giovedì, ottobre 10, 2013
Mal comune, mezzo gaudio! Ma è davvero così?

di Silvio Foini

Ogni sera, quando accendi la tv per quell’oretta di svago che ti meriti dopo una giornata di lavoro non esattamente esaltante, ti viene propinato un altro poco di veleno di cui faresti sicuramente a meno. Sappiamo tutti che la crisi stenta a lasciare le italiche lande, sappiamo e constatiamo sulla nostra pelle che molti non pagano il dovuto ad altri e, a guisa del solito cane che si morde la coda, si va di male in peggio. Il lavoro langue, molte fra aziende e aziendine hanno chiuso le proprie attività, il fisco è asfissiante, la concorrenza con gli occhi a mandorla e non è feroce come non mai, governi si fanno e si disfano in un batter di ciglia e chi più ne ha più ne metta... Bene, ti siedi davanti al teleschermo e che ti vedi? Talk show martellanti che ti dicono incessantemente che si va rotoli. Come seguitare a dire ad un malato grave: “Dai, coraggio! Tra poco muori. Non puoi farci niente, rassegnati!”. Un meraviglioso sistema per accelerare la morte.

Si parla di grandi aziende ove qualcuno ha fatto man bassa dei denari e se li è portati nei paradisi fiscali e di commesse estere vanificate dalla sfiducia nel nostro paese, ma non si parla mai di molte altre piccole realtà che, con cocciutaggine, si spolmonano e tirano avanti. E sono comunque la maggioranza.

Seminare quotidianamente sfiducia e suscitare pianti non giova di certo. Perché magari non si incoraggiano le aziende a diversificare? Il tuo prodotto non ha il successo che meriterebbe? Chiediti il perché e cerca soluzioni. Produci automobili? Perché le fai pagare tanto care e offri pochino? Perché inviti l’acquirente con un prezzo “civetta” che poi raddoppi con allestimenti che non dovrebbero essere optional? Poi ti lamenti che la concorrenza ti distrugge! L’esempio vale per molto altro ancora. La premiata ditta era avvezza a guadagni facili? Ora non è più così.

Guadagnare meno significa dover vendere di più e aspettare tempi migliori senza abbassare le serrande e pagare meno tasse. L’edilizia, motore trainante della nostra economia, si è fermata. Molteplici le ragioni: i prezzi sono troppo alti, le banche non erogano mutui, i muratori costano un occhio fra stipendi e costi fiscali all’impresa edile... però chi è sul campo tutti i santi giorni che ti trova? Muratori qualificati? No, rari come funghi porcini nel Sahara. Oggi le case le edificano giovani extracomunitari che sino a ieri si costruivano la capanna e capiscono poco di calcina e mattoni. Non parliamo poi di quote! Però... però lavorano in “nero”. Previdenze sociali? Nemmeno l’ombra! Però le case costano un occhio all’acquirente e molto meno al furbissimo impresario. Umilmente abbassare il capo e tirarsi su le maniche: questo dovrebbero diffondere i talk show serali. Piangersi costantemente addosso serve a poco. La cassa integrazione non dura per sempre. I comuni potrebbero impiegare i disoccupati nella miriade di lavori che servono ad una comunità e questi lavoratori sarebbero ben felici di non starsene con le mani in mano a bighellonare da un bar all’altro. Il lavoro, qualunque sia, dona dignità alla persona.

Si potrebbe obiettare che è giusto fare informazione e dire come stanno le cose, ma lo sappiamo già tutti: inutile girare il dito nella piaga e sfiduciare ancor più. Nell’immediato dopoguerra, negli anni immediatamente successivi al 1945, l’Italia non esisteva più: nessuno si permise di versare lacrime amaramente inutili, ma tutti si rimboccarono le maniche e il miracolo, quello economico, esplose. Oggi siamo quasi in quelle condizioni. Non siamo più capaci di rialzarci in piedi? Dove sono finiti il genio e la creatività dei nostri padri? Finiamola una buona volta di farci pena e prendiamo il toro per le corna. Noi possiamo farcela. Sempre!


Sono presenti 4 commenti

Anonimo ha detto...

Parole vere e sagge. Finiamola di strapparci i capelli e facciamo vedere al mondo chi siamo.
Alfredo.

Anonimo ha detto...

Come vorrei stringerti la mano e applaudirti !! I tuoi pensieri sono anche i miei e di chissà quanti altri che pensano e ragionano con la propria testa e non con le idee di "un capo."Bravo. Sara

Anonimo ha detto...

Sarebbe bene che la varie emittenti diffondessero davvero un pochino di speranza invece di gettare nero su tutto. Ha scritto giusto l'articolo che non tutti stanno andando alla malora. La ditta che lavoro io nn ha licenziato nessuno e sta ancora in piedi. Ha messo i prezzi più bassi e noi si lavora tranquillamente.
Griso.

Anonimo ha detto...

La sfiducia la seminano i nostri governanti. Visto la manovrina di Letta?

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