sabato, novembre 02, 2013
Il governo non ha pace. Ora scoppia il problema del ministro della Giustizia. Serve chiarezza

Città Nuova - Imbarazzante. È l'aggettivo più appropriato per descrivere il caso che da qualche ora coinvolge il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, che avrebbe in qualche modo appoggiato la concessione degli arresti domiciliari alla figlia Ligresti, Giulia, in carcere per l'indagine che riguarda tutta la famiglia, assai discussa, del finanziere Salvatore Ligresti. Il ministro si difende e ben presto dovrà rendere conto del suo operato in parlamento. Che la verità venga alla luce è assolutamente necessario, perche sono in causa alcune questioni di primissimo livello in una democrazia matura.

Innanzitutto: sono stati fatti passi che hanno portato a favorire rispetto ad altri detenuti il rappresentante di una famiglia appartenente al potere finanziario e politico? Se fosse così, le dimissioni sarebbero doverose. Secondo, bisogna chiarire i rapporti intercorsi tra il figlio del ministro Cancellieri e i Ligresti. Questo rapporto ha largamente beneficiato Piergiorgio Peluso, il figlio, per poco più di un anno a capo della Fonsai e poi liquidato con una lauta buonuscita. Terzo, va discussa l'opportunità della Cancellieri di intervenire conoscendo questi rapporti: fa male sentire che i potenti si aiutano tra di loro.

Non si discute la presunta onestà della Cancellieri: personalmente non ho dubbi al riguardo. Ma un ministro di Grazia e Giustizia deve essere ancor più al di sopra delle parti di qualsiasi altro ministro. Tanto più che la famiglia Ligresti è sottoposta ad un'inchiesta giudiziaria con accuse gravissime.

Che si faccia presto. L'Italia non ha certo bisogno di un altro caso politico destabilizzante.

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