Abbiamo bisogno di una vita fatta di gesti di prossimità, anche nel mondo di internet fatto di persone, non di fili.
Sanfrancescopatronoditalia - Il Papa con il Suo messaggio per la giornata mondiale delle comunicazioni sottolinea l'importanza dei gesti nel mondo tecnologico. Lui che per primo sta scrivendo 'l'enciclica dei gesti' fa riferimento al buon Samaritano, un gesto come quello che fece San Francesco con il lebbroso. L'elemento comunicativo per la Chiesa è stato fondamentale per l'avvicinamento a tutto il suo popolo, la presa di coscienza di una inversione di tendenza si è realizzata diversi anni fa con l'ingresso ufficiale di Benedetto XVI su Twitter e continua ancora oggi con Papa Francesco e i suoi gesti.
Possiamo dire che al giorno d'oggi la comunicazione ha trovato perfetta armonia con la Chiesa, perché in grado di parlare a tutti, ai giovani e a chi è lontano, dando la possibilità di interagire a una pluralità di persone. Quello che una volta la piccola diocesi di periferia instaurava con gli abitanti del circondario è ora possibile a livello mondiale. La comunità cattolica e non, si ritrova in un semplice 'click', proprio come la webcam sulla tomba di san Francesco che ha permesso a persone che si trovano dall'altra parte del mondo di inviare una preghiera al Santo di Assisi.
La comunicazione in sé, come la conosciamo oggi, ha avuto un precursore: Francesco d'Assisi. Il cui carisma da comunicatore ha reso possibile la diffusione del francescanesimo. La grande forza comunicativa trovò nella parola uno degli strumenti più efficaci, facendo suo il concetto latino di communico: rendere partecipe, condividere. Scopo principe di una comunicazione che diventa anche comunione con tutto il creato. Il Santo usava tutti i mezzi a sua disposizione per poter meglio diffondere la sua idea di cristianesimo. Francesco, dice Tommaso da Celano, aveva fatto di tutto il suo corpo una lingua, senza disdegnare "il gesto" come elemento comunicativo, non possiamo dimenticare l'episodio del dono del mantello. Nel mondo della comunicazione è importante anche l'ascolto. Il poverello di Assisi era un grande ascoltatore oltre che oratore. Egli amava ascoltare il prossimo, faceva tesoro delle esperienze altrui, accoglieva tutti e dava i propri consigli a chi ne faceva richiesta.
La comunicazione e i nuovi sistemi informativi danno vita oggi ad una società circolare. Una società dove l'uomo è accanto all'altro, per l'altro. Francesco, infatti, desiderava che tutti potessero coesistere allo stesso livello, si era mischiato ai malati, ai poveri, ai ricchi, trovando il linguaggio per accedere al cuore di tutti e decise di farlo andando incontro alla gente, passando dalla 'predicazione nelle chiese alla predicazione nelle piazze'. Interessante l'analisi di padre Antonio Spadaro sul messaggio per la giornata mondiale delle comunicazioni:
1. Internet esprime la «profezia» di un mondo nuovo;
2. internet: una rete di persone, non di fili;
3. chi è il mio «prossimo» nell'ambiente digitale? Le «reti di prossimità»;
4. una Chiesa «accidentata», ma dalle porte aperte anche in rete;
5. per una comunicazione non «di massa» ma «popolare»;
6. dialogo e rapporto tra Ecclesia e Agorà.
Sanfrancescopatronoditalia - Il Papa con il Suo messaggio per la giornata mondiale delle comunicazioni sottolinea l'importanza dei gesti nel mondo tecnologico. Lui che per primo sta scrivendo 'l'enciclica dei gesti' fa riferimento al buon Samaritano, un gesto come quello che fece San Francesco con il lebbroso. L'elemento comunicativo per la Chiesa è stato fondamentale per l'avvicinamento a tutto il suo popolo, la presa di coscienza di una inversione di tendenza si è realizzata diversi anni fa con l'ingresso ufficiale di Benedetto XVI su Twitter e continua ancora oggi con Papa Francesco e i suoi gesti.
Possiamo dire che al giorno d'oggi la comunicazione ha trovato perfetta armonia con la Chiesa, perché in grado di parlare a tutti, ai giovani e a chi è lontano, dando la possibilità di interagire a una pluralità di persone. Quello che una volta la piccola diocesi di periferia instaurava con gli abitanti del circondario è ora possibile a livello mondiale. La comunità cattolica e non, si ritrova in un semplice 'click', proprio come la webcam sulla tomba di san Francesco che ha permesso a persone che si trovano dall'altra parte del mondo di inviare una preghiera al Santo di Assisi.
La comunicazione in sé, come la conosciamo oggi, ha avuto un precursore: Francesco d'Assisi. Il cui carisma da comunicatore ha reso possibile la diffusione del francescanesimo. La grande forza comunicativa trovò nella parola uno degli strumenti più efficaci, facendo suo il concetto latino di communico: rendere partecipe, condividere. Scopo principe di una comunicazione che diventa anche comunione con tutto il creato. Il Santo usava tutti i mezzi a sua disposizione per poter meglio diffondere la sua idea di cristianesimo. Francesco, dice Tommaso da Celano, aveva fatto di tutto il suo corpo una lingua, senza disdegnare "il gesto" come elemento comunicativo, non possiamo dimenticare l'episodio del dono del mantello. Nel mondo della comunicazione è importante anche l'ascolto. Il poverello di Assisi era un grande ascoltatore oltre che oratore. Egli amava ascoltare il prossimo, faceva tesoro delle esperienze altrui, accoglieva tutti e dava i propri consigli a chi ne faceva richiesta.
La comunicazione e i nuovi sistemi informativi danno vita oggi ad una società circolare. Una società dove l'uomo è accanto all'altro, per l'altro. Francesco, infatti, desiderava che tutti potessero coesistere allo stesso livello, si era mischiato ai malati, ai poveri, ai ricchi, trovando il linguaggio per accedere al cuore di tutti e decise di farlo andando incontro alla gente, passando dalla 'predicazione nelle chiese alla predicazione nelle piazze'. Interessante l'analisi di padre Antonio Spadaro sul messaggio per la giornata mondiale delle comunicazioni:
1. Internet esprime la «profezia» di un mondo nuovo;
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3. chi è il mio «prossimo» nell'ambiente digitale? Le «reti di prossimità»;
4. una Chiesa «accidentata», ma dalle porte aperte anche in rete;
5. per una comunicazione non «di massa» ma «popolare»;
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