“Curato don Wojtyla a Niegowić”: è il film che racconta la vita di don Karol nella cittadina polacca, vicino Cracovia, dove venne inviato come vice parroco al suo primo incarico per circa un anno, dal luglio del 1948 all’agosto del 1949. La pellicola scritta e diretta da mons. Jaroslaw Cielecki, direttore di Vatican Service News, è stata presentata stamani presso la sede della nostra emittente. C’era per noi Debora Donnini: ascolta
Radio Vaticana - E’ un giovane sacerdote il don Karol Wojtyla che viene presentato nel film: giovane, ma con quei tratti distintivi che si ritroveranno sempre nella sua personalità. Sentiamo quale è l’aspetto di Giovanni Paolo II ad aver colpito di più mons. Jaroslaw Cielecki:
“Lui ha sempre voluto essere vicino alle persone, essere così vicino come se fosse un vero padre, andava a trovarle… E poi aveva quel cuore grande. A me ha colpito sempre questa cosa: appena arrivato, la gente gli regalò un cuscino; il giorno dopo bruciò una casa in un villaggio e la gente andò da lui a dire che c’erano difficoltà per la famiglia. Allora tirò fuori quel cuscino e disse: ‘Portate questo e domani andrò subito a trovarli’. Nel film vediamo questa scena che sicuramente tocca il cuore. E poi anche quel momento molto commovente quando arriva nel territorio della parrocchia, con una valigia in mano, si inginocchia e bacia la terra. Quel bacio che lui ha scritto anche nel libro ‘Dono e mistero’: un bacio che poi è continuato in diversi Paesi del mondo. Sono stati tanti i Paesi baciati dal Santo Padre”.
Il film “Curato don Wojtyla a Niegowić” è stato tratto dall’omonimo libro di don Cielecki, che in passato ha lavorato a stretto contatto con Giovanni Paolo II. Quale il ricordo che porta con sé?
“Diversi incontri, ma uno che porto sempre nel cuore è stato quello del 1999, quando è stato costituito in Italia un Comitato internazionale e, per il suo sacerdozio, gli abbiamo fatto omaggio di una statua di bronzo di tre metri, che lo rappresentava come giovane sacerdote. Poi ho deciso di portarla alla Basilica di San Pietro per farla vedere al Santo Padre. Quando mi sono avvicinato, lui era davanti alla statua, la guardava e gli ho detto: ‘Santo Padre, ho voluto portare un ricordo della tua giovinezza’. Lui si è girato verso di me e mi ha risposto: ‘Come giovinezza? Come ricordo?’. Allora pensai che mi fossi sbagliato… Ma dopo mi ha guardato e mi ha detto: ‘Non lo sai che io sono sempre giovane? E tu devi dire non solo oggi, ma anche domani e sempre: chi ama Gesù e Maria è sempre giovane!’”.
Il viaggio nella vita di don Karol Wojtyla viene narrato attraverso i ricordi di Eleonora Mardosz, una donna di 87 anni che fu la perpetua nella parrocchia di Niegowić, anche attraverso aneddoti inediti sulla sua vita quotidiana. Nella pellicola appaiono anche alcuni oggetti appartenuti realmente a Karol Wojtyla, come la stola e la tunica che l’attore protagonista indossa durante la scena del matrimonio girato proprio nella chiesa di legno dove celebrava la Messa. Un’occasione, dunque, per conoscere più da vicino Giovanni Paolo II, che sarà proclamato Santo il prossimo 27 aprile.
Radio Vaticana - E’ un giovane sacerdote il don Karol Wojtyla che viene presentato nel film: giovane, ma con quei tratti distintivi che si ritroveranno sempre nella sua personalità. Sentiamo quale è l’aspetto di Giovanni Paolo II ad aver colpito di più mons. Jaroslaw Cielecki:
“Lui ha sempre voluto essere vicino alle persone, essere così vicino come se fosse un vero padre, andava a trovarle… E poi aveva quel cuore grande. A me ha colpito sempre questa cosa: appena arrivato, la gente gli regalò un cuscino; il giorno dopo bruciò una casa in un villaggio e la gente andò da lui a dire che c’erano difficoltà per la famiglia. Allora tirò fuori quel cuscino e disse: ‘Portate questo e domani andrò subito a trovarli’. Nel film vediamo questa scena che sicuramente tocca il cuore. E poi anche quel momento molto commovente quando arriva nel territorio della parrocchia, con una valigia in mano, si inginocchia e bacia la terra. Quel bacio che lui ha scritto anche nel libro ‘Dono e mistero’: un bacio che poi è continuato in diversi Paesi del mondo. Sono stati tanti i Paesi baciati dal Santo Padre”.
Il film “Curato don Wojtyla a Niegowić” è stato tratto dall’omonimo libro di don Cielecki, che in passato ha lavorato a stretto contatto con Giovanni Paolo II. Quale il ricordo che porta con sé?
“Diversi incontri, ma uno che porto sempre nel cuore è stato quello del 1999, quando è stato costituito in Italia un Comitato internazionale e, per il suo sacerdozio, gli abbiamo fatto omaggio di una statua di bronzo di tre metri, che lo rappresentava come giovane sacerdote. Poi ho deciso di portarla alla Basilica di San Pietro per farla vedere al Santo Padre. Quando mi sono avvicinato, lui era davanti alla statua, la guardava e gli ho detto: ‘Santo Padre, ho voluto portare un ricordo della tua giovinezza’. Lui si è girato verso di me e mi ha risposto: ‘Come giovinezza? Come ricordo?’. Allora pensai che mi fossi sbagliato… Ma dopo mi ha guardato e mi ha detto: ‘Non lo sai che io sono sempre giovane? E tu devi dire non solo oggi, ma anche domani e sempre: chi ama Gesù e Maria è sempre giovane!’”.
Il viaggio nella vita di don Karol Wojtyla viene narrato attraverso i ricordi di Eleonora Mardosz, una donna di 87 anni che fu la perpetua nella parrocchia di Niegowić, anche attraverso aneddoti inediti sulla sua vita quotidiana. Nella pellicola appaiono anche alcuni oggetti appartenuti realmente a Karol Wojtyla, come la stola e la tunica che l’attore protagonista indossa durante la scena del matrimonio girato proprio nella chiesa di legno dove celebrava la Messa. Un’occasione, dunque, per conoscere più da vicino Giovanni Paolo II, che sarà proclamato Santo il prossimo 27 aprile.
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