Tra le iniziative dedicate al periodo di Natale c’è una riflessione speciale sulla donna, ispirata alla centralità della figura di Maria nell’Avvento. L’idea nasce dal quotidiano on line d’ispirazione cattolica, la Perfetta Letizia, e in particolare da una delle redattrici, Monica Cardarelli, che ha raccolto le testimonianze di donne impegnate nella società, nella Chiesa e nel mondo della cultura, attente a vivere alla “sequela” di Gesù.
Radio Vaticana - Ascoltiamo da Monica Cardarelli il perché di questa iniziativa e che idea si vuol dare al lettore. L’intervista è di Gabriella Ceraso:
R. – Riflettendo su un brano del Vangelo di Luca, che cita la sequela femminile di Gesù, pensavo – appunto – a quante donne vivono questa sequela, in mille vocazioni. Ho dato voce ad una moglie e madre di famiglia, ad una suora, una laica consacrata e anche alla responsabile della sezione “Donna” del Pontificio Consiglio per i Laici, e ancora a un’insegnante dell’Istituto teologico di Assisi che tiene un corso sulla Mulieris Dignitatem. Lo stimolo è venuto in questo anno in cui si ricordano i 25 anni della Mulieris Dignitatem di Giovanni Paolo II. Quindi, è un modo per rispondere anche alla provocazione di Papa Francesco a riflettere sulla donna, provocazione avanzata, però, anche dai suoi predecessori.
D. – Quale il filo conduttore di queste esperienze, anche in relazione alle parole di Papa Francesco che chiede nell’Evangelii Gaudium di dare più spazio alla specificità della donna?
R. – Il punto centrale forse è la donna come luogo di relazioni, accogliente ma anche fonte di fratellanza. In tutte le varie testimonianze, ho notato infatti l’attenzione a questo aspetto del femminile. Per esempio, mi viene in mente suor Serena che segue le donne che si trovano in un particolare momento della vita, molto delicato, che è quello della scelta se abortire o meno; oppure, la moglie e madre di famiglia che con il marito segue coppie in crisi o coppie di fidanzati … Quindi, comunque la donna che si mette – se vogliamo – a servizio di altre donne e dei fratelli, proprio perché ha questa attenzione nei confronti degli altri e questo sguardo accogliente e aperto.
D. – Queste donne che hai intervistato condividono l’idea del Papa, di una necessità effettivamente di sottolineare di più il femminile nella società, nella cultura, nella Chiesa stessa?
R. – Si. Diciamo che hanno proprio il desiderio di far sentire che ci sono, ognuna di loro nel proprio piccolo vive la sua femminilità, e questo è importante che venga anche riconosciuto.
D. – Che scia lascia dietro di sé questo ciclo di conversazioni e di incontri, e che scia lascia anche in te?
R. – Io spero che ai lettori lasci un momento di riflessione. Personalmente, io sono stata molto arricchita, sono stata coinvolta in tutte queste piccole grandi esperienze, e anche io ho conosciuto alcune cose che in realtà sono piccoli semi però veramente destinati a crescere. Quindi, spero che lasci nel lettore anche una speranza: che il femminile possa veramente far germogliare molto, e molto di buono.
Radio Vaticana - Ascoltiamo da Monica Cardarelli il perché di questa iniziativa e che idea si vuol dare al lettore. L’intervista è di Gabriella Ceraso:
R. – Riflettendo su un brano del Vangelo di Luca, che cita la sequela femminile di Gesù, pensavo – appunto – a quante donne vivono questa sequela, in mille vocazioni. Ho dato voce ad una moglie e madre di famiglia, ad una suora, una laica consacrata e anche alla responsabile della sezione “Donna” del Pontificio Consiglio per i Laici, e ancora a un’insegnante dell’Istituto teologico di Assisi che tiene un corso sulla Mulieris Dignitatem. Lo stimolo è venuto in questo anno in cui si ricordano i 25 anni della Mulieris Dignitatem di Giovanni Paolo II. Quindi, è un modo per rispondere anche alla provocazione di Papa Francesco a riflettere sulla donna, provocazione avanzata, però, anche dai suoi predecessori.
D. – Quale il filo conduttore di queste esperienze, anche in relazione alle parole di Papa Francesco che chiede nell’Evangelii Gaudium di dare più spazio alla specificità della donna?
R. – Il punto centrale forse è la donna come luogo di relazioni, accogliente ma anche fonte di fratellanza. In tutte le varie testimonianze, ho notato infatti l’attenzione a questo aspetto del femminile. Per esempio, mi viene in mente suor Serena che segue le donne che si trovano in un particolare momento della vita, molto delicato, che è quello della scelta se abortire o meno; oppure, la moglie e madre di famiglia che con il marito segue coppie in crisi o coppie di fidanzati … Quindi, comunque la donna che si mette – se vogliamo – a servizio di altre donne e dei fratelli, proprio perché ha questa attenzione nei confronti degli altri e questo sguardo accogliente e aperto.
D. – Queste donne che hai intervistato condividono l’idea del Papa, di una necessità effettivamente di sottolineare di più il femminile nella società, nella cultura, nella Chiesa stessa?
R. – Si. Diciamo che hanno proprio il desiderio di far sentire che ci sono, ognuna di loro nel proprio piccolo vive la sua femminilità, e questo è importante che venga anche riconosciuto.
D. – Che scia lascia dietro di sé questo ciclo di conversazioni e di incontri, e che scia lascia anche in te?
R. – Io spero che ai lettori lasci un momento di riflessione. Personalmente, io sono stata molto arricchita, sono stata coinvolta in tutte queste piccole grandi esperienze, e anche io ho conosciuto alcune cose che in realtà sono piccoli semi però veramente destinati a crescere. Quindi, spero che lasci nel lettore anche una speranza: che il femminile possa veramente far germogliare molto, e molto di buono.
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