La lapidazione, prevista ai tempi del regime talebano per alcuni reati tra cui l’adulterio, potrebbe essere presto ripristinata nel sistema giudiziario dell’Afghanistan: a lanciare l’allarme è l’organizzazione non governativa statunitense Human Rights Watch.
Misna -
In una bozza di revisione del codice penale all’esame del ministero della Giustizia sarebbe reintrodotta infatti la morte per lapidazione per gli adulteri sposati. Per i non sposati, invece, la pena prevista dovrebbe essere “di cento colpi di frusta”. Non sono certi i tempi di approvazione dei provvedimenti, ma la possibilità di una loro applicazione porta Brian Adams, direttore per l’Asia di Human Right Watch, a definire “assolutamente scioccante” che a 12 anni dalla caduta dei Talebani “l’amministrazione del presidente Hamid Karzai possa riportare in vigore la lapidazione”.
Un’iniziativa probabilmente concepita per garantire maggiore stabilità sociale, in un paese conservatore dove il sesso al di fuori del matrimonio o prematrimoniale è considerato tabù e porta sovente a faide tra famiglie e clan. Per il governo di Kabul, si tratta di regolare – secondo una visione radicale islamica – fenomeni di punizioni extragiudiziarie comunque presenti e sovente nascosti alle autorità. Il caso di una donna di 21 anni uccisa a colpi di pietra nel luglio dello scorso anno in un’area sottoposta al controllo dei Talebani a poca distanza dalla capitale ha avuto particolare risonanza internazionale ma ha portato allo scoperto una realtà più diffusa.
Human Rights Watch ha ricordato però che, indipendentemente dalle ragioni del governo, i 16 miliardi di dollari di aiuti promessi lo scorso anno al paese sono legati al miglioramento dei diritti umani. “Il presidente Karzai – ha sottolineato l’organizzazione americana – deve dimostrare almeno un impegno di principio verso i diritti umani e respingere questa iniziativa assurda”. A loro volta, i donatori, ricorda l’organizzazione con sede a New York, “devono chiarire che il sostegno al governo afghano ha delle contropartite”.
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In una bozza di revisione del codice penale all’esame del ministero della Giustizia sarebbe reintrodotta infatti la morte per lapidazione per gli adulteri sposati. Per i non sposati, invece, la pena prevista dovrebbe essere “di cento colpi di frusta”. Non sono certi i tempi di approvazione dei provvedimenti, ma la possibilità di una loro applicazione porta Brian Adams, direttore per l’Asia di Human Right Watch, a definire “assolutamente scioccante” che a 12 anni dalla caduta dei Talebani “l’amministrazione del presidente Hamid Karzai possa riportare in vigore la lapidazione”.Un’iniziativa probabilmente concepita per garantire maggiore stabilità sociale, in un paese conservatore dove il sesso al di fuori del matrimonio o prematrimoniale è considerato tabù e porta sovente a faide tra famiglie e clan. Per il governo di Kabul, si tratta di regolare – secondo una visione radicale islamica – fenomeni di punizioni extragiudiziarie comunque presenti e sovente nascosti alle autorità. Il caso di una donna di 21 anni uccisa a colpi di pietra nel luglio dello scorso anno in un’area sottoposta al controllo dei Talebani a poca distanza dalla capitale ha avuto particolare risonanza internazionale ma ha portato allo scoperto una realtà più diffusa.
Human Rights Watch ha ricordato però che, indipendentemente dalle ragioni del governo, i 16 miliardi di dollari di aiuti promessi lo scorso anno al paese sono legati al miglioramento dei diritti umani. “Il presidente Karzai – ha sottolineato l’organizzazione americana – deve dimostrare almeno un impegno di principio verso i diritti umani e respingere questa iniziativa assurda”. A loro volta, i donatori, ricorda l’organizzazione con sede a New York, “devono chiarire che il sostegno al governo afghano ha delle contropartite”.
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