Misna - La nuova strategia di sicurezza nazionale adottata oggi dal governo di Tokyo segnala ufficialmente la volontà del paese di avere regole di sicurezza “più dinamiche” per le sue Forze di autodifesa (nei fatti un esercito moderno e in via di ulteriore rafforzamento) in particolare all’estero, ma anche di individuare nuove regole per l’export di armi, che ha ampie potenzialità, finora negate dalla costituzione pacifista del paese.Sottolineato anche l’impegno ad accrescere i dispositivi di sicurezza a protezione del territorio nazionale. Una mossa rivolta in particolare verso le rivendicazioni territoriali della Repubblica popolare cinese nel Mar Cinese meridionale.

Scelte a cui Tokyo è spinta dalla richiesta di un ruolo più attivo nell’alleanza storica con gli Stati Uniti, la cui affermazione di avere in Asia uno dei pilastri della politica strategica viene limitata, da un lato, da minori fondi e minori mezzi disponibili, oltre che da una riduzione degli effettivi nella regione, dall’altro dalla crescente forza militare e aggressività cinesi.

Tra i provvedimenti adottati oggi dal gabinetto ministeriale, una forza anfibia che possa agire su isole come quelle rivendicate da Pechino nell’arcipelago delle Senkaku/Diaoyu, oltre a mezzi moderni per un controllo marittimo e aereo sull’intero territorio nazionale. Per concretizzarli, anche l’acquisto di droni statunitensi da ricognizione e l’acquisizione di aerei a decollo verticale Osprey, già usati dagli Usa nelle loro basi giapponesi. Per la prima volta dopo dieci anni, il bilancio militare per il prossimo quinquennio è tornato a crescere, arrivando a 24.700 miliardi di yen, circa 175 miliardi di euro.