona il leader dell’opposizione, Klitschko.

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