venerdì, ottobre 04, 2013
L’emozione è forte quando papa Francesco varca la soglia dell’Istituto Serafico di Assisi mentre abbraccia sorridente i ragazzi con disabilità plurima provenienti da tutto il territorio nazionale accolti e i numerosi volontari che portano avanti questa struttura fondata da un frate francescano, il beato Ludovico da Casoria, il 17 settembre 1871, proprio il giorno in cui San Francesco ricevette le sacre stimmate.

di Monica Cardarelli

Papa Francesco li benedice, li accarezza, ha uno sguardo personale per ciascuno di loro, si lascia toccare. Abbracciare, baciare… “Qui viviamo tra le piaghe di Gesù. Qui la caritas non è un dovere, ma un privilegio e un dono. Questo luogo si chiama “Serafico”, proprio come l’ardore di Francesco: un amore infuocato, stimolante, creatore, che ci proietta aldilà di noi stessi verso i nostri fratelli sofferenti. E’ un’opera di misericordia, di promozione della vita, “un cantico di amore”, come amava definirla il suo fondatore. Santo Padre, Lei oggi ha voluto iniziare il suo pellegrinaggio sulle orme di Francesco incontrando in questi ragazzi la carne di Cristo sofferente.” Ha detto la presidente dell’Istituto Serafico, Francesca Di Maolo nel suo messaggio di saluto al Papa.

Ricordando l’abbraccio di Francesco al lebbroso, rivolgendosi a papa Bergoglio ha poi concluso con queste parole:”Abbiamo bisogno di essere guardati con occhi diversi. E’ in gioco la dignità e la vita dell’uomo delle quali tutti siamo responsabili e custodi. Nessuno può essere indifferente. Santo Padre, Lei ha voluto abbracciare questi ragazzi, loro hanno cercato e atteso questo abbraccio: è una testimonianza di amore. E’ il dono che più di ogni altro attende di essere condiviso. Santo Padre, invoco la sua benedizione per quest’opera, per i bambini e i ragazzi del Serafico, per le loro famiglie, per quanti qui prestano il proprio servizio e per quanti ci sostengono”.

Spiazzando i giornalisti collegati da tutto il mondo e i presenti, papa Francesco ha poi parlato a braccio, lasciando da parte il suo discorso già preparato. “Siamo tra le piaghe di Gesù che hanno bisogno di essere ascoltate, di essere riconosciute.” Ha detto ricordando poi come i discepoli di Emmaus non lo avessero riconosciuto se non quando Lui ha mostrato loro le sue piaghe. “Poi, il pane. anche quel pane ha bisogno di essere ascoltato perché è Gesù presente, di nascosto, dietro la semplicità e la mitezza di un pane in cui è Gesù, nascosto in questi ragazzi, in questi bambini, in queste persone. Sull’altare adoriamo la carne di Gesù, in loro troviamo le piaghe di Gesù.

Gesù nascosto nell’eucarestia, nascosto in queste piaghe, hanno bisogno di essere ascoltate. Forse non tanto sui giornali, come notizia, solo un ascolto che dura uno, due, tre giorni… devono essere ascoltati da quelli che si dicono cristiani. Il cristiano adora Gesù, il cristiano cerca Gesù, cristiano sa riconoscere le piaghe di Gesù. Oggi tutti noi qui abbiamo la necessità di dire queste piaghe devono essere ascoltate! C’è un’altra cosa che ci dà speranza: Gesù è presente nell’eucarestia, è presente tra voi, sono le piaghe di Gesù. È interessante, Gesù quando è risorto era bellissimo, non aveva ferite nel suo corpo, soltanto ha voluto conservare le piaghe e le ha portate in cielo. Le piaghe di Gesù sono qui e sono in cielo davanti al Padre. Noi curiamo le piaghe di Gesù qui e lui dal cielo ci mostri le sue piaghe e ci dica a tutti noi chi sto ascoltando. Così sia!”.

La giornata di papa Francesco continuerà al Santuario di San Damiano dove sarà accolto da Fra Perry, Ministro Generale dell’Ordine Francescano dei Frati Minori, e dalla Comunità religiosa del Convento. San Damiano, lo ricordiamo, è uno dei luoghi dell’incontro di Francesco con il Signore: nella chiesetta il Crocifisso di San Damiano lo chiamò chiedendogli di andare e riparare la sua chiesa. Sempre in quello stesso luogo Chiara trovò dimora e si costituì la comunità delle Sorelle Povere di San Damiano. Lì Chiara visse per più di 40 anni e vi morì.


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